lunedì 18 novembre 2013

Diario - novembre 2013

Tra le nebbie dell'Appennino: Lago Santo, Monte Giovo, Monte Rondinaio (Appennino Tosco-Emiliano)


"questo è un buon rifugio in campo aspro, scosceso eroso ed addolcito d'acqua e vento
bastione naturale in prospettiva ariosa

terra di passo,di sella,di slitta, mal s'addice alla fretta
sa che tutto passa e tutto lascia traccia

- certo le circostanze non sono favorevoli...

nato tra i morti sui monti vivo sui monti tra i morti
e non c'è lama che possa recidere la languida catena"


(Giovanni Lindo Ferretti, Cronaca Montana, PGR) 


Monte Giovo e il Rondinaio, sullo sfondo di un mare di nubi - foto by Indio

Con l'amico Alessandro, instancabile compagno di escursioni, si era deciso di fare qualche escursione nell'Appennino Tosco-Emiliano, a nord, per me ancora inedito. Per arrivare all'imbocco del sentiero dobbiamo fare molta strada in auto, che procede in ripidi tornanti. Si attraversa il paese più alto dell'Appennino, a 1520 metri, San Pellegrino in Alpe...
. Abbiamo notato che il tempo è nuvoloso e la nebbia avanza. Decideremo lungo il percorso cosa fare, se accorciarlo o allungarlo. Si parte dal bel Rifugio Vittoria, in provincia di Modena, sulla riva del Lago Santo, lago naturale dalle limpide acque. Siamo circondati dalla nebbia...

 Il sentiero prima si snoda nel bosco, dove si notano abeti bianchi, abete rossi e larice, caratteristica conidera delle Alpi cche d'autunno perde le foglie... Poi si prosegue salendo lungo i pascoli popolati da ginepri e piante di mirtillo... Ce ne sono di quelli rossi, davvero gustosi... Salendo la nebbia si dirada e lungo il crinale possiamo osservare sotto di noi il caratteristico "mare di nubi" tipico della stagione invernale... 
giovane esemplare di larice
Siamo diretti verso il Monte Giovo ("giovio", aggettivo che significa "pertinente a Giove"): il paesaggio d'alta quota, davvero  wilderness se non fosse per le solite croci di ferro che imbrattano le cime, è caratterizzato da aspri crinali e dal gioco erosione/deposito dovuto ai ghiacciai, che hanno creato valli appunto di natura glaciale... I piccoli laghetti che si vedono dai crinali d'estate scompaiono... Arrivati alla cima del Giovo, 1990 m., una delle più alte dell'Appennino centro-settentrionale,  possiamo ammirare l'effetto di bellissimi "fiori di ghiaccio" tra l'erba, mentre la nebbia che sta ristagnando nelle valli sottostanti dell'Emilia Romagna comincia a salire ed a spostarsi. 



Dal Monte Giovo decidiamo di proseguire, dato che il tempo sembra non dare segni di peggioramento. Ci dirigiamo verso il Rondinaio, seguendo sempre la linea di cresta. C'è anche un passaggio delicato tra le rocce, di pochi metri ma con un dirupo sotto di noi; passaggio attrezzato comunque con un cavo d'acciaio. Superato il tratto ripido in discesa il sentiero abbandona la cresta e scende lungo una scarpata. Comincia a piovigginare e dobbiamo stare attenti perchè la roccia si è fatta scivolosa. Di fronte a noi si staglia, sovrastato da aspre pareti rocciose, il bel Lago Baccio...
Un passaggio delicato... - foto di Alessandro B.


Si arriva così al Rondinaio... Da qui il panorama è ampio e si possono ammirare i rilievi principali di questa parte della Toscana, al confine con l'Emilia: la nebbia ristagna in un versante, mentre l'altro ne è privo, le Apuane si stagliano con la loro imponente forma seghettata...

Si mangia qualcosa e si riparte, diretti verso il Lago Baccio, visibile dalla cima... Cala la nebbia e seguendo i torrentelli ci ritroviamo al Lago, che prima non riuscivamo a vedere.. Tutto è coperto dalla nebbia, che avvolge il bosco facendo risaltare i grandi e maestosi faggi...



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