martedì 28 agosto 2012

In MTB: da Bosco Magnano a Castelluccio Superiore

In mountain bike (28 agosto 2012): San Severino Lucano, Bosco Magnano,  Perricchio (Agrmonte), Bosco Difesa, Castelluccio Superiore, Castelluccio I., Maccarrone, Pedali, Pantana, Serra (bivio per Visitone), Mezzana

in giallo la bella traversata di Bosco Magnano su sterrato, in blu le strade asfaltate - by Indio

Attraversare un bosco impenetrabile, abitato da cervi e branchi di cinghiali e sbucare in valli, paesi e frazioni isolate molto lontane dalla propria casa, per vie inconsuete, è un'emozione che forse solo la mountain bike riesce a dare. Raggiungo San Severino dalla mia frazione e poi Bosco Magnano. Prendo lo sterrato che conduce alle casette, da lì vado a destra, per la strada che dovrebbe portarmi nei boschi di Agromonte. Questa traversata su sterrato si rivelerà la parte più bella dell'escursione, in completa immersione nella natura. La zona pullula di cinghiali, li sento grugnire da lontano e li vedo attraversare la strada, con i cinghialetti che passano in fila indiana. Incontrerò circa cinque branchi in punti diversi. Una madre coi piccoli è allarmata dalla mia presenza e grugnisce un po' infastidita, osservandomi dall'alto del bosco. Resto fermo per fargli capire che non ho cattive intenzioni. Si allontana e proseguo.. poi la ritrovo dopo la curva... continua a grugnire, poi si allontana di nuovo. Ho costeggiato per un po' il recinto del capriolo: ho trovato i cervi, che se ne stanno vicino alla recinzione; gli faccio qualche foto, anche se il risultato è scadente visto che ho con me una di quelle banalissime (ma comode da portare però) compatte buone per fare foto a compleanni o in spiaggia. Spero che un giorno questo enorme recinto si possa smantellare, per ridare a Bosco Magnano l'aspetto naturale che meriterebbe... Arrivo ad un bivio segnalato: una stradina porta alla frazione di Magnano, un'altra alle Terme, un'altra ancora a Taverna Magnano.


 Dovrò andare dritto per sbucare in località Perricchio e poi proseguire per Castelluccio Superiore. La vegetazione scendendo comincia a cambiare, dai boschi di faggio si passa ai boschi di cerro, boschi cedui da sempre sfruttati, come si evince dalla dimensione degli alberi. La strada forestale sbuca in una strada asfaltata. Esploro i dintorni: c'è una cappelletta e anche delle case abitate in mezzo ai boschi, con orti coltivati tutt'intorno. Sento voci di persone nell'orto e un cagnolino vedendomi mi abbaia. Guardando l'indispensabile cartina dovrebbe trattarsi della contrada Giulioantonio. Proseguo nella direzione opposta per sbucare in località Case Perricchio. Più lontano si vede Agromonte. Il Monte Alpi mi sta di fronte con la sua imponenza.



Proseguo dritto, poi al bivio scendo a sinistra per Castelluccio Superiore. Prima la strada scende sotto dei calanchi, poi attraverso il bel Bosco Difesa e infine intravedo le case del caratteristico paese. La prima costruzione che incontro è una bellissima chiesetta edificata sulla roccia. Dopo aver attraversato il paese scendo per Castelluccio Inferiore, dove son stato una settimana fa. Rivedo il vigile dell'altra volta nella piazza, di fronte alla chiesa dove si sposarono i miei.







Mi dirigo adesso proprio nella frazione d'origine di mia madre, Maccarrone, per poi sbucare a Pedali. La prima contrada che si incontra è quella di Provenzano. Per la strada incontro operai dei cantieri forestali e una donna che dice di aver perso un maiale. Faccio la salita e poi mi fermo a bere ad una fontana. Il maiale sta sopra, se ne sta andando lungo una stradina sterrata. Vorrei avvisare la donna ma poi dovrei rifarmi di nuovo la brutta salita. Faccio una pausa e vedo arrivare la donna che, trovata la scrofa, le parla come se fosse una bambina capricciosa. Scene d'altri tempi. Noto stalle dai muri di ballette di paglia, trattori, animali e campi coltivati ai lati della strada. Molto belle e agresti queste frazioni, sarebbero l'ideale per mettere su qualche agriturismo.

 

 A Maccarrone ho dei parenti, ma non ricordo più la loro casa. Non venivo qui dai tempi dell'infanzia. Dovrei chiedere in giro ma poi noto subito il cugino di mia madre affacciato in veranda coi nipotini. Gli domando se mi conosce ma lui mi guarda e non mi riconosce, poi gli dico "a chi appartengo" e capisce subito. Mi invita subito a entrare. E' ora di pranzo. I parenti vorrebbero farmi mangiare a tutti i costi ma gli spiego che fare un pasto completo mi farebbe solo male, per la faticosa pedalata che mi aspetta. Devo accettare però una decina di cocci di pasta e dei fichi. L'ospitalità della gente di campagna nel Pollino è ancora viva... Sto così  più di mezz'ora a chiacchierare con loro e mi riposo, poi saluto tutti e riparto.


Da qui ad arrivare a Pedali non è difficile. Da Pedali in poi invece... si pedala! Viggianello lontano sembra immerso nelle valli e tra le montagne che lo circondano. L'obiettivo adesso é raggiungere località Pantana: una salita ciclisticamente impegnativa e stressante. Mi devo fermare ogni tanto per riprendere fiato. Arrivato a Pantana comincia a stagliarsi la sagoma di Serra di Crispo. Da lì devio per la contrada Pietre Lisce e poi raggiungo la Serra. Le cime del Pollino si stagliano imponenti dai rimboschimenti di pino nero. La luce è tersa e illumina le valli. Questa bella traversata di boschi selvaggi, contrade e paesi è ormai quasi conclusa.



1 commento:

  1. Vincenzo A.: Caro Indio, come previsto la salita da Pedali a Pantana è molto tosta, le provinciali sono sempre preferibili in bici...
    Bella avventura bel racconto e belle foto. Particolarmente apprezzato l'episodio della scrofa scappata...

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