giovedì 10 luglio 2008

Paura

dirupi rocciosi sul versante meridionale di Serra Crispo - foto by indio; nella foto sotto l'autore del blog su una torre di roccia fotografato dall'amico Valentino
La paura è un sentimento naturale e in montagna occasioni per provare paura ce ne stanno... Ma se non esistesse la paura non esisterebbe nemmeno il coraggio nell' affrontarre situazioni difficili e pericolose. In una società come la nostra che ci vorrebbe tutti atrofizzati e che predispone comodità per ogni nostra abitudine quotidiana (anche negli sport di montagna, per i quali esistono ogni tipo di attrezzature e di accessori), allora mettere alla prova se stessi è un buon antidoto contro l'assopimento generale della mente e del fisico. Rischiare sì, ma fino ad un certo punto però. Mi ricordo un 'escursione in particolare nella quale davvero ho provato tanta paura. Ero più giovane e ancora incosciente. Da Pietra Castello mi ero diretto in direzione della Fagosa (da solo) per arrivare alla Grande Porta seguendo il sentiero. Arrivato sotto Serra Crispo non riuscivo a distogliere lo sguardo dai dirupi meridionali della montagna con i superbi pini loricati arroccati sulla roccia. Cambiai percorso. Quella visione di natura selvaggia e inviolata era un richiamo irresistibile. Decisi così di percorrere una parte del bosco selvaggio che ammanta i crinali della serra per poi portarmi sul tappeto di massi che sta alla base delle pareti di roccia verticali. L'ambiente è estremamente selvaggio. Passai da un masso ad un altro e alla fine arrivai alla roccia. Cominciai ad arrampicare. In questa zona è facile scivolare per la presenza del pericoloso pietrisco (non avventuratevi mai in canaloni e zone di pietrisco se non siete esperti!). La salita era più difficile di quanto pensassi. La roccia sopra di me adesso cominciava ad estendersi in verticale. Cominciai a capire che avevo fatto una cazzata nel voler provare la salita. Non potevo procedere in verticale, era troppo rischioso. Se fossi scivolato avrei rischiato di cadere andando giù per decine di metri per andare a finire contro il tappeto di massi alla base della montagna. Poche decine di metri e un piede messo nella posizione giusta o sbagliata avrebbero potuto decidere della mia vita o della mia morte. Cominciai a tremare. Dovevo uscire da quella situazione. Pensai alla mia famiglia, mi prese il panico. L'unica soluzione era procedere nella salita in diagonale sfruttando gli appigli delle rocce e stando attento al pietrisco. Avrei allungato il percorso ma avrei trovato una strada più agevole e soprattuttonon avrei rischiato di... morire. Mentre continuavo sentii di stare scivolando... il pietrisco cedeva sotto i miei piedi. Il pietrisco cedette e così strisciai cadendo giù, fortunatamente per pochi metri. Mi alzai e riuscii subito a mantenere la calma: "Non è successo niente" dissi tra me e me. Notai che le pietruzze mi avevano lacerato i gomiti. Da quello destro usciva molto sangue. Un pezzo di pelle era andato via, lasciando intravedere l'osso. Continuai con cautela e aggirai un pilone di roccia. Da lì era facile arrampicarsi e sbucare nei pressi della vetta. Arrivai alla sommità. Serra Crispo si svelava in tutta la sua bellezza. "Ce l'ho fatta", dissi "ce l'ho fatta, come sempre". Mi avviai alla fontana e lavai tutto quel sangue con l'acqua gelata della fonte Pittacurc'...