Autoscatto nelle Gole del Frido (Frangiosso - Vacquarro)
Era da tempo che volevo esplorare le Gole del Frido nel tratto tra Frangiosso e Vaquarro, me ne avevano parlato come di un posto spettacolare e oggi ne ho avuto conferma. Un tempo il mio obiettivo erano sempre le cime, adesso con l'età comincio a "scendere" col desiderio di esplorare zone meno conosciute e più selvagge, alla ricerca della novità e dell'esplorazione. L'occasione di questa due giorni mi è stata data dall'amico Carlo, appassionato pugliese del Pollino che sarebbe venuto la sera a campeggiare: ho pensato di fare un'escursione esplorativa per conto mio tutta a piedi, campeggiare a Vaquarro con lui e i suoi amici e il giorno dopo fare a assieme Serra del Prete.
Arrivato al rifugio del Santuario per sentieri prendo il vecchio sentiero dei pellegrini: ricordo che un tempo persi la traccia, mentre adesso è risegnalato e con la traccia abbastanza evidente nel bosco. Qui ci sono i passi anche di mia madre e dei miei parenti, che salivano alla Madonna di Pollino dalle lontane frazioni di Castelluccio... Io, moderno pellegrino laico mi avvio per i boschi... verso la ricerca di altre mete "spirituali" .
Devo trovare il torrente Frido, all'inizio prendo un torrente che costeggia Timpa della Madonna, ma mi accorgo subito che non è il Frido (troppo piccolo) ma un affluente. Scendo nella foresta in direzione ovest e trovo il letto secco del torrente, con i massi enormi illuminati dal sole. Non c'è acqua, solo qualche pozza abitata dalle raganelle. Ne osservo una. Si mimetizza perfettamente con le rocce del suo ambiente.
Arrivo finalmente alle Gole: è uno spettacolo impressionante... enormi massi sembrano accatastati uno sull'altro nel fondo della gola, mentre alte pareti di roccia si levano sulla mia sinistra. E' tutto già bello così e posso solo immaginare lo spettacolo che deve esserci con il torrente in piena e il salto delle alte cascate...
Ora devo superare i grandi massi arrampicandomi su di essi: nulla di troppo impegnativo, ma devo stare attento a non scivolare. Ho le scarpe piene d'argilla, se cadessi e mi facessi male non ci sarebbe nessuno ad aiutarmi. Nel superare i massi devo levarmi lo zaino e lanciarlo in alto, per poi riprenderlo una volta arrivato sopra; uno zaino troppo pesante e ingombrante non è proprio l'ideale per il torrentismo.
In un punto devo anche infilarmi in uno stretto passaggio tra la roccia: in questi casi è bene ricordarsi della "tecnica del camino". Non c'è rischio di rimanere bloccati: male che vada ci si arrampica nel bosco e si aggirano i passaggi (non siamo nel Raganello!). E' un tratto che invece diverrebbe parecchio impegnativo con l'acqua. Bisognerebbe farlo più o meno entro giugno, perchè poi il torrente va in secca. Lungo le sponde del torrente riconosco anche qualche raro albero di tasso.
Superata la gola esco dopo un po' ai Piani di Vacquarro. La risalita del torrente prende molto più tempo del previsto. Adesso seguirò il torrente, che si divide in due rami: risalirò quello a desta, per arrivare alla meta prestabilita: la fontana di Rummo. Da lì prenderò poi la strada che va a Vacquarro per andare ad aspettare gli amici. Nel tratto che va da Vacquarro a Rummo ritrovo l'acqua e il torrente è un susseguirsi di cascatelle, una delle quali abbastanza alta e impegnativa da superare. Purtroppo mi bagno il piede destro scivolando in una pozza... era inevitabile. Noto un uccello che si tuffa velocissimo sotto una cascata e poi con altrettanta rapidità ne esce. Non ho capito di che specie si tratta. Un'altra bella sorpresa è una caratteristica cascata di circa tre metri che scende lungo la roccia.
Sopra di me si vedono le selvagge pareti rocciose del Cannocchiello. Non sarebbe uno scherzo arrampicare da quelle parti. La Fonte di Rummo dovrebbe essere vicina... numerosi faggi sradicati ostruiscono il passaggio e vanno scavalcati. Noto un abete bianco che cresce proprio nel mezzo del torrente. Alla fine, da lontano, riconosco il posto e mi dirigo a dissetarmi con l'acqua freddissima della sorgente.
E' stata una faticaccia ma ne è valsa la pena. Ora mi dirigo a Vacquarro per riposarmi un po' aspettando Carlo. Zaino come cuscino e un letto di erba. Basta mezz'oretta e mi riprendo subito... anche i piedi non mi fanno più male. Poi noto arrivare gente e capisco che si tratta di Carlo e dei suoi amici. Campeggeremo a Colle Gaudolino e l'indomani io Carlo e chi deciderà di unirsi saliremo alla Serra del Prete. Dopo aver mangiato e chiacchierato fino a tarda sera osservando le stelle, si va a nanna. Mi sistemo nel mio sacco al pelo, sul materassino gonfiabile, all'aperto, e mi metto subito a dormire.
Serra del Prete dai versanti sud-est (8 luglio)
Sulle orme di Bonatti....
RispondiEliminaEscursione indimenticabile,con una grande persona!!
RispondiEliminaPosti bellissimi e unici che però ci stanno distruggendo.Devi solo vedere (anzi meglio di no)quello che,gente miserabile ha fatto al versante sud del Dolcedorme ,un'apocalisse.Spero solo che i pini loricati non abbiano subito danni consistenti.
RispondiEliminaUn caro saluto