sabato 6 aprile 2013

Diario - 6 aprile 2013

Serra di Crispo dal versante Est


La montagna non si finisce mai di scoprire. Esiste sempre qualche luogo inedito, anche nelle montagne più conosciute. Tale è Serra di Crispo, la mia montagna preferita, a cui sono legato quasi da una sorta di affetto e tacita "complicità". Con l'escursione in solitaria di oggi ho voluto esplorare meglio il versante est della Serra, che mi ha regalato punti di vista inediti e fatto respirare atmosfere di vera wilderness. Da Piano di San Francesco attraverso il bosco Cugno dell'Acero e mi porto sul sentiero Rueping; prima di arrivare a Pietra Castello mi arrampico sui pendii che sovrastano il sentiero. Mi appaiono i dirupi della cresta nord e più lontani quelli della cima.


Costeggio i piedi della montagna seguendo un canale al limitare del bosco. Massi erratici, alberi monumentali e rocce spaccate e dirupate sui pendii abbelliscono questi luoghi desolati.


Punto in direzione dei loricati abbarbicati sui ripidi pendii innevati. Rifuggendo velleità alpinistiche decido di trovarmi una via semplice e non pericolosa, che faccia a meno di passaggi sulla roccia. Decido di portarmi fuori dal bosco costeggiando i pendii rocciosi, per poter ammirare e fotografare i patriarchi che li popolano. L'inizio della corta  ma intensa ascesa è a ridosso del primo pino che incontro. Levo le ciaspole e mi preparo a scalare con la piccozza.




La neve è profonda e marcia, procedo lentamente. Si sprofonda ma la neve mi tiene agganciato ai pendii. L'ascesa è meno breve e facile di quello che immaginavo. Visti dalla cima, guardando in giù, questi pini non sembrano così maestosi come li vedo adesso, passandoci vicino...





Mentre procedo sui pendii cala la nebbia e l'atmosfera sembra farsi più misteriosa, con i loricati secchi che appaiono come fantasmi rarefatti.



Manca poco al raggiungimento della linea di cresta, vedo sopra le cornici di neve. Ed eccomi sulla somità del giardino. Mangio qualcosa, un autoscatto e poi riparto. Tornerò a casa da tutt'altro versante.
  Ridiscendo lungo la bella dorsale nord-ovest, percorsa tante volte e poi l'abbandono per buttarmi giu nel bosco in direzione di Iannace. Ho un po' di difficoltà quando incontro delle alture rocciose popolate di abeti bianchi. Ogni tanto capita l'immancabile sprofondamento sui ponti di neve. Incontro il fossato, scoperto in qualche punto dalla neve. Ho finito da un bel po' l'acqua e devo bere quella del torrente. L'acqua sa un po' di fogliame. Ed eccomi a Piano Iannace ed eccomi subito dopo scendere lungo il mio sentiero "segreto"..


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Indio - autoscatto

3 commenti:

  1. Stesso giorno ma sul versante N-E della Grande Frana del Pollino,io e il mio amico Pasquale più altre cordate.Bella salita.
    Saluti

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  2. Ciao Giuseppe! Ma lo sai che da lontan ho notato le tracce? Però m ison sembrate tracce di sciatori...

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  3. Si,in effetti una delle cordate era salita con gli sci.
    E' una vita che non salgo al giardino degli dei.Spero al più presto.
    Un caro saluto

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