antichi terrazzamenti agricoli, sullo sfondo il Monte Piglione |
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
dalle pale d'altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
(...)
Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.
(Pier Paolo Pasolini, da "Poesie in forma di prosa")
.
L'escursione ha inizio al bel rifugio "Matanna" e siamo passati da una frazione che curiosamente si chiama come la mia, "Le Mezzane". Ci accolgono abbaiando dei cani liberi, abituati ai camminatori.
Il tempo è sereno ma ci accorgiamo subito che la giornata sarà molto ventosa. La neve è ghiacciata dove c'è stato calpestio, ma non presenta problemi. Incontriamo due cacciatori con magnifici fucili di precisione... forse saranno cacciatori di selezione, visto che qui siamo nel Parco (il gestore del rifugio ci dirà poi che erano selettori di mufloni). Abbiamo con noi un paio di piccozzine per maggiore sicurezza...
Si va verso Foce del Crocione e poi verso Campo dell'Orzo. Una caratteristica che salta subito all'occhio di queste zone è la presenza di antichi terrazzamenti, probabilmente coltivati a cereali, che arrivano fino a circa mille metri. Il paesaggio è quello di una montagna che lentamente sta cancellando le antiche tracce del mondo rurale... Sono sparsi antichi ruderi e malghe ancora frequentate.. da lontano posso notare una casetta con dei caratteristici covoni vicini... Notiamo anche un'antica chiesetta con il tetto crollato.
Facciamo una capatina alla bella Baita , che è chiusa, forse ricavata da una vecchia malga, visto che l'architettura è tradizionale, e qui sulle panchine consumiamo il nostro panino da bar non proprio allettante. Si incontrano degli agrifogli... il pensiero va all'infanzia: quando ero piccolo mio papà portava un ramo d'agrifoglio come albero di Natale, l'agrifoglio secolare che ancora c'è nei miei boschetti. L'agrifoglio "shkatta nata vota" diceva: se si taglia qualche ramo, l'agrifoglio ricresce. Un giorno, come una specie di iniziazione andai io a tagliare il ramo in montagna e me lo portai a spalla fino al paese, mentre il sole tramontava. Ma oggi il Natale è altro, albeti secolari tagliati ed eretti a Piazza San Pietro, o alberi di plastica venduti nei supermercati...
foto di Alessandro Bastiani |
foto di Alessandro Bastiani |
Nessun commento:
Posta un commento