domenica 1 gennaio 2012

Diario - 31 dicembre 2011

Una ciaspolata nella foresta



“Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”
(M.Proust)

Veduta di uno scorcio di Cugno dell'Acero - foto by Indio. Sotto: 1. la neve che copre i faggi crea quasi un quadro astratto di linee verticali allineate; 2. un tratto del Canale Cugno dell'Acero; 3. veduta della foresta, dai piedi della cresta nord di Serra Crispo; 4. gli abeti di Piano San Francesco; 5. impronte di lupo nella neve; 6. paesaggio dai pascoli di Monte Pelato; 7. autoscatto nella neve

Avevo in programma un'escursione invernale alla Serra di Crispo dalla cresta nord, esattamente come quella di due anni fa. Ma la grande quantità di neve caduta in questi giorni ha ridimensionato i miei obiettivi... strada facendo.
 Parto da casa un paio di ore prima dell'alba. Anche stanotte ha nevicato, ma le previsioni mettono tempo poco nuvoloso. Faccio un pezzo di strada asfaltata, anche questa ingombra da un certo punto in poi da neve e ghiaccio. La strada asfaltata termina vicino ad un ovile di pastori, da qui si segue uno sterrato e poi un sentiero che mi porterà ad Acquatremola. La neve già qui è tanta, asciutta  e farinosa, e si sprofonda. Trovo delle tracce di lupo e seguo la sua pista in modo da sprofondare di meno. Metto giacca a vento per il freddo e le ciaspole, perchè la neve qui diventa sempre più alta... Prendo il sentiero di pecore che seguo sempre quando vengo da queste parti, ma ovviamente è tutto sepolto dalla neve e dovrò orientarmi in base ai punti di riferimento che conosco. Si può andare di notte con la neve solo se si conosce bene il percorso. 
E' una strana notte oggi, vedo lampi e sento tuoni all'orizzonte verso sud-ovest; in certe parti di cielo si vedono le stelle ma le montagne sono avvolte dalla nebbia. Intanto si fa sentire anche il vento freddo, che trasporta minuscoli granelli di neve fresca: si riflettono alla luce della lampada frontale come tanti trattini di luce. Ma i granelli cadono anche dal cielo ed è il segno che sta ancora nevicando. Procedo nei pascoli immersi nella neve, cercando di riconoscere i punti di riferimento che mi porteranno dalla giusta parte, facendo anche dietrofront in qualche caso. Il buio in montagna  mette sempre una certa apprensione, anche se irrazionale. Non esistono "pericoli", nè di animali selvatici né di altra natura; forse ciò che intimorisce davvero sono il mutismo, una indifferenza e un senso del non visibile che si scontrano contro le rassicurazioni umane della socialità e del rifugio rappresentato dall'avere case nelle vicinanze...
Ad un certo punto cala la nebbia e non vedo più niente, mi fermo e aspetto che la situazione cambi. Subito dopo la nebbia si dirada e sopra di me appare la volta scura del cielo stellato. Ci vuole ancora tempo affinché faccia giorno ed è ancora buio: solo oltre il Monte Pelato un evanescente chiarore sembra aleggiare all'orizzonte.  Non c'è traccia animali da queste parti, trovo solo un piccolo ragno nella neve, morto. L'alba porta una debole luce che mi permette di procedere finalmente senza lampada. Il tempo è nuvoloso ma spero che migliori più tardi. La neve più che essere tanta, è asciutta: si sprofonda e tutto ciò rallenta molto la marcia. Già adesso ho ridimensionato l'obiettivo: se ci riuscirò arriverò sulla punta della cresta nord da Piano San Francesco e ridiscenderò per la stessa via, senza arrivare alla cima. La foresta è ammantata di neve, che ricopre i tronchi e i rami, di faggio e di abete bianco. 
Spicca su tutto la veste invernale degli abeti ricoperti di neve, che dà alla foresta un'"atmosfera fiabesca" , come direbbe il buon Braschi. Le stagioni cambiano la montagna, ma non solo, anche le condizioni climatiche: e oggi la montagna sembra ancora più selvaggia e inaccessibile. Il freddo é tanto ma se si cammina non lo si sente. Si avverte a che temperatura stiamo quando ci si ferma qualche minuto per mangiare qualcosa.  Al Piano di San francesco finalmente esce il sole, il quale illumina la schiera di abeti che popolano il limitare della radura. Scendo verso Canale Cugno dell'Acero e anche  qui il paesaggio è dominato dalle rotondità delle forme della neve, che ricopre tutto. Da qui taglio a sinistra, in direzione della cresta nord, risalendo i pendii coperti dalla foresta. Scopro un bellissimo scorcio: una radura abitata dagli abeti illuminata dalla tenue luce filtrata dalle nuvole. E' davvero dura risalire i pendii, e più salgo e più la neve aumenta. Vedo la selvaggia cresta nord stagliarsi nella sua imponenza sulla foresta, sullo sfondo dei rami degli alberi... così vicina e così lontana per la neve. Metto il cappuccio, perchè smuovendo gli alberi mi cade la neve addosso e si infila nel collo. Ad un certo punto devo levarmi le ciaspole, perchè non riesco più a procedere. Prendo la piccoza e risalgo con la tecnica che si usa per i pendii, anche se in alcuni punti le gambe sprofondano fino alla vita. 
La cosa importante nelle escursioni invernali è avere un'attrezzatura essenziale, pratica e funzionale, che permetta soprattutto di restare asciutti e di non soffrire il freddo. Ho per esempio le mani congelate, perchè i guanti che indosso sono troppo sottili, ma ho portato con me anche i guanti da sci che mi consentono di appoggiare le mani nella neve.  Sbuco in un' altura da cui posso osservare la foresta che sta ai miei piedi. Sono già in ritardo con la tabella di marcia. Ho messo come limite le ore 12. Poi, dovunque mi trovi dovrò riprendere la via del ritorno, che è molto lunga, anche se sarò aiutato dal fatto di seguire la pista che ho già aperto nella neve. Non mi va di ritornare tardi,  stremato e per giunta col buio. Si riaffaccia un acuto dolorino all'anca sinistra, uno stiramento che ebbi in una  palestra di arrampicata sportiva, che ogni tanto si rifà vivo. Di sicuro oggi non sono al meglio delle mie performance e per affrontare la montagna in inverno più si è allenati e meglio è. Sono le undici passate e decido che è vano proseguire, visto che non riuscirò ad arrivare così presto all'obiettivo. Faccio un autoscatto per immortalare questo giorno. 
C'è quasi un metro di neve qui: la mia piccozza è 6o centimetri e supera il livello della neve di circa 20. Sarebbe bello campeggiare per più giorni anche se in condizioni un po' proibitive, e godersi questi paesaggi immacolati senza fretta. Lungo l'agevole ritorno il cielo ridiventa sereno.  Incontro solo delle piccole cinciarelle che saltellano da un ramo all'altro degli abeti. Forse in questa desolazione di freddo e neve si ciberanno delle larve che si trovano sotto la corteccia degli alberi. Il paesaggio che non avevo potuto osservare stamane per il buio si disvela illuminato dal sole del tramonto. Proprio da qui c'è una bella veduta di Serra di Crispo, da cui si nota bene la ripida cresta nord. Sarebbe opportuno creare un sentiero "ufficiale", con un minimo di segnalazione per dare la possibilità anche ai visitatori di osservare questi panorami che si aprono nei boschi e pascoli sopra Mezzana Salice, attorno ai piedi del Monte Pelato. Ritrovo le impronte di lupo e così lo sterrato che mi porterà alla strada asfaltata e così al mio villaggio...



6 commenti:

  1. Resti sempreil migliore blogger del Pollino! Grande Indio!

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  2. Grazie Ada.. Non lo so se son l migliore ma... w i blogger del Pollino!

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  3. Posti meravigliosi...grande Indio! http://roberto-lavalledelcesano.blogspot.com/

    Ciao Roberto

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  4. Ciao bello il tuo blog e bella anche la tua zona.. lo metterò tra i miei link.. A presto
    Indio

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  5. Immagini stupende Indio. Cariche di poesia. Complimenti

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