domenica 17 aprile 2016

Diario - 16 aprile 2016

 Esplorando gole e grotte...

"C'è questo senso di un mondo che rimane immutato nei millenni. Forse è anche consolante rispetto a tutti i cambiamenti rapidi che stiamo avendo nella società moderna. Il mondo esterno sembra di un dinamismo inquietante... Qui invece ritrovi quella dimensione di pace, di tranquillità, di serenità, di protezione nel grembo della Terra. Siamo proprio nel "grembo della Terra", letteralmente parlando..."  
(Giorgio Braschi)
Giorgio Braschi all'ingresso della "Grotta delle radici"
La giornata esplorativa di oggi era diretta al ritrovamento di una grotta della quale l'amico Giorgio si ricordava di aver esplorato solo l'ingresso non avendo torce o lampade frontali (vedere video allegato). Negli anni successivi l'aveva ricercata altre volte senza riuscire a ritrovare l'ingresso. La grotta in quest'occasione l'abbiamo ritrovata facilmente senza cercarla troppo, anche se è situata in una zona impervia, di non facile accesso. Ma nella giornata di oggi abbiamo esplorato anche altri angoli di natura selvaggia, ritornando inoltre a rivedere luoghi a noi cari come le gole di Fosso Carceri o i Monumenti sotto Piano Iannace.

La giornata è di una luce tersa, i boschi brillano del verde brillante e delle fioriture. La zona di Acquafredda-Frangiosso esplode delle fioriture dei "praini" (peri e meli selvatici). 








Ci portiamo fuori sentiero seguendo le tracce di antiche mulattiere ormai lasciate all'oblio della natura. Ci incuriosisce vedere se riusciamo a trovare il punto di distacco della frana che ha portato enormi massi sopra il sentiero che va a Iannace e che ha sradicato anche alcuni faggi e abeti. La zona è impervia e c'è da arrampicare tra le roccette... una sana ginnastica per i miei muscoli che ormai da mesi erano fermi, ma anche per la mente. Troviamo il punto di distacco della frana. La roccia calcarea qui è bianca, in effetti non ha subito le modificazioni dovute all'azione di modellamento dell'acqua... Il paesaggio sulla foresta è spettacoalre. Gli abeti bianchi che crescono su queste rocce sono tozzi, ricordano vagamente degli enormi bonsai. Più sopra si apre il Belvedere delle Gole di Iannace... Qui si può vedere la caratteristica forma a "V" delle gole. Sulla cresta rocciosa risaltano i fusti serpeggianti dei ginepri...









Sempre tenendo d'occhio rocce che potrebbero nascondere possibili ingressi sotterranei, ci avviamo verso la zona della grotta, arrancando verso l'alto. La zona è molto impervia.... Vado avanti io e dopo qualche minuto di perlustrazione mi capita di avvistare un ingresso. E' sicuramente quello della grotta di cui parla Giorgio! Intanto gli altri mi raggiungono. Noto la presenza di una diramazione in due cunicoli, prendo quello a destra per vedere dove va.  E' molto basso e devo per forza strisciare. Noto subito delle caratteristiche radici che penzolano o escono dalle concrezioni calcaree, e che daranno il nome a questa bellissima grotta. Il cunicolo da me esplorato sarà di una ventina di metri... Purtroppo arrivato in fondo capisco che non continua e devo tornare indietro. Strisciando torno verso l'ingresso e scendo nell'altro cunicolo per raggiungere Giorgio e Maurizio. Qui si può stare quasi in piedi. Le pareti e la volta sono particolari per formazioni calcaree a bolle, a "vaschetta", a "corallo" e per le piccole stalattiti che pendono dal soffitto con le goccioline d'acqua illuminate dalle nostre lampade fontali. Si notano escrementi di animali avvolti dalle muffe e i caratteristici ortotteri delle grotte, simili a cavallette. Le grotte sono davvero un'altra dimensione, colpiscono per il senso di mistero che si respira qui e per la sensazione di trovarsi in un luogo immutato da millenni...

foto di M. Lofiego
foto di M. Lofiego





Foto di M. Lofiego



Video dell'esplorazione della "Grotta delle radici"


Dopo aver esplorato altri buchi che però non conducono ad alcun ingresso, mettiamo nello zaino i nostri caschi e visto che è presto e abbiamo ancora tempo, ci dirigiamo verso altre mete: prima i   Monumenti, e poi per finire, lungo la strada del ritorno,  alla cascata delle Gole di Fosso Carceri. L'acqua è tanta ma riusciamo ad arrivare alla cascata più alta, stretta nella gola... Al ritorno, mentre scendo scivolo su un masso viscido e casco nella pozza: nulla di rotto, ma sono completamente fradicio dalla cintola ai piedi. Pazienza, son cose che succedono quando si va in esplorazione per gole e grotte!









by Indio






Nessun commento:

Posta un commento