venerdì 6 agosto 2010

Diario - 1 agosto 2010

uno scorcio di Serra delle Ciavole - foto by Indio - sotto: 1. il buon Pino osserva con meraviglia il paesaggio 2. la pianta grassa su una roccia

Ritorno a Serra delle Ciavole

Di nuovo su Serra delle Ciavole, dopo un paio d'anni. Subito dopo il mio ritorno in paese. L’occasione me l’ha data l’amico Pino, che voleva esplorare nuovi paesaggi della nostra montagna. Era stato solo su Serra di Crispo e voleva vedere Serra delle Ciavole. Oggi perciò vado in montangna in veste di guida. Non devo solo individuare la traccia del sentiero… guidare alla contemplazione della bellezza della nostra montagna. Raggiungerò l’obiettivo perché il risultato di questa escursione è che Pino è rimasto stregato dalla bellezza di questi aspri ed enigmatici paesaggi. Conosco questa montagna molto bene ma ogni volta è come se vedessi sempre qualcosa di nuovo. Il paesaggio delle vette muta, anche se impercettibilmente. Loricati abbattutti dalla violenza dei fulmini, loricati che si spengono lentamente, morti che rimangono in piedi, bianchi come spettri a testimoniare il loro passaggio sul mondo, pini che si sgretolano con il passare degli anni per ritornare all’arida roccia.
 Loricati maestosi, vivi e vegeti, gli eroi rimasti indenni dalle battaglie. Un paesaggio unico, quello di Serra delle Ciavole, che incanta e stupisce. Siamo partiti dal Santuario, abbiamo attraversato i boschi del “Porcaru” con faggi monumentali che si confondono con le rocce, e abbiamo preso la via classica. La sorgente del Frido. Ogni tanto mi fermo e estirpo col coltello qualche pianta di montagna. Le darò a mia madre che le trapianterà le metterà vicino alle altre “in cattività”, nei vasi. Ne basta una piccolissima e poi nei vasi si svilupperà da sé, diventerà enorme. Bello averle vicino casa. Mi ricordano l’aria della montagna. Lungo il sentiero abbiamo trovato anche dei funghi: un abetino e vari gallinacci dei faggi. Oggi stormi di rondoni volteggiano bassi, sfiorando le nostre teste. E’ uno spettacolo a cui si può assistere sempre in questo periodo. Raggiungiamo le praterie di vetta ed eccoci in cima. Pino sembra davvero emozionato. La sua reazione si situa tra lo stupore e la meraviglia. Il paesaggio che si gode da qui è superbo. Abbiamo di fronte il Dolcedoreme. Si vede bene il crinale nord, che faremo nella prossima escursione.
Sotto di noi si estende la Piana del Pollino e le mucche sembrano dei vermetti bianchi che si muovono lentamente. Ci sdraiamo poco più in là della cima per mangiare. Ci sono altri escursionisti sulla cima.
Noto un tipo con una barba lunga, che mi pare di aver visto su internet. Lo riconosco: è un amico di falcotrek, uno dei miei blogger “amici” che sulla rete diffondono la passione per gli itinerari e i paesaggi della nostra montagna. Il mondo dei veri appassionati di montagna non è così esteso e alla fine sulle vette prima o poi ci si ritrova. Come cambia l’escursionismo nell’era di internet… Vado a parlare con loro, dico che sono l’Indio e mi riconoscono. Con il mio blog mi son fatto anch’io una certa “fama”… Gli amici di falcotrek dicono che anche lui doveva esserci ma poi non è potuto venire. Ci saluteremo dopo al telefono… Restiamo a chiacchierare un po’ a ridosso dei due gemelli loricati secchi e poi prendiamo la via del ritorno. Tre o quattro corvi imperiali volteggiano curiosi e sembrano osservarci. Adesso continueremo il percorso lungo la cresta, attraverso altre visioni spettacolari di wilderness. Noto una pianta grassa che mi sembra molto rara. Raccoglierla sarebbe un sacrilegio! Ecco il loricato secco in mezzo a quella enorme roccia tondeggiante. Ecco i loricati piegati dal vento sulla linea di cresta. Il biancore scheletrico dei rami dei pini secchi che si proietta sullo sfondo verde dei piani di Pollino. Ecco convivere fianco a fianco la vita e la morte: morte che in questo caso non annulla la sostanza materiale della presenza. Forse anche per questo si parla spesso di “fossili viventi” a proposito dei pini loricati…

1 commento:

  1. Caro Indio come hai detto tu commentando un mio post, Serra delle Ciavole è veramente "un tempio sacro". Vi puoi scorgere la bellezza della vita ed il mistero della morte. Sono molto affezionato a questa montagna ed alla sua cima, per me è sempre stata crocevia di Sangue e Cuore.
    Spero un giorno di incontrarti perchè "prima o poi su qualche vetta ci si trova". Un grosso abbraccio.
    Nuwanda

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