mercoledì 21 aprile 2021

Diario - 20 aprile 2021

Versante Sud di Serra del Prete: Bosco del Monaco, Caricatura, Cima di Serra del Prete, Cresta Nord



Escursione in solitaria in versanti abbastanza impervi e selvaggi del settore sud di Serra del Prete. Dai pendii rocciosi di bassa quota caratterizzati dall'associazione pino loricato e leccio, con le belle formazioni di lavanda selvatica, si passa a delle zone popolate da roverelle e poi alla faggeta dominante, più in alto.
 L'obiettivo era più che altro quello di ammirare le formazioni di pini loricati di questo versante, che crescono in rade colonie o in isolati esemplari sugli spuntoni rocciosi circondati dalla faggeta. Unica pecca, almeno a bassa quota, il rumore e la vista dell'autostrada sottostante. 
Seguo dapprima la linea di crinale che sovrasta gli impervi dirupi popolati da caratteristici pini loricati che crescono sulle pareti a strapiombo, questo è anche il limite del bosco di leccio, con qualche esemplare che si è spinto al limite del suo areale, vicino ad esemplari monumentali di  pino loricato. Arrivo poi in una zona di bei pascoli, sovrastati da pendii ripidi popolati da giovani roverelle, con qualche esemplare grande  ormai secco.Siamo in località "Bosco del Monaco".  Noto una piccola colonia di loricati, per arrivarci dovrò scendere nel fosso e arrampicarmi sull'altra sponda. Il terreno è impervio e sto attento a non scivolare, supero il fosso e arranco fino ai popolamenti di pino.  In questa zona icontro anche un vecchio sentiero, che seguo per un po'. Intanto si mette a nevicare, il tempo è peggiorato e la fitta coltre di nubi oscura valli e montagne.Prossima destinazione è Caricatura, anche qui esistono spuntoni rocciosi con qualche rada colonia di pini. Ormai domina la faggeta, acnhe con esemplari secolari. Mi sposto in diagonale, sempre arrancando sui pendii boscosi, salendo così di dislivello. Arrivo così a delle rupi avvolti dalla faggeta, sui quali cresce qualche bell'esemplare monumentale di pino loricato. Adesso mi tocca salire, prossima meta è la cima della montagna. Intanto cala una fitta nebbia, calpesto parecchi centimetri di neve fresca e più avanti incontro alberi con i rami ghiacciati. La visibilità è quasi nulla ma riesco a portarmi sotto la cima: qui ho un momento di disorientamento, sono immerso in un bianco totale, mi oriento con la bussola per andare nella giusta direzione. Con una nebbia così fitta anche un esperto dei luoghi può sbagliare direzione. Per un momento la nebbia si dirada e così si vede la cresta ovest, che indica anche la direzione per la cima. Arrivato in vetta, con il vento e il freddo che mordono la mia faccia, non mi resta che seguire la via del crinale nord, aiutandomi con i segnavia presenti lungo il percorso, fino a Colle Impiso, così da chiudere l'anello...

by Indio