mercoledì 4 maggio 2011

I pastori del Pollino

Ho poche foto dei pastori, . Ho provato sempre una sorta di timidezza nel fotografarli. Nelle poche foto che posseggo fatte a distanza, da lontano, il pastore diventa quasi un elemento del paesaggio montano. Giusta fu la raccomandazione fatta dal buon Giorgio Braschi ai turisti nel suo "Sui sentieri del Pollino": "Ricordate sempre che siete ospiti e che pastori e contadini sono i padroni di casa: il Pollino è la loro terra; rispettarli significa anche non stare a fotografarli quasi fossero indiani delle riserve, come fanno invece spudoratamente molti 'cittadini' "





2 commenti:

  1. è il principio dell'ospite discreto, che distingue l'escursionista dal turista: oggi più che in altri tempi è un tema che porta allo scontro quando alla montagna (o agli ambienti poco antropizzati in genere) si avvicinano persone che seguono le "mode" e, nella politica di gestione del territorio con esiti disastrosi, si trasforma nel concetto di "montagna come attrattore e fonte di reddito facile": ieri ci ha lasciato per sempre chi ha dato battaglia a tanti speculatori consentendoci di godere ancora del nostro Pollino e questo post arriva oggi come ringraziamento vivo e vero ai maestri e pionieri del Pollino.
    Grazie Indio
    P.

    RispondiElimina
  2. Grazie Pino del bel commento. Vero quello che dici.Già la speculazione è sempre in agguato ed è comunque una fortuna che il Pollino sia rimasto ancora in larga parte integro. L'identità del Pollino è rurale e per questo dobbiamo rispettare la gente che in montagna ha vissuto e lavorato tra tante difficoltà, pastori, contadini e artigiani. La scommessa dello sviluppo del Pollino dev'essere un turismo all'avanguardia basato sulla conservazione e non sull'urbanizzazione della montagna,(che a mio avviso creerebbe solo cattedrali nel deserto )proprio per sviluppare in chiave moderna le potenzialità del territorio, che sono tante: e non si trovano solo in alta montagna quanto nei nostri paesini, ricchi di storia e di cultura.La wilderness cioè può convivere felicemente con la ruralità. Penso che l'ambientalista scomparso a cui fai riferimento sia Tommaselli : è vero grazie a questi pionieri come lui, oggi possiamo godere di paesaggi che potevano essere irrimediabilmente perduti...

    RispondiElimina