venerdì 22 giugno 2007

Trekking in solitaria

l'autore del blog- autoscatto
Nella mia esperienza di escursionista ho percorso quasi sempre i sentieri del nostro Pollino da solo. Non che io sia un orso solitario che rifiuta la compagnia. Il fatto è che non ho mai trovato una persona con cui fare coppia fissa in montagna e che fosse disposto ad affrontare con me escursioni un pò più impegnative. Un pò per scelta e un pò per costrizione sono così diventato un trekker solitario. Andare da solo per sentieri che atraversano posti selvaggi ed incontaminati mi ha comunque sempre affascinato... Le escursioni pù belle e significative che ho fatto sono state perciò quelle che ho compiuto in solitara. Se poi si vuole imparare davvero a conoscere bene la labirintica rete di sentieri che si snoda sul Pollino è molto meglio andare da soli. L'imbocco di un sentiero, la conformazione di un certo posto, si ricordano meglio se li si è percorsi da soli... Ovviamente tutti i manuali di trekkking e ogni guida vi sconsiglieranno di andare da soli, ed è giusto che lo facciano. Il Pollino è un territorio selvaggio e spesso i sentieri non sono ben segnalati... oltre poi ai tracciati segnati sulle cartine si snodano e si sovrappongono numerosi sentieri di pastori la cui traccia a a volte si perde nel bosco fitto. A me è capitato di smarrire la strada in posti in cui ero stato decine di volte. Perciò ci si può avventurare da soli solo dopo avere acquistato una certa dimestichezza con i posti. Io non ho mai seguito la regola generale che impone di non andare da soli ma il mio è un caso a parte. Ognuno fa quel che vuole e si assume le responsabilità delle proprie azioni. Dicevo che ho sempre provato sensazioni di euforia e libertà trovandomi da solo in mezzo alla natura selvaggia e scoprendo di volta in volta posti in cui non ero ancora stato. Andare da soli significa davvero mettere alla prova se stessi, fronteggiare le situazioni nuove, stare attenti e vigili per evitare le situazioni spiacevoli (smarrire un sentiero, cadere e farsi male, bagnarsi i piedi in mezzo alla neve, fare ritardo e tornare in pieno buio). Quando si è soli si ha come riferimento solo se stessi e la natura che ci circonda, la quale diventa l'unico interlocutore con cui poter interagire attraverso le visioni e le suggestioni che essa ci regala , ma anche con i suoi ostacoli, i suoi impedimenti; perchè la montagna è anche un terreno dove entra in gioco la fisicità pura, lo sforzo fisico teso a spostare avanti i limiti della nostra resistenza. La montagna ci mette alla prova, nel corpo e nello spirito. Andare da soli è poi un antidoto contro quelle che sono ancora oggi paure ataviche e spesso inconsistenti, paure sopravvenute con la frenetica vita nelle città, con le sue comodità e il suo stile di vita artificiale... aver paura del buio, ad esempio, di un posto ignoto e sperduto, di animali selvaggi, di farsi male, aver paura della solitudine e del silenzio. Anche se i pericoli ovviamente esistono, con la pratica dell'esperienza in montagna e percorrendone da soli i suoi anfratti più selvaggi e maestosi, la paura svanisce e subentra l'esaltazione della libertà e della vitalità pura, il richiamo di quegli istinti primordiali che ci legano al mondo naturale. Essere soli al cospetto di forze ed elementi naturali è l'aspetto più profondo della wilderness, dell'interazione con i luoghi selvaggi. La scelta di luoghi inaccessibili su cui ritirarsi ha poi sempre ispirato i mistici (come gli yogin tibetani che si costruivano delle cellette nei posti più impervi dell'Himalaya) , gli uomini votati all'iniziazione. Quanto alla solitudine, essa è poi un aspetto che richiama sempre la ricerca di sè, la meditazione e l'introspezione al cospetto di ciò che gli Indiani d'America chiamavano il "Grande Mistero". Forse potremmo azzardare l'idea che questo desiderio di scegliere la montagna e la natura in generale come luogo nel quale sperimentare la ricerca di se stessi sopravvive anche nella società tardo-moderna. Il trekking e l'alpinismo in luoghi selvaggi e incontaminati non si esauriscono così in pratiche meramente ludiche e sportive, ma in essi confluiscono significati e spinte interiori più profondi. Ma questo vale solo per coloro i quali pensano che l'amore per la montagna non si identifica con vallate affollate di persone rivestite di gore-tex, con impianti di risalita, alberghi in alta quota e neve artificiale, ma ha a che fare con più elevati i quali si oppongono frontalmente a quelli alienanti e massificanti della società dei consumi...

10 commenti:

  1. Ciao, leggendo il tuo post a tratti mi rivedo.
    Però, tu della "solitudine" ne hai fatto ricchezza, io invece non avendo quell'esperienza neccesaria, è divenuta un forte disagio. Amo la natura, amo il Pollino, mi sono affacciato concretamente alla sua conoscenza da qualche anno (nonostante sia di Castelluccio I.), ma purtroppo non riesco ad imbattermi in escursioni degne di questo nome, e conosco i luoghi più suggestivi solo attraverso le letture dei libri che anche tu consigli.
    Anche volendo andare con una guida ufficiale, è sempre arduo trovare 2 o 3 amici che siano disposti ad accompagnarmi...e rinvio di volta in volta!
    Tu come hai iniziato?
    A presto.

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  2. Mi e' molto piaciuto cio'che dici sulla montagna visuta in solitaria.
    Nella mia breve esperienza ho provato fortissime malinconie , cosi' come esaltazioni di spirito e bellezza , altissime .

    tutto di noi viene assorbito dagli elementi della natura, tutto possiamo assorbire da loro .

    ciao...piccolo solitario

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  3. Si..ti capisco. Anzi, io stessa, per quanto inesperta, vorrei cominciare dandomi al trekking solitario, per una questione del tutto psicologica. Amo la natura..ma lo faccio anche per capire le mie potenzialità, quanto posso essere forte, e quanto debole, imparare dai miei errori, senza sentirmi di peso a nessuno. In città non c'è una sola cosa, nulla, che possa imparare a farti sentire indipendente, libero e fiero di te stesso quanto affrontare la natura da solo. Ovviamente va fatto con responsabilità..tenendo conto dei miei limiti..chissà che non arrivi anch'io ai tuoi livelli eheh..
    Elisa

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  4. Beh io in città ci vivo la maggior parte dell'anno e quindi ti capisco bene... La montagna è per me uno dei pochi luoghi (a ben vedere l'unico, se devo essere sincero) in cui sperimentare una sorta di libertà assoluta, anche se temporanea. E' la "libertà di andare dove voglio" secondo la felice espressione di messner. Certe volte, se sei in sintonia con una persona è più bello andare in compagnia (ti consiglio anche di fare questo, cercare un amica-o o degli amici... ma pochi però)ma il coraggio di andare da soli (e questo vale per la montagna ma anche per la vita) fa in modo di non sentirci dipendenti , come dici anche tu, verso nessuno. Ti consiglio di andare con cautela, piano piano, servendoti dell'esperienza che via via si accumulerà... Osserva la natura, ciò che ti circonda, anche la più piccola piantina o insetto che ti capiterà di vedere, e cerca i momenti in cui la natura si rivela in tutta la sua stupefacente bellezza...Potrai benissimo arrivare ai miei livelli. A presto...

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  5. Conosco le sensazioni di cui parli (dal primo timore all'euforia di stare nella natura). Il ricordo delle poche escursioni solitarie che faccio specialmente nella buona stagione per fortuna poi mi accompagna per il resto dell'anno. Quando si è soli si è più attenti ai dettagli, si possono seguire i propri tempi senza condizioni ed osservare con stupore ciò che ci circonda.

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  6. capisco le parole che scrivi le vivo anchio quando faccio trekking in solitaria,la montagna vissuta solo con le propie forze fa scoprire chi realmnte si è le potenzialità, si può contare solo su se stessi e questo svela realmente il carattere se forte ,timoroso ,testardo,spericolato,non ci sono bugie o inganni c'è solo sincerità ,anche se pericoloso vale la pena di vivere il trekking in solitaria

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  7. Sono un amante delle escursioni in solitaria. La voce della natura si sente solo se si è da soli con lei.
    La emozione di andare da soli su nuovi sentieri e in posti mai visti la può descrivere solo chi l'ha provata, la sensazione che si ha quando ci si trova stanchi e con tantissima strada davanti, o quando si arriva e ci si toglie lo zaino, o quando si torna più leggeri perchè si è arrivati alla meta.
    Non andate da soli in montagna se non avete una buona esperienza però!!

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  8. Il tuo blog è stupendo. Ho sempre amato "sparire" di casa per tutta la giornata, girovagando per monti o colline. Le mie escursioni solitarie si sono limitate fin'ora ad una sola giornata, da mattina a sera. Un po' perchè non ho l'attrezzatura (tenda) un po' perchè sono ancora giovane e vado a scuola, ho sempre pensato con ardore ad un viaggio nella natura più prolungato ma non ho mai portato alla realtà questo sogno. Ora vorrei, perchè ho 18 anni e in qualche modo la mia maggiore età mi dona qualche responsabilità in più, prima di tutto perchè ora le mie scelte hanno delle conseguenze che devo affrontare con le mie forze. I miei genitori sono d'accordo, non perchè mi odino e non vedano l'ora di levarmi dalle scatole, anzi, mi vogliono molto bene. Questo è però un periodo in cui ho bisogno più che mai di essere completamente sola, perchè sono convinta che bisogna imparare a vivere con se stessi prima di vivere con gli altri. Voglio partire, senza meta, senza limiti di tempo, partire e quando ho voglia tornare, dopo aver migliorato me stessa. Non ho fretta di andarmene, ma sento nel cuore che devo.
    Dato che tu sei un esperto... Mi potresti dare qualche consiglio? Dirmi dei trucchi del mestiere che ti salvano la pelle, cose del genere? Nel frattempo, come prima volta, mi limiterei ad andare per qualche giorno sul monte dietro casa mia, che più che un monte è una collina alta. Così potrei guadagnare un po' di esperienza, vedere se la voglia mi passa oppure aumenta. Magari mi porterei via anche il cane, come prima volta, giusto per avere un po' di compagnia (poi a lui piacciono queste cose).
    La cosa che mi "Spaventa" un po' di più è dormire in tenda, perchè come ho detto, sono già stata fuori casa completamente sola per un giorno intero. Ma era diverso, perchè ero sempre all'erta. Non dovevo dormire. Non dovevo abbandonarmi completamente alla natura. Pratico meditazione spirituale, quindi molte volte mi sono inoltrata nel bosco per meditare, quindi so come distogliere la mente dai rumori esterni ed interni, tra cui la paura. L'unico dubbio che ho è: dove devo metterla la tenda? E' meglio in un posto nascosto? In una piana giusto? E per il cibo è meglio portare barrette proteiche o cibo liofilizzato, sempre ricordando che starò via pochi giorni in questo "viaggio".
    Premetto che non ho intenzione di cambiare idea in alcun modo, quindi se qualcuno vuole cercare di distogliermi dicendomi che sono una ragazza e sono troppo giovane, può farne tranquillamente a meno. Ciò che cerco sono solo consigli, giusto per essere più preparata. Ci vado anche così come sono, se non volete dirmi nulla. Lo capirò. Grazie in ogni caso.

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  9. Indio: Cara Giulia, in tanto grazie per i complimenti al mio blog! Sono sempre contento quando riesco a comunicare ciò che provo o sento agli altri. Sulla ricerca della solitudine nella natura selvaggia a quanto pare siamo in sintonia!Intanto dico subito che mi sembri una ragazza coraggiosa e piena di voglia di viere...Vai avanti così e non abbandonare mai il tuo desiderio di libertà e di elevazione interiore, che traspare da ciò che mi hai scritto. Fai bene all'inizio ad andare in una montagna viina. Anche io ho fatto così da piccolo. La montagna va scoperta a piccoli passi e più si ha esperienza e più si possono affrontare sfide via via più impegnative.Sicuramente dato che sei una ragazza molto giovane devi stare attenta. Se proprio vuoi dormire da sola quindi,almeno per adesso portati il cane, che ti farà compagnia (e ti difenderà da qualche malintenzionato.. non si sa mai!). Comunque, al di là di tutto, non aver fretta di realizzare i tuoi sogni, perchè il tempo è dalla tua parte. Sai, anch'io ho programmato un'escursione di due giorni col mio cane... Sarebbe bello vivere la natura liberamente senza l'uso di oggetti artificilai, ma un minimo di attrezzatura ci vuole, sennò troppi disagi rovinano l'escursione.Ecco i consigli:
    1. devi avere un paio di buone scarpe alte, con suola in vibram le scarpe sono al primo posto.2.anche se fa caldo ci vuole un sacco a pelo decente che in caso di abbassamento della temperatura ti tenga al calduccio 3.una tenda normale va bene, ma dev'essere leggera (uno o due posti, d'estate va bene anche una tendina da spiaggia)4.la tenda va montata in piano, sì, scegli una radura magari, al fresco degli alberi. Quando monti la tenda leva i sassi e assicurala bene coi picchetti e i sassi: deve reggere ai colpi del vento(io e un mio amico dormimmo stto una bufera una volta... ci salvò proprio la tenda)5. lampada frontale per la notte(ti tiene le mani libere) 6.Piccolo kit di pronto soccorso e sopravvivenza: lo puoi realizzare tu. Prendi tipo una scatola di latta e mettici: fiammiferi, una piccola candela (per fuoco), garza e nastro adesivo medico, una cannuccia da bibita per bere da piccoli rivoli d'acqua in sorgenti a secco,un fischietto di segnalazione, un ago e un po' di filo (strappi ai vestiti)coltellino 7.Portati molta acqua, d'estate si rischia di disidratarsi, a me è capitato. Portati una bottiglia di plastica da due litri. Bevi costantemente 8.crema solare se hai pelle troppo chiara, io una volta mi sono ustionato, pomata contro insetti in ambienti umidi 9.maglette di ricambio,di cotone, pantaloni lunghi e robusti,giacca a vento impermeabile(pioggia vento) foulard/bandana, utile per tante cose 9. Lascia perdere i liofilizzati.Per il cibo consiglio in primis frutta secca (fichi secchi, uvetta), biscotti e frutta secca durante il giorno e proteine (es. tonno in scatola, carne, parmigiano) e verdura (insalata) pane, la sera.Dividi i cibi in piccoli sacchetti e avvolgili magari in carta d'alluminio. Durante il cammino cmq i pasti devono essere veloci, brevi e leggeri.La cosa migliore è portare le cose essenziali per non appesantire il carico(ovviamente ci vuole un buon zaino da trekking con cinghie laterali imbottite). Ah, ultima cosa, un buon bastone da trekking o di legno ti aiuterà nel cammino.Be', spero di averti aiutato.Hai il mondo che ti aspetta, con la sua bellezza! Poi fammi sapere com'è andata l'escursione. Ti lascio altri miei contatti
    mail ladrodiombre@gmail.com
    facebook: saverio de marco (el indio)
    A presto!
    Indio

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  10. Chi va per i monti da solo non è mai solo perché ci sono tantissimi come lui... io ad esempio

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