Il suono della neve. Con le ciaspole a Serra di Crispo.
"[La montagna] Ti consuma energie, ma quando arrivi in un rifugio o a casa tua e mangi un panino, capisci e che il tonno non deve tagliarsi con il grissino, per essere buono. Deve prima di tutto essere vero. Così la montagna ti mette a nudo la naturalità, ti impegna a essere in rapporto con le cose autentiche, con la verità delle cose fisiche. Ed è qui che la spiritualità si salda alla fisicità, che la spiritualità moltiplica la percezione di tutti i sensi. Quando dopo le ore di cammino trovi una sorgente che butta acqua capisci quanto dio è stato il dio che ha inventato l’acqua e quanto preziosa è. E nella fatica apprezzi non solo il bicchiere d’acqua, o il pane, ma anche l’amicizia, gli incontri. La montagna manda questi messaggi: anche gli odori, i rumori."
Mauro Corona
Loricati e rocce coperti di neve - foto by Indio. sotto: veduta di Serra Crispo: 1. al centro della foto il valico che raggiunge la linea di cresta; 2. loricati ancora coperti di neve; 3. il pino bonsai; 4. giovani abeti bianchi presso la Timpa di Iannace; 5. panorama dalla dorsale sud-ovest di S. Crispo; 6. panorama dalla Timpa di Iannace: abeti bianchi sullo sfondo delle montagne e del cielo terso; 8. autoscatto.
Venerdi era uscito finalmente il sole e avevo osservato col binocolo le montagne innevate... I pini loricati di Serra di Crispo erano imbiancati di neve. Sapevo che la neve lassù sarebbe stata tanta, e che avrei potuto avere difficoltà nella marcia, ma il richiamo della montagna ha vinto anche questa volta. Ho scelto così una meta non troppo lontana, che mi permettesse di fare un'escursione nell'arco di 12 ore, senza faticare troppo.
Parto all'alba, portandomi attraverso i boschi e i pascoli innevati, poco prima di Fosso Iannace. Dalle Sorgenti, la strada che porta al Santuario non è stata spalata e perciò si può proseguire solo a piedi. Entro nella foresta: adesso l'obiettivo sarà arrivare a Piano Iannace, lungo la scorciatoria che utilizzo solitamente. La neve è compatta, quasi ghiacciata e procedo comodamente con le ciaspole, aiutandomi con un paio di bastoncini. Forse vado troppo a sinistra rispetto al percorso abituale e ad un certo punto capisco di essere diretto verso la Timpa di Iannace (in dialetto il toponimo era "A Timparedda 'e Iannace). Mentre il sole si alza la neve comincia a sciogliersi. Sembra quasi che stia piovendo, per le tante goccioline che cadono dai rami; oltre alle gocce si staccano dagli alberi interi blocchi di neve. C'è anche il rischio che la neve, cadendo, mi finisca addosso, ma non è ghiacciata e se anche ciò succedesse non mi farei del male... Sbuco a Timpa di Iannace e subito si apre un bel panorama: la foresta di abete ai miei piedi e, sullo sfondo, verso Nord-ovest, un mare di nubi che avvolge le vallate... le cime della montagne spuntano come isole dalla nebbia.
Sui pendii procedo speditamente, perchè la coltre nevosa è ghiacciata, e così giungo a Iannace. Nel cielo non c'è una nuvola e le distese innevate riflettono totalmente la luce del sole. Mi fanno male gli occhi, nonostante abbia un paio di buoni occhiali da sole! Di sicuro senza occhiali oggi non si potrebbe proseguire ...
Adesso l'obiettivo è salire una specie di canalone coperto dalla faggeta che mi permetterà di raggiungere la linea della dorsale sud-ovest di Serra Crispo, nei pressi della parete rocciosa di Timpa del Ladro (altro toponimo dialettale tradizionale), che domina appunto Piano Iannace con una colonia di magnifici pini loricati. Raggiungere la liea di cresta sarà la parte più faticosa dell'escursione. Lungo il pendio riesco ad arrancare con difficoltà, perchè la neve è marcia e molto alta e anche con le ciaspole sprofondo ad ogni passo. Va un po' meglio solo se procedo a zig-zag. Un corvo imperiale sorvola la zona col suo richiamo... forse mi avrà visto. Finalmente, dopo circa due ore, riesco a raggiungere la sommità.
Qui, come era prevedibile, la neve è molto più compatta e si sprofonda di meno... è ghiacciata nelle parti coperte dalle ombre dei pini loricati. La neve sui pini si sta sciogliendo, ma più salgo e più resiste sui rami. Vedo un pino ancora totalmente sommerso... La foresta ai miei piedi rimbomba del rumore sordo della neve che si distacca dagli alberi cascando a terra. E' questa, oggi, la "colonna sonora della montagna"... eventi come questi rendono unica ogni escursione, anche in posti dove si è stati molte volte. Sulla cresta sud-ovest le rocce sono sepolte e non c'è bisogno di aggirare alcun passaggio, nè di evitare come d'estate le macchie di ginepro. Procedo spedito con le ciaspole: i ramponi mordono i tratti ghiacciati. Raggiungo la sommità della Serra. La neve si fa adesso più "bagnata", ma è sempre compatta e si sprofonda solo per pochi centimetri... Ritrovo uno dei miei pini preferiti: un caratteristico loricato "bonsai" che vive nei pressi della cima... La corteccia dei tronchi di alcuni loricati è scura, perchè bagnata dalla neve sciolta e così l'effetto risulta quello di pini "carbonizzati". Il bastone che segna la cima è letteralmente sepolto e altissime cornici di neve delimitano la linea di cresta. Cerco un po' d'ombra presso un pino loricato per mangiare qualche fico secco. L'acqua è finita e, anche se ho sete, potrò dissetarmi solo nei torrenti a più valle, perchè la fonte Pittacurc sarà quasi certamente sommersa. Comincia la discesa. Adesso mi porterò ai pianori sottostanti.
Scendo direttamente lungo un pendio, abbastanza ripido, e ciaspolo al contrario, con la faccia a monte: è un sistema comodo e sicuro quando bisogna scendere i pendii ripidi con le ciaspole (ma il discorso vale anche per quanto riguarda i ramponi).
Arrivato al Piano di Toscano noto che la fonte Pittacurc, come avevo pensato, "non esiste", perché sommersa da metri di neve. Cerco di saggiare l'altezza della neve: infilo il mio bastone da trekking, ma questo sprofonda interamente: ci sarà più di un metro e mezzo di neve...
Mi avvio verso il ritorno, mentre la luce del sole si fa via via più calda e gli ultimi rumori della neve che cade echeggiano nella foresta...
Bellissime le foto e con la tua descrizione mi sembra di essere in mezzo a quei posti meravigliosi che io amo tanto.
RispondiEliminaCiao a presto
Pino