Le gole del Frido, che da Cropani - Bosco Magnano scendono fino a dove il fiume allarga il suo letto e va in direzione della confluenza col Sinni, rappresentavano da tempo un itinerario che avevo in mente. In solitaria ero un po' indeciso se farlo come percorso (si tratta pur sempre dell'esplorazione di un torrente selvaggio che può riservare - come appunto si vedrà - delle sorprese), ma poi ho colto l'occasione proponendolo a Vincenzo A., l'amico di tante escursioni che, abituato a trekking un po' "deliranti", non si tira mai indietro... Ero sceso solo un po' oltre le "Pietre Tonanti", località resa accessibile anche a famiglie con bambini dal ripristino di un sentiero per opera dell'amico Giorgio Braschi. Il resto è vera e propria wilderness: sia per l'isolamento dell'area che per l'assenza di segni umani.
Scendiamo "armati" di costume e bastone, indispensabile per mantenere l'equilbrio nel fiume. Io ho messo anche il casco, non indispensabile ma che non è male avere in questi casi... Una raccomandazione è di avere uno zaino resistente all'acqua e di mettervi cellulari e macchine fotografiche in una busta di plastica sigillata, quando l'acqua delle pozze supera la cintola.
Si scende a volte attraversando pozze d'acqua anche profonde, e a volte mantenendosi sulla riva formata da massi rocciosi; in parecchi casi bisogna superare cascatelle e salti rocciosi arrampicandosi (facilmente) sui massi. Il letto è abbastanza tranquillo, ma a volte si restringe formando vere e proprie gole; si possono anche ammirare massi rocciosi enormi, incastonati lungo il corso del torrente. E' un ambiente selvaggio, dove la natura la fa da padrone... gli alberi sradicati che ingombrano il passaggio ne sono la testimonianza.
Vincenzo A. sullo sfondo, impegnato nel superamento di un tronco caduto |
libellula trovata morta nell'acqua |
E' un ambiente così intatto, che si ha quasi il timore di calpestare con i piedi il fondale del torrente. Un'area che, per la sua evidente qualità ambientale ma soprattutto per il suo valore wildereness, meno si frequenta e meglio è. Come ho già detto l'unico segno antropico di rilievo è un ponticello sospeso su una gola e ormai inagibile (uno dei piloni è sfasciato).
Il percorso è impegnativo ma non presenta particolari difficoltà. Unica difficoltà (ma solo per me) sorge quando incontriamo un'area del fiume che si rivelerà molto profonda, circa due metri... Proprio qui noto un animale peloso nuotare nell'acqua... "Che sia la lontra?", esclamo nella mia mente... No, non è una lontra ma un cinghiale che attraversa il fiume a nuoto! Be', ancora non mi era capitato di vedere i cinghiali compiere simili azioni...
in fondo, al centro della foto, il cinghiale approda alla riva dopo aver attraversato a nuoto una grande pozza |
Superato l'ostacolo si va avanti nell'esplorazione... Ritroviamo in cinghiale di prima sul corso del torrente, che, avvistatoci, si arrampica come niente fosse sul lato destro della scarpata coperta dal bosco...
Il corso del torrente invece di allargarsi si restringe, creando salti e cascatelle, con pozze profonde che riusciamo ad aggirare arrampicandoci sui massi... Spettacolari massi giganteschi si stagliano davanti a noi... Pensavo che avremo preceduto più in fretta ma siamo costretti ad andare a passo di lumaca. Ormai dobbiamo per forza uscire a Francavilla, tornare indietro risalendo il torrente ci porterebbe via troppo tempo e sarebbe stressante...
Decidiamo di abbandonare il torrente quando davanti a noi si staglia una gola stretta, con salti e pozze forse molto profonde che ci porterebbero via altro tempo; a questo punto decidiamo di risalire gli accessibili pendii boscosi sulla sponda destra, portarci sulla sommità della gola e ridiscendere al fiume per attraversarlo successivamente, per accedere alla sponda sinsitra, in modo da andare in direzione della strada asfaltata che riporta a Bosco Magnano.
Ormai è chiaro che dovremo tornare alla macchina o a piedi o in autostop... Il bosco è intricato (e aggiungo molto bello, con esemplari maestosi di leccio e quercia) e, soprattutto io, mi graffio le gambe; notiamo degli uliveti in abbandono... poi incontriamo una provvidenziale stradina sterrata che sembra scendere verso il fiume: così è e ritroviamo il nostro Frido, ormai cambiato: le gole sono finite, il letto si allarga sbucando in una caratteristica "piana". Noto sulla sabbia delle impronte che potrebbero essere di lontra...
Torniamo indietro, riprendiamo il fiume e poi lo abbandoniamo quando di fronte a noi si vedono le case isolate che si trovano nei pressi della strada che proviene da Francavilla... andando dritti si sbuca al ponte che dà accesso alla "sinnica", la strada statale... Passiamo vicino ad una casa di campagna isolata, posta proprio ai limiti della piana; una signora si affaccia e scuote la testa quando gli diciamo da dove veniamo...
Così ci portiamo sulla strada. Dopo tentativi di autostop andati a vuoto troviamo un uomo e i suoi figli in un furgone, che ci fa sistemare dietro, per terra e assieme agli attrezzi da lavoro... Arrivati a Bosco Magnano al bar offriamo da bere al signore e ritorniamo alla macchina... Con questa bella escursione esplorativa posso dire di aver ormai esplorato interamente, tranne qualche tratto, il corso del Frido: il mio fiume preferito...
by Indio |
Che bel reportage in una natura ancora non intaccata dalla mano dell'uomo, speriamo ancora ed ancora per molto. Ciao.
RispondiEliminaNuwanda
Suggestivo resoconto di un'esplorazione nella wilderness. Speriamo che questo documento che testimonia che il corso del Frido è così incontaminato porti a ingoiare la curiosità dei più temerari di praticarlo in massa, accontentandosi della tua testimonianza molto evocativa del luogo. Grazie per la bella condivisione anche se ad anni di distanza.
RispondiEliminaSimone