sotto: 1. faggio secolare presso la gola del torrente Iannace; 2. monolite di roccia ricoperto di felci ; 3. alberi dai caratteristici colori autunnali attorniano il corso del Torrente Frido: dalla cresta di Madonna Di Pollino; 4. dal sentiero delle Gole di Iannace: si comprende la maestosità dello scenario osservando il mio cane che nella scena, dominata dagli alti faggi e abeti, appare quasi una piccola macchia bianca.
"Non abbiamo mai visto niente allo stesso modo
ma guardavamo sempre la stessa cosa"
(William Faulkner)
Atmosfere autunnali: sui sentieri di Timpa della Madonna di Pollino
Erano anni che non tornavo in autunno al mio paese. In questi giorni ho potuto apprezzare perciò la meraviglia di quei colori autunnali che purtroppo negli ultimi hanni ho potuto vedere con minore frequenza. La foresta d'autunno è davvero spettacolare perchè al verde uniforme dell'estate si sostituisce una varietà cromatica di colori, che vanno dal giallo al verde, al rosso, all'arancione. C'è un'atmosfera diversa nei boschi e questo lo avverti subito. Si cammina su un tappeto di foglie rosse e le rocce sono umide e scivolose; è un verde brillante quello del muschio che ricopre i massi e i tronchi degli alberi. Vista dal mio villaggio la Timpa della Madonna di Pollino è un coacervo di colori; infatti, nei boschetti che l'ammantano, ancora siamo nel cuore dell'autunno, mentre in alta montagna l'inverno è ormai arrivato. Quindi l'ideale, per ritrovare l'atmosfera dell'autunno era proprio un'escursione sui sentieri dei boschi e delle creste di Timpa della Madonna, una montagna che ha avuto per me sempre un grande fascino, una montagna che appartiene contemporaneamente al senso della divinità, all'uomo e alla natura selvaggia. Parto alle sette di mattina, col mio cane Buck che a soli nove mesi ha già alle spalle qualche esperienza "escursionistica". Attraverso il bosco di cerro di Piano della Mandria (uno dei posti più ricchi di funghi della mia zona) e mi porto sulla strada del santuario. Da qui prendo il sentiero delle "Rocce Parlanti" realizzato recentemente sotto la supervisione di Braschi. Ero già stato qui altre volte, tanti anni fa, quando ancora di sentiero non esisteva traccia, ma questo percorso, segnalato con accortezza, esalta enormemente la bellezza degli scorci offerta dal bosco che ammanta l'ultimo tratto di fosso di Iannace. Faggi secolari enormi, spesso con i rami secchi accasciati sul fondo della gola, dalle radici contorte, massi giganteschi, a volte di forma monolitica, pareti alte di roccia che si alzano ai lati del letto del torrente. C'è davvero la sensazione della wilderness, della natura inviolata, primordiale. Sono tutte cose che sono valorizzate con questo sentiero, che si armonizza perfettamente ai luoghi, perchè li percorre quasi con reverenza e adeguandosi alla natura del terreno. Questa è la parte più interessante dell'escursione. Prima di arrivare al torrente mi sono affacciato sui costoni boscosi che costeggiano la gola ed ho potuto notare la luccicante varietà dei colori di faggi, aceri, lecci, meli selvatici, ontani. Il cielo è coperto ma c'è una luce soffusa che esalta ancora di più il contrasto cromatico dei boschi. Guado il torrente e, seguendo sempre le segnalazioni, attraverso il bel ponticello, salgo i pendii rocciosi e boscosi, costeggiando delle suggestive pareti di roccia: caratteristiche piante giovani di faggio crescono addossati perpendicolarmente alla parete. Più giù un groviglio di cespugli simili a cordoni ondeggiano su un tappeto di muschio... La monotonia non esiste in questo
bosco, ogni albero e ogni anfratto sono unici... come spesso accade nel nostro Pollino, che mostra sempre la capacità di stupire con la sua magia. Arrivo all'avvallamento formato dai due crestoni rocciosi di Timpa della Madonna. Seguo la cresta e raggiungo il sentiero dei giardini rocciosi, un altro dei sentieri realizzati da Braschi. Dalla sommità della cresta la mia attenzione è attirata dal contrasto di colori che si staglia guardando i boschetti che ammantano le pendici della timpa, sotto i dirupi, verso il Torrente Frido. Arrivo al santuario e sopra la statuetta di bronzo della madonna un corvo imperiale gracchia e volteggia nell'aria come un avvoltoio. Do da mangiare al mio cane e poi faccio una capatina alla grotta della madonna. Era una quindicina di anni forse che non ci andavo. La grotta me la ricordavo meno stretta. Anzi, a me non parrebbe proprio una grotta a vederla adesso; infattti il tetto della grotta è formato da un masso enorme posto sugli altri. Ricordo che da bambino andare nella grotta era per me sempre un momento entusiasmante. Entro dentro con difficoltà per quanto è stretta l'entrata, il mio cane mi guarda incuriosito dall'imboccatura. Successivamente io e Buck ci arrampichiamo sulla sommità rocciosa che sovrasta il santuario. Procediamo con attenzione sulla nuda e scivolosa roccia. Da qui la visuale spazia sulla foresta selvaggia percorsa dalla ferita del torrente Frido e sulle austere cime imbiancate di neve di Monte Pollino e Serra del Prete. La foresta è spoglia e come un manto funereo sembra ricoprire le pendici dei monti. Dalla sommità rocciosa scendiamo senza percorso obbligato per i boschi in direzione della strada asfaltata. Scopro nella foresta di faggio un esemplare solitario e maestoso di abete bianco. Un altro più avanti è stato abbattuto da un fulmine. Arrivati alla rotatoria prendiamo il sentiero che porta alle gole di Iannace e seguiamo il percorso dell'ultimo tratto, particolare per la presenza di abeti enormi e slanciati verso il cielo. A Fosso Iannace scorre un po' d'acqua, che sembra acqua sorgiva per la sua limpidezza. Davvero spettacolari d'autunno anche le Gole di Iannace... Arrivato allo spiazzo con rotatoria della strada asfaltata mi porto sul sentiero "Albanete" che si snoda per i boschi, costeggia delle pareti di roccia e si ricongiunge a quello della cresta. Così giunto alla cresta seguo il percorso dell'andata. Volevo, invece di guadare Fosso Iannace, continuare a scendere lungo la gola; ma il mio cane proprio non vuole sapere di seguirmi e, dopo un tentativo di scendere tra i massi scivolosi del fossato si riporta sul sentiero. Forse è più saggio di me e per stavolta, visto che non sono solo, faccio come dice lui e ritorno indietro sui miei passi...
Caro Indio
RispondiEliminagrazie alla tua descrizione, ho rivissuto con te i momenti esaltanti della tua avventura, tra la suggestione di colori che annunciano l'arrivo del grande sonno.
Bella la frase londoniana: "Vista dal mio villaggio...".
E' bello leggere le tue scorribande sul versante lucano della "nostra" montagna.
Un forte abbraccio e grazie di cuore.
Nuwanda
Sempre gentile Nuwanda... hai detto bene, è la "nostra" montagna e a noi, "comunità del Pollino",calabresi o lucani, spetta il compito di salvaguardarla! Un saluto (spero presto comunque di poter affrontare gli itinerari che mi mancano del versante calabro) !
RispondiEliminaIndio
è proprio vero che quella parte del bosco in questo periodo è affascinante ed emozionante, forse più che in ogni altra stagione: qualche settimana fa ho vissuto le tue stesse emozioni ma tu hai saputo descriverle mirabilmente facendomi rivivere attimi di quei colori e di quei profumi.
RispondiEliminagrazie e complimenti per foto e descrizioni
Una passeggiata autunnale ritempra l'animo e il corpo....
RispondiEliminaci si abbandona al sonno per poter sognare nella magia dell'inverno...
a presto indio sui sentieri del pollino
Salve a tutti sono un appassionato di questi splendidi posti e vorrei sapere informazioni sulle prossime escursioni in programma.
RispondiEliminaGrazie
Antonio Matera
For Antonio Matera. Io non sono una guida e mi organizzo da solo! Ti conviene contattare le guide ufficiali del Parco. Vai al sito www.leotrekkingpollino.it di Leonardo Viceconte, una delle guide ufficiali di San Severino. Là troverai in contatti num. di telefono e mail..
RispondiEliminaBye Bye...
Indio
Ah dimenticavo... e c'è anche il buon Adalberto Corraro di infopollino, che organizza escursioni, l'amico del commento in alto..
RispondiEliminaIndio
Grazie mille, a proposito ha fatto una buona nevicata questi gg?
RispondiEliminaSaluti ed auguri!
Antonio Matera
Ma voi chi siete? Angeli fortunati o pazzi?
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