Ultimamente ho fatto un’escursione a Timpa della Madonna di Pollino, il grande sperone roccioso sulla cui cima è edificato lo storico santuario mariano. La zona è ricordata per la festa della Madonna più che altro, ma offre dei percorsi di trekking spettacolari. In passato non esisteva la strada che conduce fino al santuario; al suo posto c’era un sentiero che oggi è stato recuperato, anche se la sua manutenzione lascia a desiderare. Il percorso è molto bello, perché si svolge in una zona rocciosa, percorsa da fossati e caratterizzata da dirupi rocciosi ricoperti da faggi e dal leccio sempreverde. Prendo il sentiero all’altezza del Piano del Cerro, arrivando dalla cresta che ho seguito partendo dalle rocce che sovrastano le sorgenti del Frida. Proseguo fino al rifugio e prendo il sentiero dei pellegrini che scende per andare alla base della Timpa, a Frangiosso. Ma purtroppo il sentiero ad un certo punto si interrompe. Questo è un sentiero che andrebbe recuperato, non solo perché è molto suggestivo in quanto attraversa una zona molto selvaggia, ma anche perché rappresenta un pezzo di memoria storica della vita dei contadini del Pollino, che arrivavano fin qui per chiedere grazie alla Madonna, nella speranza di una vita migliore. Non mi resta che scegliere la strada da solo, per arrivare alla base della cresta senza percorso obbligato e andarmene poi verso le sorgenti del Frida. Incontro una debole traccia, forse ciò che resta di un vecchio sentiero percorso dai pastori e inizio a seguirla. La zona è molto selvaggia; passo a lato di bastioni rocciosi verticali, procedendo in diagonale. Una vera area “wilderness” e quindi anche pericolosa. Si racconta che da queste parti un uomo in passato precipitò mentre tagliava i rami di leccio da dare al bestiame e morì sbattendo la testa su una roccia. Il terreno è tutto percorso da tracce di cinghiale, che formano delle vere e proprie rotte le quali si sovrappongono a volte a quelle del sentiero. Ho la sensazione di trovarmi in un mondo estraneo. Qui il padrone di casa è un altro. Vive in questa zona impervia in cui nessuno viene mai a disturbarlo e ha tracciato innumerevoli sentieri. Le tracce sono fresche, ed è quindi probabile che lo incontri. Ad un certo punto infatti, me lo trovo dinanzi. E’ un grosso esemplare, sicuramente un giovane maschio, dal pelame grigio chiaro. Non ho tempo di avvicinarmi per fargli una foto. Ha notato subito la mia presenza e si allontana correndo nella boscaglia. Come tutti gli animali selvatici ha paura. E dire che se volesse potrebbe farmi a brandelli. Invece scappa, impaurito da quell’essere strano che gli è sbucato di fronte. Non è difficile incontrare un cinghiale. A volte lo si può vedere anche mentre attraversa una strada provinciale. Ma fa un altro effetto, incontrarlo a casa sua, lontano dalla civiltà, nel suo “regno”…
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