mercoledì 25 gennaio 2023

Diario - 24 gennaio

 Solitudine bianca: il ritorno della neve



"Nessun rumore, nessuna voce d'uomo rompeva quel silenzio, e la natura, sempre uguale da che è nato il mondo, dominava incontrastata."

Jack London


Quella di oggi è stata una lunga e faticosa escursione in solitaria, tra la fredda foresta di abeti e le creste soleggiate dei loricati. La neve è caduta copiosa, tutta d'un colpo, dopo un dicembre soleggiato ed anomalo, senza neve sulle alte quote. Son partito direttamente a piedi da casa, come ai "vecchi tempi", quando nevicava tanto anche a bassa quota e per salire sulle cime mi avviavo prima dell'alba. La mèta, dopo oltre vent'anni di avventure come di semplici escursioni, resta sempre la stessa: il Pollino selvaggio...

Attraverso la foresta di faggio e abete bianco, l'aria è fredda, la temperatura sotto lo zero. Molti abeti per il peso della neve presentano la caratteristica forma conica, a causa dei rami piegati. A volte è come passare sotto capanne formate da rami e neve. Gli alberi più giovani sono spesso piegati ad arco, la cima è intrappolata nel manto nevoso. Condizioni che stravolgono l'immagine abituale che abbiamo dei sentieri percorsi tante volte, ci si stranisce a volte ammirando le creazioni della neve. L' ascesa è lenta, vorrei andare più veloce ma si sprofonda, ci vuole tanta pazienza. Con fatica avanzo passo dopo passo, sui pendii ricoperti di abbondante neve fresca, alta e farinosa. Arrivato al Piano di Iannace decido di proseguire fino alle ceste dei loricati. Non c'è nessuno oltre a me, sono davvero solo. Il Pollino è così, si possono trascorrere giornate in completa solitudine, senza incontrare altri escursionisti e nemmeno tracce umane. Oggi è una di quelle giornate: l'imponente coltre nevosa ricopre i paesi a valle e scoraggia l'ascesa, l'escursionista si muove goffo sulle sue ciaspole, mentre le lepri corrono agilmente sulla neve. Ascolto solo il verso di qualche cincia e dei picchi. Superato il bosco in ombra e innevato, giungo infine in alto e si aprono i panorami sui rilievi innevati della Basilicata, anche a bassa quota: era da tempo che non si vedeva un innevamento del genere. Sono quasi giunto ai loricati, le facciate dei tronchi esposti a ovest sono coperte di ghiaccio, i rami imbiancati. Noto due lepri tra i pini loricati che si accorgono della mia presenza e scappano via veloci. Una splendida visione che non posso purtroppo catturare con la macchina fotografica. Ci sente in qualche modo ospiti, sono loro i veri abitanti della montagna: la nostra è una visita fuggevole, qui possiamo vivere per poco tempo in inverno... La progressione con le ciaspole, anche se faticosa, è agevole su pendii lievi; impiego invece un quarto d'ora per superare i pochi metri di un pendio ripido formato da accumuli consistenti; più avanti si notano splendidi cornicioni di neve. Si prova quasi dispiacere nel calpestare la neve immacolata, come se sfregiassimo un'opera d'arte... ma domani qui nevicherà di nuovo, le tracce che abbiamo lasciato scompariranno. Mi porto in alto verso la cresta panoramica. Anche il Pollino orientale è magnificamente innevato. La sosta è breve, mangio qualcosa osservando il panorama. Sono stanco e rifarò più o meno le tracce dell'andata, la discesa sarà più agevole. Fra qualche ora la luce rossa del tramonto illuminerà la distesa di neve, ma qui non si può restare, la discesa tutta a piedi attraversando la foresta fino a casa, è ancora lunga...

Saverio "Indio" De Marco























Diario 13 gennaio 2023

Tramonto invernale alla Serra di Crispo

Escursione in compagnia di Maurizio Lofiego con arrivo in cima verso il tramonto. Poche decine di cm di neve fresca e pini loricati ancora parzialmente ghiacciati. Delle belle nubi lenticolari nonché il basso mare di nubi sulle valli verso ovest, hanno formato, con la luce tersa del tramonto, una bella visione paesaggistica .


 











lunedì 14 novembre 2022

Diario - 12 ottobre 2022

 MONTE LA SPINA DAI CRINALI SUD-EST, DISCESA DAL CRESTONE NORD-EST

(Itinerario ad anello: Mad. del Soccorso, C. Pastano, Monte Capillo, cima, Crestone Nord-est, Valle Nocara, Seluci, Acquafredda)

Si può parlare di wilderness nell'Appennino meridionale? A volte si ironizza su questo termine applicato alla realtà italiana. La risposta l'avrete se vi inoltrerete in queste fitte - sebbene non molto estese - foreste lucane, se vi aggirerete lungo aspre creste rocciose o vi avvicinerete a ripidi canaloni coperti dall'intricata vegetazione, dove è raro incontrare qualche essere umano. La wilderness è prima di tutto un "sentire"...


Lunga escursione in compagnia dell'amico Vincenzo C. di oltre 20 km e circa 1000 metri di dislivello totale, che ci ha visti impegnati lungo le selvagge creste di Monte La Spina, tra boschi di faggi e pini loricati e dove resistono ancora degli splendidi colori autunnali. Un'escursione fatta di saliscendi, lungo sentieri che seguono ripide creste che sovrastano canaloni e sabbiosi pendii erosi, i quali consentono di arrivare in cima al monte, dopo una bella scalata su roccia che porta alla sommità. Numerosi i pini loricati tra i quali si trovano esemplari anche monumentali, che formano tratti di bosco o popolamenti isolati convivendo con altre specie come roverelle, lecci, faggi e carpini. Una splendida montagna che almeno a me ricorda per certi versi ambienti e conformazioni come quelli della Montea in Orsomarso. Vera e propria wilderness montana, poco frequentata e indubbiamente adatta ad escursionisti più esperti. Per il ritorno optiamo per il selvaggio crinale nord: giunti ad un certo punto abbandoniamo il sentiero segnalato e cominciamo a seguire a destra la linea del selvaggio crestone nord-est, dove non c'è alcun sentiero. L'escursione così diventa più avventurosa, il crinale è molto ripido e ingombro di alberi, a volte costeggiamo i picchi più aguzzi portandoci nel bosco ma senza perdere di vista il crinale. Intanto anche qui si aprono scorci spettacolari. Procediamo lentamente sugli aspri pendii a volte ingombri di ginepri, districandoci nella vegetazione, fino a che finalmente giungiamo a valle, nei pressi delle frazioni superiori di Seluci (Lauria). Ci restano altri 8 chilometri di asfalto e sterrati, costeggiamo i fianchi orientali del Monte Zaccana, attraversando pascoli e boschetti e chiudiamo così questo lungo anello autunnale...