venerdì 20 maggio 2016

Diario - 19 maggio 2016




L’avventura dietro l'angolo: nelle Gole del Frido


Spesso per godere di momenti di “avventura”, non basta andare troppo lontano da casa, se si ha la fortuna di vivere in montagne che ancora consentono l’immersione in angoli di natura selvaggia, come appunto quelle del Pollino. Ero già stato altre volte nelle gole della parte alta del Frido ma sempre d’estate e con il torrente quasi in secco. Avevo suggerito all’amico Maurizio di andarci in questo periodo: visto che ancora l’acqua è tanta, in presenza degli alti salti rocciosi avremmo potuto godere dello spettacolo delle cascate e fotografarle. E in effetti così è stato. Una cascata spicca in particolare: è alta circa una decina di metri. L’ambiente è davvero wilderness: grossi massi accatastati uno sull’altro, le alti pareti della gola, la presenza di numerosi tassi - specie che sul Pollino è relegato appunto nei freschi ambienti di forra in alcune colonie - qualche abete bianco, aceri e persino esemplari di pino loricato, che  arricchiscono di biodiversità quest’area selvaggia del Pollino lucano. D'estate in assenza di acqua non è difficile risalire le gole; in questo periodo invece tra cascate e pozze d'acqua bisogna trovarsi la strada, cercando possibilmente di non bagnarsi e scivolare... Percorso il tratto più suggestivo della gola, visto che eravamo un po' fuori allenamento, abbiamo poi provato una calata in corda doppia, scendendo da una parete di roccia di una quindicina di metri. Al ritorno invece, seguendo una traccia di cinghiali,  abbiamo esplorato il lato nordest delle gole, ammirando belle paretine rocciose, faggi monumentali e altri esemplari di tasso che qui trova il suo habitat ideale… 



 
 






 Video: Nelle Gole del Frido





















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