venerdì 18 gennaio 2019

Diario 17 gennaio 2019

Il silenzio bianco: da Conocchielle al Monte Pollino


 Ecco un'escursione che annovero nella tipologia del "trekking delirante", perchè lunga e impegnativa: dalla frazione di Conocchielle (1000 m. slm) siamo arrivati alla cima del Monte Pollino. Un'escursione faticosa ma che di sicuro non dimenticheremo. Siamo io, Maurizio, Marco e Aldo. La via è quella della transumanza che ad un certo punto costeggia il Frido lungo il sentiero della "Scaletta", per portare ai Piani Bassi di Vacquarro. I loricati della scaletta sono ancora coperti di neve. Da Vacquarro abbiamo fatto la via classica alla cima del Monte Pollino; sono ben 1250 m. di dislivello nominali da Conocchielle fino alla cima. La neve era immacolata, profonda e "pesante", fatto che ha rallentato di molto la marcia lungo i ripidi pendii, anche perché non abbiamo trovato una pista già battuta da altri, come speravamo... Saliamo passando accanto ai  faggi ultrasecolari che costeggiano il sentiero. Sbucati dal bosco e arrivati ai primi pini loricati ecco un avvistamento eccezionale: un giovane esemplare di Aquila reale (erano ben visibili le striature bianche sotto le ali) sfiora le cime dei vicini pini loricati, poi va via subito e non riusciamo a fotografarlo!
Togliamo le ciaspole e ci portiamo sulla cresta: qui la neve è stata spazzata via dal vento facendo affiorare rocce, pietre e ciuffi di erba secca. Si marcia decisamente meglio adesso, seguendo la via delle rocce ed evitando i notevoli accumuli di neve. E' tardi, arriveremo in cima verso il tramonto, perciò affrettiamo il passo. Intanto cala la nebbia, il vento comincia a soffiare impetuoso, mentre la luce rossastra del crepuscolo inizia a colorare la neve. La nebbia va e viene, spinta dal vento. Arrivati alla cima il vento è davvero gelido, ho i baffi ghiacciati e anche il vapore acqueo che traspira dai tessuti si ghiaccia in sottili e piccoli filamenti. Un vento che ti "taglia" la faccia. Facciamo le foto di rito velocemente, perché viso e mani sono gelati e ritorniamo subito verso i nostri passi, mentre all'orizzonte un mare di nubi viene rischiarato dal sole rossastro che si avvia verso il tramonto. Ora non ci resta che scendere, lasciandoci alle spalle il vento gelido. Troviamo un posto più riparato e mangiamo qualcosa, finora siamo andati avanti a cioccolata e frutta secca. La discesa sarà lunga: alla luce delle nostre lampade frontali procediamo spediti ripercorrendo le nostre tracce, mentre le ciaspole affondano nella neve e comincia a sentirsi il verso dell'allocco. Cala l'oscurità, che avvolge la montagna innevata...e tutt'intorno domina il "silenzio bianco". Ai piani bassi di Vacquarro le lampade frontali illuminano migliaia di granelli di neve, che sembrano le luci delle stelle di un immaginario firmamento...


























by Indio



Video dell'escursione (di Aldo Schettino)