domenica 26 agosto 2007

Animali "vaganti"

Capita spesso mentre si è con le auto sulle strade del Pollino di incontrare di notte numerosi animali selvatici. Molti mammiferi selvatici cacciano infatti di notte ed è per questo che li si può incontrare con tanta facilità. Perciò fate molta attenzione di notte a non investire gli animali che sono costretti per colpa nostra ad attraversare la strada durante i tragitti nei loro territori di caccia. L’altra sera con un mio amico eravamo sulla strada che da Voscari va a Viggianello dirigendoci verso Rotonda. Lungo il percorso ben tre volpi e una donnola ci attraversano la strada nel giro di mezz'ora. In questi casi gli animali abbagliati dalle luci restano spesso in mezzo alla strada un po’ frastornati ed indecisi. Al ritorno, sempre lungo la stessa strada incontriamo invece un tasso, animale che non mi era mai capitato di vedere (se non ucciso da mio padre che era cacciatore, quand’ero piccolo). Più avanti invece ci capita di incontrare un animale che all’inizio somiglia ad uno scoiattolo, ma che dopo identificherò come una martora (potrebbe essere anche una faina, ma ha le orecchie troppo grandi). E’ un vero zoo itinerante quello di stasera. E' bello cogliere gli animali nel loro ambiente naturale, anche se l'incontro dura per pochi secondi. Meglio così che vederli in gabbia, imbalsamati oppure uccisi!

mercoledì 15 agosto 2007

Diario 13 agosto 2007

pini loricati sul Monte Pollino - foto by Indio

Monte Pollino cresta sud-ovest - cima - versante nord-est

Il percorso che conduce da Colle Gaudolino alla cima del Pollino è uno di quelli più belli e “frequentati”. L’imbocco è nella parte alta del piano, nella direzione di un gruppo di faggi isolato. Il sentiero si snoda all’inizio in un tratto boscoso con grossi faggi che spesso affondano le loro radici nella roccia per poi sbucare in alto tra le rocce assolate dominate da alcuni caratteristici pini loricati. Da qui si sale in cima senza percorso obbligato. E’ preferibile mantenersi sulla dorsale rocciosa, a sinistra, per godersi lo spettacolo dell'anfiteatro di pareti rocciose popolate da colonie di monumentali pini loricati che sovrastano i boschi sottostanti. Mi allontano dalla sommità della dorsale aggirandomi tra le rocce sottostanti per fare qualche foto un po’ più originale. Per ritornare sulla sommità devo arrampicarmi su enormi massi dalla forma squadrata. In questi casi bisogna stare attenti per il pietrisco scivoloso e perché alcune pietre possono staccarsi e rotolare giù investendoci. Quando ci si aggrappa ad una roccia bisogna perciò assicurarsi che sia stabile. L’arrampicata libera è comunque sempre divertente. E’ una bella giornata oggi, ideale per fotografare il paesaggio. L’aria è tersa e il cielo è pieno di nuvole erranti. In cima sono accampati due escursionisti e altri tre giungono alla meta dopo di me. Dalla cima mi dirigo verso il versante nord – est che scende giù fino a Sella Dolcedorme. Lungo la facile discesa incontro un caratteristico gruppo di piccoli pini loricati. Su questa dorsale sono quasi del tutto assenti grossi pini loricati. Dalla sella (insenatura che separa il Pollino dal Dolcedorme) si prende il sentiero che porta ai Piani di Pollino. L’itinerario che ho scelto è ad “anello” e prevede adesso di percorrere non la strada dell'andata ma un altro sentiero che dai Piani di Pollino conduce alla località di partenza, Gaudolino. Il sentiero si prende dalla strada che conduce a Vacquarro la quale inizia all’estremità sud – ovest dei piani. Il sentiero è quasi pianeggiante all’inizio, poi si fa più ripido scendendo bruscamente al Colle Gaudolino. E’ uno dei tanti sentieri poco frequentati e conosciuti del Pollino. Da Gaudolino si discende fino a Colle Impiso…

mercoledì 1 agosto 2007

Diario - 29 luglio 2007

paesaggio da Celsa Bianca - foto by Indio

Da Celsa Bianca a Pollinello

In quest’escursione non ho voluto toccare nessuna cima. La mia curiosità si è soffermata sulla cresta di Celsa Bianca, crinale che delimita a sud ovest la Serra Dolcedorme, separandola dal Monte Pollino. Questa è probabilmente una delle zone più selvagge del massiccio. Pochi turisti saranno scesi (o saliti) su questo crinale aspro e molto ripido nell’ultimo tratto. Dato che avrei voglia di rivedere il patriarca, il pino loricato più longevo dell’intero Pollino, prendo un sentiero che conduce alla splendida Serra del Pollinello, dove si trova anche il pino “gemello” immortalato da Giorgio Braschi sulla copertina del suo libro capolavoro: “Sui sentieri del Pollino”. Il sentiero non è segnato sulla cartina e sembra all’inizio non essere disgiunto da quello che da Gaudolino conduce a Pollinello. Questo curioso nome è legato al fatto che questo luogo sembra un altro monte in miniatura attaccato al Monte Pollino…un piccolo Pollino insomma. E’ uno dei tanti toponimi curiosi della nostra montagna, la quale vanta una serie di nomi che spaziano da quelli più romantici (Dolcedorme), a quelli legati alla civiltà greca (Pollino, appunto) a quelli che evocano immagini bibliche e terrifiche o le gesta di antichi eremiti (Timone Salomone, Cozzi dell’Anticristo, Serra del Prete) ai nomi più rustici e popolari, che sono quelli più diffusi (esemplare è il Monte Grattaculo).Sarebbe interessante fare una ricerca sull’origine di questi toponimi, i quali dimostrano come il Pollino, a dispetto della sua immagine di regione aspra e selvaggia, è stato sempre popolato e attraversato dall’uomo. La segnaletica come ho spiegato più volte, lascia a desiderare, così un giorno mi sono ritrovato sbagliando la traccia, non a Pollinello, ma sopra di esso(sull’omonima serra). Arrivato alla serra, vado subito a far visita al Patriarca. E’ nascosto tra i faggi e da lontano si vede solo la cima; per osservarlo in tutta la sua maestosità bisogna scendere giù superando gli alberi che ostruiscono la sua visuale completa. Per fotografarlo tutto intero è necessario un grandangolo, altrimenti dovete scegliere tra il soffermarvi sulla cima oppure sul tronco … perché è così grosso che non entra nell’inquadratura. Il tronco misurerà circa più di tre metri di diametro e le radici sembrano scorrere sulle rocce come un torrente. Dopo aver fatto qualche foto (insignificante, a dir la verità … ripeto, senza grandangolo non si fa niente), mi dirigo, seguendo il limite del Bosco Pollinello, verso Sella Dolcedorme,che separa Pollino da Dolcedorme. Poi vado a prendere la cresta di Celsa Bianca. Arrivato sulla sommità del crinale mi si apre subito uno scenario mozzafiato: centinaia di pini loricati fanno da anfiteatro ai crinali scoscesi del Dolcedorme, che da qui si osserva in tutta la sua possente bellezza… La cresta all’inizio è pianeggiante, poi comincia a scendere bruscamente; per brevi tratti è invasa da piccoli faggi. In alcuni punti si aprono sotto di me burroni spaventosi: i crinali scendono bruscamente nella foresta sottostante, per centinaia e centinaia di metri. Anche in questo caso ci vorrebbe un bel grandangolo per immortalare gli scenari che si rivelano allo sguardo passo dopo passo. Sento tra i faggi il rumore di un animale che, avendo avvertito la mia presenza, s’è messo a correre giù per il bosco. Sicuramente sarà un grosso cinghiale … La cresta scende sempre di più e la sommità del Dolcedorme non si vede più. Scendere per la cresta è stato facile; salire, facendo il percorso inverso sarebbe molto faticoso, ma anche accattivante. I prati di Pollinello sono sotto di me ormai. Devo solo attraversare il fossato che divide Celsa Bianca dal Pollinello ed il gioco è fatto. Non resta che proseguire per il sentiero (uno dei più belli del parco) che taglia i versanti meridionali della montagna arrivando al Colle Gaudolino, il pianoro che sta alla base del Monte Pollino… Caratteristico è il tratto di sentiero scoperto, scavato nella roccia, dal quale si possono ammirare le pareti rocciose della montagna a cui sono aggrappati monumentali pini loricati. Da Gaudolino si prosegue scendendo fino a Colle Impiso…