domenica 30 dicembre 2007

Diario - 29 dicembre 2007

veduta da Serra Crispo - foto by indio
Il giardino innevato

La Serra di Crispo, con i suoi 2053 metri, è forse il posto più suggestivo dell’intero massiccio, tanto da essere spesso denominato con l’appellativo di “giardino degli dei”, per la suprema bellezza che regna su questa montagna. Con la neve e il ghiaccio che avvolge i rami dei pini loricati lo spettacolo aumenta ancora di più. Sicuramente è in inverno, con la neve, che la montagna rivela i paesaggi e le atmosfere più segrete e misteriose. Sono partito da Mezzana assieme all’amico Vincenzo, instancabile compagno di avventura. L’itinerario inizia dal sentiero delle superbe gole di Fosso Iannace, sentiero che da solo giustifica l’escursione. Mezzana e le altre frazionisono già lontane, giù a valle, avvolte dalla nebbia incessante di questi giorni. Arrivati al Fosso Iannace la nebbia è sparita. Da qui già possiamo vedere il mare di nebbia sospeso sulle valli del Pollino, giù, fino al Monte Alpi e al Monte Sirino. Il sentiero dei Fosso Iannace è ingombro di neve bassa e ghiacciata. Qui dimorano da secoli maestosi esemplari di abete bianco, mentre più sopra, aggrappati alla roccia, troviamo una colonia di giovani pini loricati. Arrivati a Piano Iannace è d’obbigo indossare le racchette. La neve è già qui alta ed asciutta. Siamo diretti al piano di Toscano. Incontriamo uno scoiattolo e una lepre che fugge via velocissima. Per il resto non sembra esserci altra forma di vita animale. Tutto è avvolto dal “silenzio bianco” del gelo e della neve. Al Piano di Toscano ci dirigiamo direttamente alla Serra di Crispo, salendo sui crinali avvolti dal bosco di faggio, che sottostanno alle rocce popolate dai pini loricati. Al giardino degli dei l’atmosfera è veramente fantastica: i pini loricati sono avvolti dal ghiaccio e dalla neve... sembrano quasi degli strani, giganteschi coralli. Dalla cima il paesaggio è mozzafiato: il mare di nubi è sospeso anche sulle valli della Calabria, fino al mare e circonda le vette della Timpa di San Lorenzo e della Timpa di Cassano… La vetta del Monte Sellaro sbuca più indietro dalla nebbia… Ci rifocilliamo un po’, qualche telefonata per salutare amici e persone care, e poi ci mettiamo sulla via del ritorno, scendendo in direzione di Selletta della Porticella e quindi del Piano di Toscano. Purtroppo, visto che le giornate sono corte, bisogna procedere con fretta. L’ideale sarebbe prendersela comoda e campeggiare sulla neve un paio di giorni… magari scavandosi una bella buca nella neve come campo base. Arriviamo al tramonto a Piano Iannace, ci leviamo le racchette e ci dirigiamo di nuovo verso le gole. Sono ormai le cinque e il buio comincia a calare lentamente. Nella neve notiamo un gioco di sfumature e di riflessi rosso – volacei, quasi impercettibile… E’ ora di adoperare la lampada frontale perché il buio avvolge ormai la foresta di faggi e abeti. Procediamo così nell’oscurità sul ripido sentiero, ripercorrendo le nostre tracce dell’andata. Bisogna stare attenti perché c’è il rischio, col buio, di non vedere bene dove si mettono i piedi e quindi di scivolare e cadere. Il cielo sopra di noi è punteggiato da migliaia e migliaia di stelle dalla luce brillante… i faggi e gli abeti slanciati vi si proiettano con le loro sagome scure . Non è facile di solito vedere un cielo così. Le stelle più lontane, a causa delle illuminazioni dei paesi, non si vedono affatto. A Roma, dove studio, ne riesco a notare a malapena una decina! Usciamo dal bosco portandoci sulla strada asfaltata. Il mare di nebbia non ha abbandonato le valli. Notiamo curiosamente che in corrispondenza delle frazioni e dei paesini la nebbia riflette la luce dei lampioni… E’ un bellissimo effetto. Sotto di noi, verso il fossato e sul lato sinistro della strada, sentiamo i caratteristici grugniti di una mandria di cinghiali... L’escursione è finita e come sempre il Pollino, con le sue meraviglie e le sue suggestioni,ci ha ricompensati delle fatiche dell’escursione…