sabato 4 agosto 2012

Diario - 4 agosto 2012

Angoli selvaggi: Colle Dragone, Timpone di Viggianello, Timpone della Capanna versante ovest

Pino loricato sugli impressionanti dirupi di Timpone della Capanna - foto by Indio

L'amico Pino, in ferie sul Pollino, era rimasto entusiasta della escursione su Serra di Crispo dai selvaggi versanti del settore ovest e della cresta nord, fatta cinque giorni fa e mi aveva proposto di pensare ad un nuovo itinerario, anche poco impegnativo. E' grazie agli amici se son tornato in montagna. Dopo gli incendi di questa estate mi era davvero passata la voglia.... Alla fine ho pensato a qualche itinerario che partisse da Piano Ruggio, tipo Coppola di Paola, Timpone di Viggianello o Timpone della Capanna, posti che non conosco bene o su cui non sono mai stato. Se una volta le mie mete riguardavano le cime più alte, ora sono alla ricerca di posti meno gettonati dai turisti ma che possono offrire scorci e "francobolli" inediti di natura selvaggia. Piano Ruggio è una località con tante possibilità escursionistiche, ma spesso è visto solo come un pianoro dove passa una strada, dove c'è un rifugio e dove poter fare dei pic-nic. Abbiamo rinunciato a Coppola di Paola perché molto boscosa e senza sentieri seganti sulla carta. L'alternativa era Timpone della Capanna/di Viggianello. Ci mettiamo in marcia e avvisto subito un bel "timpone" boscoso, che all'inizio scambio per una continuazione della Coppola. Sbuchiamo in una bellissima radura: la montagna ci sta di fronte, è appuntita da questa visuale, percorsa dalla faggeta, con colonie di pino nero e qualche isolato loricato sotto la sommità. Siamo in località Colle Dragone - Timpone di Viggianello, che da questo versante ha tutto un altro aspetto. 


All'inizio del bosco c'è una sorgente e per arrivarci devo attraversare il ruscello. Penso che il fango mi regga ma sprofondo e cado per terra... sembrano sabbie mobili! Mi rialzo e mi do una sistemata, perché ho gli scarponi sporchi di fango e i pantaloni bagnati. Nulla di grave, si asciugheranno strada facendo. Continuiamo a costeggiare la faggeta di Colle Dragone e poi puntiamo in alto. Notiamo i ruderi di un vecchio stazzo di pastori. I pendii sono ripidi. Dopo un po' sbuchiamo in alto, all'aperto, vicino ad un piccolo pino. Noto un bel loricato monumentale  sullo sfondo della selva di Coppola di Paola. 


 Paesaggio suberbo e inedito per me nonostante la foschia. Guardando verso Timpone Capanna noto dei dirupi impressionanti, da cui non riesco a distogliere lo sguardo: mi attrae in particolare un canalone ripidissim o e senza via d'uscita, che ricorda una caverna. Cerco di individuare un possibile percorso che mi permetta in un'altra occasione di arrivare almeno alla base e fare la foto di una tale visione di natura selvaggia: forse si potrebbe fare ma di sicuro i rischi sarebbero notevoli. 



Noto anche un accesso tra due lembi di faggeta, un punto in cui potremo affacciarci sul dirupo e osservare i pini loricati; così propongo a Pino di arrivarci, risalendo anche Timpone della Capanna, visto che ancora è presto. Arriviamo in cima. Adesso dobbiamo ritornare alla radura e lo facciamo seguendo un crinale roccioso popolato di pini neri... poi ci arrampicheremo sul crinale di T. della Capanna, ad ovest, diviso da un fossato da T. di Viggianello. La salita è un po' più impegnativa del previsto. Tra i pini neri, prima di sbucare in alto, noto anche dei bei loricati distinguibili dai pini neri per le forme più contorte e la caratteristica corteccia  a placche.



Arrivati sopra scendiamo in direzione dei dirupi più ad est, che abbiamo avvistato sulla cima dell'altra montagna. Si sente una mandria di cinghiali nella faggeta, che si accorge di noi e corre via impaurita. Noto il primo loricato e scendendo si apre uno scenario maestoso: sotto i tronchi dei due loricati monumentali di cui possiamo toccare i rami si apre il vuoto: un salto di un centinaio di metri, mentre a sinistra, sotto di noi altri crinali rocciosi inaccessibili, popolati da colonie di pini loricati; isolato a ridosso della faggeta, coi rami a bandiera, notiamo anche un pino loricato monumentale, alto e dritto. Tutto bello, l'unica cosa che guasta è l'autostrada, gli spianamenti dei lavori e i segni vistosi degli incendi di Valle Piana e di Conca del Re: questi loricati sembrano così degli Dei abbarbicati su un olimpo sopravvissuto, che sovrastano una civiltà in decadenza irreversibile. Isolata tra pini e faggi cresce anche una pianta di abete bianco, raro come specie sui versanti meridionali.




Non possiamo scendere ulteriormente: scivolare significherebbe rischiare la vita. Pino è soddisfatto dell'incursione: cosa avremo ottenuto invece raggiungendo la cima e basta? Adesso risaliamo i pendii rocciosi e ci portiamo sotto la cima del Timpone: decidiamo di scendere puntando dritti su Piano Ruggio, in direzione della zona del bivio per Pedarreto. Per scendere ci vuole pazienza, procediamo a zig zag. Anche i pendii della faggeta sono ripidi e stiamo attenti a non scivolare. Questi percorsi fuori pista non sono da tutti ma il buon Pino non si tira mai indietro...


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