domenica 23 settembre 2018

Diario - 22 settembre 2018

Negli anfratti selvaggi delle Gole di Iannace


Giro pomeridiano in solitaria, nelle Gole di Iannace, costeggiandole dall'alto. Il terreno è molto accidentato, con pareti di roccia a strapiombo in alcuni punti, che bisogna aggirare. Non è una passeggiata! Si nota il cavo dell'antica teleferica usato per il trasporto del legname. Attraverso anfratti selvaggi, dominati da esemplari monumentali di varie specie: dai faggi all'abete bianco, ai carpini, agli aceri; noto anche esemplari di leccio e varie specie di sorbi. Numerosi i tronchi marcescenti, lasciati alla decomposizione delle larve e segnati dalle cavità create dai picchi. La sensazione è quella di luoghi dove la presenza umana è assente, dove la natura è predominante. Facendo vari saliscendi per aggirare gli strapiombi arrivo in una zona scoperta del crinale, dove incontro la colonia di pini loricati che si può notare facendo il sentiero classico e attrezzato coi ponticelli lungo le gole. Alcuni esemplari sono abbarbicati sugli speroni rocciosi che sovrastano le gole: sono quelli più interessanti. La maggior parte sono piante giovani: tra "giovani" e "vecchi" questa colonia è formata in totale da una settantina di esemplari. Il portamento di alcune piante ricorda quello dei pini loricati dell'Orsomarso: alcuni sono alti e dritti. Negli esemplari maturi la corteccia è già suddivisa in scaglie: facendo una stima molto approssimativa,  si potrebbe dire che i più vecchi avranno un centinaio di anni al massimo... L'interesse di questa colonia, già segnalata nella cartina 1:10.000 del Pollino lucano, riguarda la quota altimetrica e soprattutto l'isolamento in mezzo alle foreste di faggio e abete bianco che circondano l'area delle Gole. Non sono facili da raggiungere perché ci sono punti molto esposti, raggiungibili solo da escursionisti esperti. Il Pollino, anche se non si va lontano,  sa suscitare sempre meraviglie, e non si finisce mai di scoprire...






















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