lunedì 25 agosto 2008

Diario -24 agosto 2008

agrifoglio vicino Acquafredda, sullo fondo della foresta tra Cresta della Madonna, Timpone Cannocchiello e Timpone di mezzo- foto by Indio sotto: 1.scorcio della faggeta; 2. autoscatto nelle gole del frido 3. gole del Frido nel tratto finale
Quando si sbaglia il sentiero
Avevo programmato un'escursione in mezzo ai boschi, facile e non molto lunga, delineando un percorso ben preciso. L'escursione però si è trasformata in una faticosa gita esplorativa (simile a quelle che facevo in passato... a ben vedere); ma la riporto lo stesso sul blog. L'idea era partire da Frangiosso, ai piedi di Timpa della Madonna e a ridosso di Timpone di Mezzo, arrivare ai piani di Vaquarro e da lì a Jannace. Avevo fatto il percorso tanti anni fa, ma all'inverso. In passato non avevo l'abitudine di prendere appunti sui sentieri (come invece faccio adesso); avevo quindi solo un ricordo vago della zona. L'escursione è partita male subito, perchè dalle sorgenti del Frido ad Acquafredda, essendo estate, c'è una giungla intricata di rovi e felci. Le stradine dei pastori esistono ancora ma la vegetazione le sta inghiottendo. Ho faticato non poco per districarmi da quel caos di spine e di rovi. Alla fine mi porto sulla strada che conduce da Conocchielle alla fontana di Acquafredda. Arrivo alla fontana. Esce un filo sottile d'acqua. Ho dimenticato la borraccia e devo bere con un bicchiere di plastica trovato per terra. Bevo tanto, non potendo trasportare l'acqua appresso. Da qui inizia il sentiero che va a Vaquarro. L'imbocco del sentiero che porta a Vaquarro è situato in alto rispetto alla strada principale. Avendo fatto il sentiero in passato all'inverso, non potevo ricordarmi precisamente dove esso sbucava. Altro errore: non avere guardato sulla cartina. Qui si capisce subito che la strada principale che passa vicino alla fontana si perde nel bosco. E io proprio quella vado a prendere, convinto che si trattasse del sentiero che portava a Vaquarro. Non bisogna mai essere faciloni! Procedendo mi accorgo subito che le cose non quadrano: sto costeggiando le pendici rocciose di Timpa della Madonna, e non il Timpone di Mezzo. La stradina mi sta portando ad est invece che ad ovest. Ma ormai tornare indietro non serve. La strada (utilizzata al solo scopo di andare a fare legna nel bosco) ad un certo punto si perde nel bosco, come indica la cartina. Il percorso lo scelgo io liberamente, adesso. Andando dritto dovrei sbucare da qualche parte, nei pressi di Vaquarro. La foresta è qui fitta e silenziosa e offre scorci indimenticabili: faggi secolari dai tronchi enormi, altri alti decine e decine di metri. Mi appare un quadro di grande maestosità: un faggio enorme abbattuto da un fulmine, un altro alto e slanciato, di almeno quaranta metri, la scoperta di un piccolo pino loricato aggrappato sulla sommità di una roccia, proprio a ridosso del bosco... Continuo a camminare nella foresta buia, quando di fonte a me, dietro gli alberi, appare la luce: sono nei pressi di un'altura o di un sentiero scoperto... Mi ritrovo sulla sommità del ripido sentiero che avrei dovuto prendere da Vaquarro per andare a Iannace, com'era nel programma! Sono sulle pendici di Timpone Cannocchiello. Sotto di me si estendono i due pianori di Vaquarro. Guardando per la prima volta la cartina capisco perchè sono arrivato qui. Tuttavia il gioco è fatto: basta proseguire e andare a Iannace, secondo il percorso che avevo delineato. Ma la curiosità di capire dov'era l'imbocco esatto del sentiero che avrei dovuto prendere stamane per andare a Vaquarro mi spinge a tornare indietro e ad abbandonare l'itinerario. Ormai il trekking è diventato un'esplorazione... in effetti ho conosciuto per caso una parte della foresta tra Cannocchiello e Timpa della Madonna... Scendo così a Vaquarro e faccio il bel sentiero che avrei dovuto percorrere stamattina. Ad Acquafredda arrivo subito. L'imbocco del sentiero è in una bellissima radura nascosta, sopra la stradina principale, con faggi secolari e massi enormi: un vero spettacolo. Tanti anni sono passati e mi ero dimenticato il posto... Disegno sul mio taccuino l'imbocco del sentiero e attacco un nastro su un albero di spine. Ho superato l'esame: ormai si può dire che conosco il sentiero. Adesso però bisogna tornare a casa e voglio assolutamente evitare l'inferno dei rovi. Come tante aree questa era una zona di pascolo e con l'abbandono della pastorizia essa si è riempita di rovi. Potrei andarmene per la strada principale che porta all'abitato di Conocchielle, ma è lontana e non mi va. Una volta c'era un sentiero che da qui arrivava fino al Santuario, in cima, ma il sentiero si è ormai perso; un suo recupero avrebbe un grande valore storico in quanto esso rappresentava la strada che utilizzavano molti pellegrini decenni e decenni fa... Mi viene così un'idea un po' delirante, mosso ormai da spirito esplorativo: utilizzare come strada il letto del torrente Frido. Aggiro la "giungla" e vado nel torrente. Scendere il Frido richiederà tanto tempo ed una enorme pazienza, sia per la lunghezza del percorso, sia perchè in alcuni punti dovrò camminare rannicchiato sotto i numerosi rami secchi accasciati sul letto del fossato. Potrò in pochi casi costeggiare il torrente, perchè come ho già detto la zona è un intrico di cespugli e rovi. Tra i massi e le pozze d'acqua poi si procede molto lentamente e bisogna stare attenti a non scivolare. In alcuni tratti massi monumentali sono incastonati sul corso del torrente e in altri esso assume quasi la forma di canyon... sopra di me posso invece notare i paurosi crepacci della Timpa della Madonna: sono scorci spettacolari e indimenticabili. Finalmente mi appaiono le briglie: sono arrivato alle Sorgenti del Frida, che forniscono l'acqua alla Puglia intera. La discesa è finita e vado a dissetarmi con l'acqua pura e ghiacciata della vecchia fontana...

6 commenti:

  1. Ciao, ho trovato per caso il tuo sito. molto interessante, davvero.
    Volevo chiederti una specie di "consulenza"...da quella che è la tua esperienza, potresti consigliarmi un percorso SOLITARIO da fare con zaino e tenda da uno, per una settimana circa, senza salire troppo di quota?

    Ho bisogno di star da solo e riflettere su molte cose stando a contatto con la natura. So che ci sono molti posti in umbria ad esempio...
    Io abito in provincia di Torino ma non ho problemi di spostamento, ovviamante.

    Grazie del tuo aiuto, e continua così!!

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  2. Dico innanzitutto che sono lieto di trovare persone come te che apprezzano la natura... Beh prima di tutto vorrei precisare che io non ho purtroppo mai fatto un'escursione in solitaria per più di un giorno. I miei genitori non me l'hanno mai permesso da solo.Il mio sogno sarebbe fare una settimana da solo sulle cime innevate, d'inverno. Ma vengo a te.Cerco di aiutarti per quel che posso. Se non vuoi salire troppo in alto mantieniti sui duemila metri.. Se hai le Alpi vicine io andrei là. Visto poi che hai visitato il mio blog ti potresti fare un giro sul selvaggio Pollino! Quanto al percorso l'ideale sarebbe toccare ogni giorno una cima diversa (percorso lungo le creste: facile perchè non si sta in mezzo ai boschi e non c'è il rischio di perderti) magari accampandoti a valle nei pressi di una sorgente.Io faccio sempre percorsi ad anello, perchè non mi piacciono i percorsi andata e ritorno: bisogna sempre chiudere il cerchio...Io poi amo molto le foreste e passeggiare in mezzo ai boschi. Non ci stanno percorsi obbligati poi, magari potresti decidere via via... però un po' di programmazione ci vuole.L'acqua è importante nei treking di più giorni, per cui individua posti in cui potrai fare rifornimento.Trova la cartina della zona che vuoi visitare e studiala bene. Informati sulle attrattive del posto(fauna, flora ecc.). Penso che più del percorso sia importante l'equipaggiamento... anche se dovessi perderti per un momento, hai i viveri e non hai problemi d'orario. Porta provviste abbondanti e porta solo gli oggetti indispensabili. Sette giorni con uno zaino pesante non sono uno scherzo. Cerca comunque posti in contaminati, lontani dai centri abitati. il materiale d'emergenza è importante e forse è superfluo che te lo dica:accendino, telo termico d'emergenza, giacca impermeabile,fischietto segnalatore e kit di pronto soccorso; porta due cellulari magari... Informati bene sulle condizioni meteorologiche.E' forse superfluo che ti consigli di fare molto allenamento prima, anche se non vuoi fare un'escursione molto impegnativa.Beh spero di averti dato una mano. Buona avventura into the wild e... realizza il cerchio! ;-)

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  3. Veramente un bel blog, complimenti!

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  4. Ciao Indio,emozionante il tuo post,credo di avere in comune con te questa voglia di uscire dai soliti schemi ed errare in cerca di avventura.
    Ne approfitto per chiederti una informazione:mi sta frullando per la testa di fare un anello discendendo il Frido da Vaquarro,arrivare alla confluenza del fosso Jannace(sorgenti di Frida) e risalirlo fino a sbucare sotto Serra Crispo.Puoi indicarmi i tempi e le difficoltà?
    Un saluto
    Master

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  5. Ciao! Non è difficile il percorso anzi. La parte più impegnativa è la discesa del torrente, ma solo perchè come spiego nel post bisogna spesso passare accovacciati sotto i rami. Tuttavia diventa un'esperienza divertente. da Vaquarro ci vuole ancora più tempo. Io c'ho messo due ore e mezza ma da Acquafredda. Dalle sorgenti del frido a fosso iannace non c'è granchè da dire: segui la strada asflatata per il santuario, arrivi al piazzale dove finisce la strada asfaltata e comincia quella fatta a pietre, nel bosco.per arrivare qui impieghi mezz'oretta. Da lì segui il sentiero delle gole di iannace, realizzato da braschi(bellissimo, non so se ci si mai stato)che ti porta facilmente a piano iannace e poi a serra crispo. Ci vogliono circa tre ore. da lì immagino che dovrai tornare a colle impiso, ma quanto tempo ci vuole lo sai meglio di me. Spero di averti aiutato.. alla prossima.

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  6. sempre x master... visto che vieni da lotano forse ti converrebe fare un giorno e mezzo di escursione, in tutta tranquillità, con la tenda...

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