In occasione del secondo “raduno” degli autori delle guide ufficiali del Sentiero Italia CAI edite da Idea Montagna, ho potuto finalmente visitare alcuni luoghi dell’Alta Murgia, percorrendo dei tratti di Sentiero Italia. Sebbene esitano tratti boscosi e aree dove la Murgia è ancora tutto sommato selvaggia, ciò che risalta principalmente in questo paesaggio sono i resti dell’antico mondo agropastorale, dalle antiche masserie signorili agli jazzi,
ai trulli, ai muri a secco sapientemente costruiti con le chiare pietre calcaree. Un luogo ricco di storia e cultura ma anche di flora e fauna: basti pensare alla presenza del lupo di cui si possono incontrare le tracce lungo i sentieri. Un mondo agropastorale che continua a vivere con i campi coltivati, i boschi di ulivi, i campi di mandorli, le masserie e gli agriturismi che puntano sulla rivitalizzazione turistica dell’area con l’enogastronomia, l'escursionismo e il cicloturismo. In cammino si incontrano poi le testimonianze della storia con la A maiuscola, come nel caso del suggestivo castello federiciano di Castel del Monte, tappa del Sentiero Italia.
Accompagnati dall’amico
Corrado Palumbo (uno degli autori del volume 4 e guida esperta di queste aree) e da Domenico, esperto di erbe selvatiche e funghi, la prima meta è Masseria Jesci, una masseria signorile fortificata che in passato funzionava da stazione di posta, del tutto indipendente dal centro abitato. La struttura vanta la presenza di una suggestiva cripta dedicata a San Michele Arcangelo, con affreschi più antichi in stile bizantino e altri realizzati in epoca rinascimentale. Il custode di questo luogo unico è il cantastorie Donato Laborante, che ha l’abilità di catturare il visitatore con il suo piglio magnetico e teatrale, conducendolo alla scoperta dei segreti di questo luogo unico, location cinematografica che comprende anche l’allestimento di opere d’arte contemporanea.
Il secondo giorno ci aspetta un’escursione a piedi dalla Tenuta Tedone Consolini fino al grande Jazzo del Demonio, luogo simbolo dell’Alta Murgia, legato alla storia della transumanza nonché a culti e leggende locali. In questi jazzi si notano caratteristiche strutture in pietra come i mungituri (passaggi stretti per pecore e capre che servivano appunto allo scopo della mungitura), i “muri paralupi” con pietre poste a mo' di tettoia per impedire ai lupi di arrampicarsi e cisterne per la raccolta di acqua piovana, indispensabili in un territorio povero di acqua come questo. Ci si trova all’interno del Bosco di Scoparello, dominato dalla presenza della roverella. Altra struttura interessante dove passiamo è il vecchio e alto ponte dell’Acquedotto pugliese.
Altra passeggiata che ci attende (assieme a tanti soci di sezioni locali del CAI nonchè di altre associazioni escursionistiche) è quella da Sansanello a Castel del Monte: si attraversano campagne coltivate a vigne, mandorli e ulivi, punteggiate di casolari abbandonati e bellissimi trulli, che qui, a differenza di paesi come Alberobello, non venivano usati come abitazione ma come deposito rurale. Castel del Monte spicca da lontano, dominante sull’altura all'orizzonte. Vi arriviamo dopo un po’, ammirando l’imponente struttura di pietra calcarea, con colonnine a architravi ricavate nelle caratteristiche brecce calcaree. Sulla funzione di questo castello, ancora avvolto in una sorta di mistero, ci sono varie tesi contrastanti, tra cui quella – più suggestiva - che fosse una sorta di tempio della cultura e dell’unità delle religioni monoteiste.
Il terzo giorno si riprende il cammino nella Murgia lungo la tappa SICAI Quasano – Altamura. Si passa accanto alla Masseria de La Sentinella, la cui costruzione risale al 1640, la quale presenta un’adiacente cappella terminata nel 1855 e allo Jazzo della Sentinella, struttura abbandonata, interessante tra le altre cose, per presentare, conservato all'interno, ancora un grande camino che i pastori usavano per la bollitura del latte, e quindi per la preparazione del formaggio.
Un’altra bella sorpresa – sorpresa perché non conoscevo ancora questo sito – è la visita al Pulo di Altamura, un’enorme dolina carsica che ricorda il cratere di un vulcano, sul fondo della quale sono presenti anche inghiottitoi e ampie grotte, mentre le pareti che la sovrastano – siti di nidificazione dei rapaci - presentano anfratti abitati fin dalla preistoria.
L’ultima tappa di questo tour è la visita a località Lamalunga: è visibile la cupola protettiva posta sull’ingresso della grotta del ritrovamento dell’Uomo di Altamura, un uomo di Neanderthal che a causa delle concrezioni calcaree è ormai un tutt’uno con il resto della grotta. Un sito di alto pregio paleontologico ma anche naturalistico, per la sua bellezza: fortunatamente è stato sventato il progetto scellerato di rimozione dei resti dell’Uomo per trasferirlo in un museo, operazione che sotto le vesti della “scientificità” ne avrebbe compromesso il suo grande valore (anche scientifico). È possibile visitare il museo e godere dei filmati dell’Uomo di Altamura con degli speciali occhiali con vista 3D.
Anche quest’avventura è finita ed è il momento dei saluti e degli abbracci tra gli autori delle guide di Idea Montagna. Un ringraziamento particolare va al nostro “cicerone” Corrado Palumbo, per aver organizzato questa immersione nella storia e nella natura dell’Alta Murgia. Per approfondimenti si consiglia il volume 4 del Sentiero Italia CAI edito da Idea Montagna (
https://ideamontagna.it/.../sentiero-italia-cai-vol-4.../)