giovedì 9 aprile 2009

Diario - 8 aprile 2009

l'autore del blog alla "Timpa del Ladro" - autoscatto. sotto: 1. la foresta di faggio-abete nei pressi di Piano Iannace 2. veduta dalla "Timpa del ladro" 3. loricati monumentali sulla dorsale nord-ovest 4. veduta dalla cresta nord: l'immensa foresta ammanta le pendici di Serra Crispo
La Timpa del Ladro - dorsale nord-ovest di Serra Crispo, discesa dalla cresta nord La "Timpa del Ladro" è il toponimo popolare attribuito alla parte iniziale della dorsale nord-ovest di Serra di Crispo, situata proprio sopra Piano Iannace. Me ne parlava mio padre, che in questo posto andava anche a caccia. La prima volta che andai a Piano Iannace, da ragazzo, mentre ero ancora nel bosco, tra gli alberi notavo via via lo stagliarsi imponente di questa parete rocciosa, che all'epoca mi sembrava davvero imponente. L'escursione di oggi ha avuto come obiettivo proprio la salita della ripida dorsale, l'arrivo sulla sommità di Serra Crispo, e la discesa dalla cresta nord, scalata a dicembre dell'anno scorso. Inoltre in quest'escursione ho inteso (ri)attraversare quegli angoli remoti del regno dell'abete bianco, ovvero del bosco Cugno dell'Acero. Sono ritornato così alle atmosfere incantate di quella che considero la "mia" montagna, quella che ritengo più familiare. Parto un'ora prima dell'alba. Cammino accompagnato dalla sommessa melodia degli uccelli, ancora appollaiati nei cespugli, che annunciano con il canto l'mminente sorgere del sole. Mentre cammino, ancora con la lampada frontale sulla testa, vedo una strana luce sulla stradina. Sarà il riflesso di un sasso, penso. Mi avvicino e noto che la luce s'è spostata nei cespugli sotto la strada, e sta lì immobile. Capisco subito che un animale selvatico, forse una volpe o una faina mi sta osservando, nascosto dietro i cespugli. La luce della lampada si è riflessa nei suoi occhi, che adesso brillano come due piccole lanterne... La primavera è alle porte e nelle foreste di più bassa quota la neve resiste ormai in poche chiazze, più o meno fino alla radura di Piano San Francesco. La foresta è percorsa dal rumore dei ruscelli, sono spuntate le primule e i bucaneve, e si sono creati già quei caratteristici "buchi" nella neve che circondano i tronchi degli alberi. Dal Piano di San Francesco invece di andare dritto proseguo per un sentiero che si dirama a sinistra, in discesa, e che costeggia la strada principale per Iannace. Questo sentiero è molto bello perché attraversa il cuore della foresta di abeti, permettendovi di osservare esemplari maestosi di abete bianco, accanto ai tanti piccoli abeti che adesso crescono proprio sul tracciato del sentiero. Qui indosso le ciaspole perché la neve è ancora alta e si sprofonda. Ma la marcia non è faticosa, in quanto la neve è abbastanza compatta. Arrivato a Piano Iannace, ancora innevato, mi dirigo nel bosco, seguendo il percorso del sentiero che mi porterà verso l'inizio della dorsale nord-ovest.Passo accanto ai caratteristici "monumenti", enormi massi dalle punte aguzze, posti tra gli alberi, nei pressi del Canale Cugno dell'Acero. Ho tolto già le ciaspole perché il terreno si fa sempre più roccioso. Mi congiungo dopo un po' alla base della dorsale e comincio a salire. La dorsale nord-ovest è quasi totalmente libera dalla neve, spazzata via dai venti e disciolta delle alte temperature di questo periodo. Qui non esiste un sentiero, per cui bisogna salire facendosi largo tra le rocce, arrampicandosi facilmente per superare alcuni passaggi. La salita è impegnativa ma non difficile. Arrivo sulla sommità della "Timpa del Ladro", un posto che conosco da tanto tempo, e da qui ammiro la verticale parete rocciosa sulla cui sommità svetta un solitario pino loricato. Nel bosco, proprio qui vicino, c'è una profonda caverna, simile ad un pozzo, che fu utilizzata in passato come nascondiglio dalla banda del brigante Franco. Provai una volta di scendere nella caverna, con una corda, ma non riuscii a posare i piedi e mi ritirai dal tentativo. Non mi dirigo verso la grotta ma in direzione dei monumentali pini loricati delle rocce, posti più in alto. Essi sono proprio quei pini maestosi che si possono notare in lontananza guardando da Piano Iannace. Dopo aver superato questi pendii rocciosi arrivo quasi subito sotto la sommità di Serra Crispo, costeggiando sempre la linea della dorsale. Qui però incontro di nuovo la neve, compatta e scivolosa, per cui indosso i ramponi; non sarebbero indispensabili ma nella marcia in salita mi aiutano a restare in equilibrio sulla neve e quindi a non scivolare. Sono sulla sommità del "Giardino degli Dei" e adesso non mi resta che congiungermi alla cresta nord per scendere dalla montagna. La cresta nord è ripida e formata da lastroni di roccia compatta. A dicembre dell'anno appena trascorso è stato divertente scalarla in salita, superando i tratti di neve ghiacciata. Anche qui la neve è stata quasi spazzata del tutto dal vento, perciò ormai racchette e ramponi non servono più. Scendendo lungo la cresta si può ammirare uno scenaio superbo: sotto ai miei piedi si estende l'immensa foresta di faggio-abete bianco, da cui spuntano le rocce di Pietra Castello; il panorama spazia a sud tra Timpa di San Lorenzo, Manfriana e Serra delle Ciavole, mentre a nord si stagliano le lontane sagome del Monte Alpi e del Sirino... Arrivo al sentiero "Rueping" che conduce a Pietra Castello, lo attraverso e mi inoltro nella foresta, seguendo il valico che mi riporterà al Piano di San Francesco. Qui vado a dissetarmi con l'acqua fresca della vecchia fontana, nascosta dagli alberi. Mentre bevo e riprendo fiato mi fa compagnia un topolino dei boschi, che si aggira sospettoso tra le foglie secche, nei pressi della sorgente...

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