Sono le quattro di pomeriggio ed ho ancora mezz'ora di luce per
scendere e accamparmi. E' sempre bene non farsi sorprendere dal buio quando
si deve bivaccare, perché la scelta e la predisposizione del campo
sarebbero difficoltose, pur avendo con sé la lampada frontale. Scelgo una piazzola nel
bosco, a ridosso di un masso e poco distante da un grande faggio. Calpesto bene
la neve prima di stendervi il telo di base. Assicuro la copertura
con piccozza, bastoncini, rami d'albero. Di vento non ce n'è, ma è sempre
bene non rischiare. Intanto il freddo cala assieme al buio. Ci sono impronte
di lupi lungo il sentiero e anche più giù, dove sorge l'acqua della fonte:
probabilmente si tratta di lupi che andavano a bere. Siamo più a bassa quota
rispetto alle creste, ma il freddo si sente maggiormente ai Piani. Entro in
tenda e vi porto tutto quello che ho. Dovrò starci più di dieci ore e spero in
tutto questo tempo di riuscire a dormire. La tenda è sulla neve e la neve è
ovviamente fredda, ma il materassino mi isola abbastanza dal terreno. Fuori si sente solo il verso degli allocchi;
assieme ai lupi che si muovono come fantasmi sono i miei "fratelli della
notte". La temperatura si è abbassata, ci saranno meno quindici gradi fuori. Per
riscaldare un po' l'ambiente accendo una candelina che avevo nel kit di
sopravvivenza. Riguardo tutte le foto, poi non resta che mettersi nel sacco
per provare a dormire. Ci riesco un po', svegliandomi diverse volte. Il freddo si
fa sentire e per stare più al caldo indosso anche il piumino. Mi giro e rigiro sul
materassino finché, forse verso le quattro, piombo in un sonno profondo. Nel
dormiveglia di questa notte è come se le parti del mio corpo si fossero
separate, come se si trattasse di individui diversi, con esigenze diverse. Mi sveglio alle
sette e mezza. La tenda è illuminata dai raggi del sole, guardo fuori e la cima
del Dolcedorme risplende di luce. Rimetto tutto a posto e sgombero il campo nel
giro di mezz'ora. I piedi sono intorpiditi: le scarpe, infatti, sono ghiacciate,
ma camminando il sangue si rimetterà in moto e mi riscalderà. Arrivo ai
Piani, la neve è immacolata, l'atmosfera selvaggia. Più avanti trovo le
impronte fresche di un branco di lupi: dovrebbero essere tre. Fratelli della
notte.