sabato 11 aprile 2009

Diario - 11 aprile 2009

contemplando il panorama dalla cresta nord del "giardino degli dei"- foto by Indio. sotto: 1. nel regno dell'abete bianco 2. la "pagnotta della provvidenza" 3. cornicioni di neve a Serretta della porticella 4. verso la sommità del Giardino degli Dei
Al Giardino degli Dei - Acquatremola, Serretta Porticella, Serra di Crispo, discesa dalla cresta nord
Con questa escursione sono ritornato dopo soli tre giorni alla Serra di Crispo. Stavolta però mi sono tolto le vesti del "lupo solitario" in quanto ho avuto il piacere di essere accompagnato dagli amici Vincenzo A. compagno delle impegnative escursioni di più giorni di cui ho parlato nel blog , Vincenzo T., e Luigi, che ancora non conoscevo di persona. Oltre ad essere compagni d'escursione, condivido ormai da tempo con questi miei amici le tante avventure e disavventure nella giungla d'asfalto della metropoli, un ambiente che richiede tutt'altro tipo di "cordate". All'inizio volevamo andare a Serra delle Ciavole, ma dato che Vincenzo T. e Luigi non avevano ancora visto le pendici della Serra di Crispo ammantate dalla foresta di faggio e abete bianco, abbiamo optato per un'escursione al "Giardino degli Dei". Lasciamo l'auto prima di Acquatremola, perché la neve ingombra un tratto di strada. Una famigliola, nonni, coniugi e bambini sono stipati in una panda proveniente probabilmente da Terranova, che arrischia a voler superare il tratto innevato, ignorando il nostro consiglio di non proseguire. L'auto, com'era prevedibile, resta bloccata... cerchiamo di aiutarli a spingere e a togliere la neve ma ormai solo un trattore può tirare la povera panda incastrata nella neve. Lasciamo l'imprudente famigliola al suo destino e proseguiamo prendendo la strada forestale per Iannace e arriviamo così al Piano di San Francesco, dove facciamo rifornimento d'acqua alla bella sorgente. Da qui prendiamo il sentiero che attraversa il cuore della foresta, godendo degli scorci stupendi che ci regalano gli anfratti del bosco. Arrivati al Piano di Iannace indossiamo le ciaspole. Da lì arriviamo al Piano di Toscano, e stranamente sulla neve notiamo una pagnotta di un paio di chili, abbandonata là da chissà chi. La pagnotta è morbida e quindi ancora bella fresca e sembra giunta insolitamente qui per mano della provvidenza divina. Dato che "buttare il pane è peccato", come ci insegna la nostra cultura contadina, recuperiamo la pagnotta e ce la portiamo appresso, per consumarla comodamente sulla cima. Guardando il canalone nord-est del Pollino prendo un abbaglio. Ci sono due o tre alpinisti che stanno tentando la scalata, dico io. Ma gli alpinisti sembrano non muoversi mentre passa il tempo. Grazie anche allo zoom della macchina di Luigi notiamo invece che i puntini che somigliano tanto a persone lontane sono in realtà delle rocce, evidentemente scoperte a causa della neve che si è sciolta. Meno male, li stavo già invidiando e subito era sorto il desiderio di raggiungerli per tentare di nuovo la scalata del mitico canalone! Alla Grande Porta contempliamo i maestosi pini loricati, tra i più belli di tutto il parco e poi proseguiamo verso Serretta della Porticella, il bellissimo crinale che si congiunge a Serra Crispo. Qui ammiriamo i crepacci nella neve e i cornicioni sulla ripida crestina, popolata principalmente da monumentali loricati secchi. Ci colleghiamo così alla dorsale di Serra di Crispo e iniziamo a salire. C'è una luce particolarmente bella oggi, ideale per fare fotografie. Arriviamo in cima e ci riposiamo un po', rifocillandoci con alimenti più svariati, dalle scatolette di tonno ai fichi secchi ai piselli in scatola. Prendiamo il nostro pane pasquale piovuto dal cielo grazie alla provvidenza, lo tagliamo a fette e lo distribuiamo tra di noi, durante il convivio alla cima della montagna. Non torniamo per la stessa strada, ma ci dirigiamo verso la cresta nord, che mi preme far vedere ai miei amici per la bellezza del panorama che si gode da qui. La cresta è ripida e procediamo lentamente tra le pietre. Sono stato qui pochi giorni fa ed è curioso come nello stesso posto, con una luce di poco differente, si riescano ad individuare scorci sempre diversi e fare così foto che contengono in sempre qualcosa di novo. "Conosci il giardino di casa e conoscerai il mondo intero", recita un saggio proverbio. La montagna non si finisce mai di scoprire e gli stessi posti in realtà non sono mai gli stessi... Arriviamo al sentiero che porta a Pietra Castello, lo attraversiamo e ci inoltriamo nella foresta, per seguire il valico che conduce al Piano di San Francesco. I pendii sono ripidi e la foresta è intricata, tanto da mettere alla prova le nostre capacità d'orientamento. Vincenzo T. dice giustamente che un'escursione normale non è possibile quando la nostra compagnia si riunisce, perciò è arrivato il momento del "trekking delirante". L'idea era di arrivare al Piano di San Francesco e ricongiungerci alla strada, come nell'escursione di tre giorni fa, ma evidentemente sbaglio l'imbocco del valico, che conduce sotto il piano, per cui non ci resta altro da fare che continuare a scendere dritti senza percorso obbligato fino a sbucare nei pressi di Acquatremola. Poco male, perché attraversiamo altri angoli della foresta selvaggia, circondati nient'altro che da alberi, senza poter vedere dove siamo precisamente, passando in mezzo ad abeti secolari e attraversando torrenti ingrossati dallo sciogliersi della neve, in un'atmosfera quasi fiabesca. Arriviamo finalmente nei pressi di Acquatremola, nella strada forestale che si prende dopo aver attraversato la radura con la fontana. Altri dieci minuti di cammino sull'asfalto e giungiamo finalmente dove abbiamo lasciato l'auto...

7 commenti:

  1. Che emozione leggere la cronaca della nostra bellissima avventura di Sabato!
    Un solo giorno passato a Roma... già riemerge il desiderio mai sopito di rifugiarmi per sempre nel bosco incantato di Cugno dell' Acero...
    Il pane della Provvidenza dimostra che la nostra amicizia è benedetta dalle divinità silvane.
    La condivisione di questi momenti è un tesoro prezioso, un talismano che mi protegge contro i mali del mondo.

    Grazie Indio.
    Grazie ragazzi.

    Vincenzo A.

    Il "Monte" è il luogo in cui spariscono gli esseri giunti al risveglio spirituale, come ad esempio il "Monte del Vate" della tradizione buddhista o nelle note leggende medievali secondo cui Carlo Magno Federico I e Federico II sparirono nel "Monte"
    J. Evola

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  2. Molto bella l'uscita in questi luoghi incantati quali il Giardino degli Dei.
    Il nostro parco riesce sempre ad emozionarci.

    ps.ma al vostro ritorno la Panda era ancora li?
    Un abbraccio

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  3. fortunatamente la panda non c'era. ma c'erano le impronte del trattore che era venuta a tirarla...eh eh apresto
    Indio

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  4. Vincenzo Vincenzo, andiamoci piano con quel fascistone di Evola... vabbè che condividiamo il suo approccio alla montagna però... ti lascio un passo di Goethe, che da buon post-romantico come me ti piacerà.

    "E le stupende figure del mondo sconfinato si muovevano animatrici nell'anima mia. Monti enormi mi circondavano, abissi mi stavano davanti, torrenti vorticosi rovinavano avalle; sotto di me scrosciavano i fiumi, il bosco e la montagna echeggiavano, ed io vedevo, operanti insieme e creatrici, nelle profondità della terra, tutte le imperscrutabili energie, ed ecco, di sopra alla terra e di sotto al cielo, il brulicar delle generazioni di diversissimi esseri."
    Johan Wolfang Gohete, I dolori del giovane Werther

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  5. Hai ragione è diventato un tormentone sto Evola...
    Diamoci un taglio e torniamo a letture più consone....

    Un abbraccio!

    Vincenzo A.

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  6. Il resoconto della giornata oltre che essere interessante e anche divertente!
    Il "Pane della Provvidenza"... è straordinario!!

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  7. il pane della provvidenza ricorda una scena di un corto dei registi Ciprì e Maresco, dove, seduti attorno ad un tavolo dei tipi aspettano da mangiare... e così arriva un bel pollo piovuto dal cielo...

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