lunedì 16 gennaio 2012

Diario - 15 gennaio 2012


Serra delle Ciavole dal canale sud-ovest, con i soci del C.A.I di Castrovillari


Massimo G. guida la scalata in uno scenario maestoso, dominato dai loricati di Serra delle Ciavole - foto by Indio. Sotto: 1. loricati a bandiera sulle rocce che delimitano il canale sud-ovest; 2. loricati sullo sfondo innevato dei Piani; 3. verso la fine della via; 4. la cordata di Pino in arrivo; 5. Piani di Pollino al tramonto: verso il ritorno; 6. foto panoramica con il versante sud di Serra delle Ciavole: la via percorsa si snoda sulla destra, sul canalino costeggiato dai pini loricati; 7. l'autore del blog a sinistra, tra gli altri (foto di Vincenzo Dileo)


Grazie alla circostanza di una mail arrivatami pur non essendo iscritto al C.A.I, ho chiesto agli organizzatori di questa escursione domenicale, Massimo G. e Franco F., di poter partecipare.  Arrivo molto presto, lascio la macchina nei pressi di Visitone e salgo a piedi fino a Colle Impiso. I calabresi sono in ritardo, perchè, causa innevamento,  invece di venire da Ruggio arriveranno da Rotonda. 
Il clima è davvero rigido. Sale una macchina e riconosco Pino, "amico virtuale" del blog Falcotrek. Anche lui e i suoi amici sono qui per l'escursione che avrà come obiettivo la risalita di un canalino sul ripido versante sud-ovest di Serra delle Ciavole: via aperta proprio da Massimo e Franco. Col tempo comincia ad arrivare gente, compresi Mimmo Pace, fondatore del C.A.I. di Castrovillari che ho già conosciuto e il Presidente Iannelli. Dopo mezz'ora di preparativi si parte, in fila indiana. Siamo in tanti (forse troppi!) divisi in un gruppo alpinistico e in uno escursionistico... in tutto una trentina di persone. Fredda giornata oggi, anzi, freddissima, ma soleggiata. I Piani di Pollino si mostrano in tutto il loro splendore invernale... Una distesa immensa di neve e ghiaccio. Cercando inquadrature mi isolo un po' dal gruppo. Di fronte a tali scenari è spontaneo per me appartarmi e riflettere. Per me è una specie di confessionale la montagna: mentre cammino mi vengono in mente cose sbagliate che ho fatto o pensato. 
 Forse ognuno di noi ha un lato oscuro dentro se stesso, e questa luce paradisiaca è come se illuminasse anche il cuore... Arrivati alla base del canalone si deve dividere il gruppo alpinistico in cordate. Come spiegano Franco e Massimo l'ideale sarebbe formare cordate da due persone, ma non abbiamo abbastanza corde e perciò le cordate debbono essere composte da quattro persone. L'esperienza della cordata è nuova per me. Mi aggrego alla prima, guidata da Massimo che farà anche da guida. Iniziamo a salire superando il boschetto di faggio e sbuchiamo tra i pini loricati. Scopro inediti scorci di Serra delle Ciavole e la sensazione è davvero di appagamento. Le vie più impegnative dei versanti di queste montagne consentono di entrare in sintonia con gli ambienti più selvaggi del Pollino. E' la dimostrazione che sul Pollino si può fare un alpinismo "contemplativo",  che dà la possibilità di ammirare scenari non compromessi da opere impattanti come strade, vie ferrate, funivie, rifugi; un tipo di alpinismo relativamente facile, anche se forse abbastanza impegnativo per quelli che in gergo alpinistico vengono detti "avvicinamenti" (avvicinamenti che, almeno per il Pollino valgono essi stessi l'escursione);
Una pratica sportiva concepita solo come "strumento" per vivere in maniera naturale la bellezza della montagna.  Penso poi che la montagna non si valuti in cifre, altitudini o in livelli di difficoltà, perchè altrimenti dovremo, in base a questi parametri,  attribuire scarso valore alpinistico ad un massiccio come quello del Pollino. E' a mio avviso il "valore wilderness", invece,  la grande risorsa dell' escursionismo e dell' alpinismo del Pollino. Ne consegue che, solo se riusciremo a conservare gli ambienti naturali del Parco  potremo fare un tipo di alpinismo ed escursionismo non artificiosi e  capaci di dare all'uomo il senso dell'avventura e del contatto con la natura selvaggia, fuori da eccessivi tecnicismi,  comodità e preoccupazioni per le performances, svilenti spesso, il senso stesso dell'alpinismo "tradizionale". Ritroviamo i nostri limiti, come dice Messner, solo se conserviamo la naturalità della montagna, per garantire all'uomo quegli stati d'animo che sono costitutivi dello stesso concetto di wilderness. 
Gli scenari di questa via sono stupendi e sarebbe bello stare qui a godermeli e a fare più foto, ma siamo già in ritardo con la tabella di marcia e non posso fermarmi troppo a fotografare, perchè la cordata giustamente "preme" dietro di me. 
Il canale si fa sempre più ripido e in alcuni tratti bisogna procedere coi ramponi a spina di pesce o alla "francese"; ma nella maggior parte dei casi la neve non è ghiacciata e si riesce facilmente ad ottenere dei gradini procedendo con le punte degli scarponi. Al di là della tecnica migliore, dal canto mio trovo istintivo procedere con il bacino all'indietro, un po' accovacciato, scalciando con le punte per creare i gradini. Massimo passa accanto ad un esemplare di loricato, si assicura con cordino e moschettone e poi si sposta sulla destra. Tocca a me, una volta arrivato,  rimuovere moschettone e cordino. La via è quasi finita e adesso bisogna procedere "dritto per dritto" verso le rocce che ci sovrastano. Arrivati ad una sommità la mia cordata si scioglie mentre le altre  lentamente giungono a destinazione. Il cielo sta annuvolando e il freddo gelido si fa sentire... ho dimenticato anche la mia giacca a vento e perciò devo stare in movimento, anche perchè i pile che ho addosso sono sudati. Arriviamo all'anticima di Serra delle Ciavole con i caratteristici pini secchi "gemelli". Pace ricorda che stavano nella copertina di un suo libro sul Pollino... Ci fermiamo qui dieci minuti per mangiare qualcosa. Siamo tutti infreddoliti. Ho lasciato una mano senza guanto per poter scattare le foto e anche l'altra è gelida. 
Ci avviamo verso la cima per una foto di gruppo ma io devo fermarmi perchè le mani hanno perso quasi del tutto la sensibilità. Non resta che metterle sotto le ascelle per riscaldarle. Abbiamo misurato la temperatura sulla cima che è meno 9 gradi sotto zero. Dopo la foto ci avviamo subito verso la via del ritorno, perchè è davvero tardi e dovremo fare il percorso per Colle Impiso con le lampade frontali. Ai Piani di Pollino comincia stranamente a nevicare... mentre ad ovest, sulle montagne dell'orizzonte al tramonto, domina un cielo sereno striato di nuvole rossastre... 




9 commenti:

  1. i tuoi racconti sono sempre stupendi ;)

    alex

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  2. Gran bella giornata escursionistica,Indio: sulle montagne del Sud dovremmo iniziare a parlare di appenninismo e tu ne sei una viva voce.
    Alle prossime,
    P.

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  3. Sei davvero ispirato Saverio e ti mostri un amante appassionato della nostra Montagna. E' stato un gran piacere ascendere conte sulla Serra delle Ciavole e condividere con te e con tanti altri emozioni inesprimibili.
    Sarebbe bello averti con noi spesso, comesarebbe auspicabile che tu facessi parte del CAI di Castrovillari. C'è gran bisogno di gente come te nel nostro sodalizio!! Voglio precisarti che non sono io il fondatore del CAI di Castrovillari, ma lo stesso Presidente Iannelli.
    Un complimentovivissimo per ciò che hai scritto e percome lo hai scritto. Grazie infinite anche per le foto, che saranno un gradito ricordo. Un abbraccio e ad maiora!
    Mimmo

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  4. Saverio è stato un piacere conoscerti... giornata meravigliosa in tutto.
    Alla prossima,
    Enzo.

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  5. Vi seguo e vi invidio da lontano.

    Sono salito con gli sci sulla Serra Ciavole il 28 dicembre, con clima instabile ma proprio per questo ancora più fantastico e surreale, vedo che ora l'innevamento è ancora più compatto.

    Tante buone cose!

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  6. Gran bella ascesa tra paesaggi fiabeschi e scorci stupendi. Peccato della mia assenza, ma ci rifaremo.
    Un abbraccio...ed a presto
    Nuwanda

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  7. Come sempre Indio riesci a rendere al meglio le meraviglie della tua regione!

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  8. Grande Indio... è stato veramente bello conoscerti di persona. La cosa bella di Internet è anche quella di avere amici virtuali che hanno le stesse passioni, e poi viene la volta che ci si conosce di persona e si instaurano grandi amicizie come solo la montagna può dare. Sono soddisfatto di aver contribuito a rendere visibile agli occhi di tante persone, tramite i nostri blog e le nostre foto, le tante bellezze che ornano il nostro Parco del Pollino. Grande racconto !!!! ciao Indio, alla prox.

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  9. Alpinismo "contemplativo",è un'espressione che mi è piaciuta in modo particolare che racchiude da se molti significati.Davvero bella la salita , gli ambienti fiabeschi attraversati e la bella compagnia.Dovevo esserci anch'io ma un problema tecnico legato all'orario di rientro mi ha bloccato.Peccato!!
    Alla prossima magari insieme.
    Un abbraccio

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