martedì 1 luglio 2014

Diario - 1 luglio 2014

 Gole basse di Iannace: dalle Sorgenti del Frido  alla rotonda di Fosso Iannace

Gole basse di Iannace - foto by Indio
Conosco bene Fosso Iannacce ma mi mancava (anche se ne avevo fatto  un pezzo tanti anni fa) la parte bassa delle Gole. Spesso per trovare aree ancora selvagge non bisogna andare tanto lontano, e infatti il posto si trova a pochi chilometri dalle frazioni di Mezzana. D'estate mi piace sempre percorrere le forre, si sta al fresco e come in questo caso i torrenti a volte si prosciugano, permettendo un'agevole salita senza bagnarsi. E' poi divertente arrampicare i saltini rocciosi delle cascate.


Parto dagli impianti delle Sorgenti del Frido, dove Fosso Iannace confluisce. La zona è circondata da una jungla di rovi e mi immetto subito nel fossato; la vegetazione anche qui è intricata e rami secchi si accasciano sul torrente, perciò devo spesso passarvi sotto. Proseguo e intanto il letto comincia ad allargarsi.


Risalta subito la varietà botanica della vegetazione. Incontro ornielli, aceri di varie specie, sorbi, maggiociondoli, carpini, faggi e anche un giovane tiglio selvatico. Noto nel letto del torrente dei vecchi cavi d'acciaio, usati un tempo per le teleferiche dell'industria del legname. Enormi massi rocciosi sono accatastati uno sull'altro e più avanti le gole cominciano a restringersi in verticali pareti di roccia, levigate dal gioco erosione/trasporto dell'acqua. Si prosegue senza difficoltà, anche se ogni tanto bisogna arrampicarsi, ma con facilità,  per superare i salti rocciosi. In una parete della gola sono evidenti dei grossi buchi creati dall'erosione del torrente...




 Faggi monumentali crescono nella forra e faccio un bell'incontro: un albero giovane e slanciato del raro olmo di montagna, con la caratteristica foglia a tre punte... in Europa era un albero dal legno pregiato, usato come il tasso per fabbricare oggetti durevoli. Dovrebbe essere abbastanza raro, da quel che so, nell'Appennino Meridionale (Pignatti lo segnalava fino al Gargano e in Campani), ma qui, nelle gole, lui c'è! Più avanti incontro un altro albero raro, un esemplare monumentale di tiglio platifillo... dal tronco che ricopre la roccia si ergono come indipendenti 6 fusti che ricordano vagamente la forma di un candelabro. Un individuo davvero spettacolare. 

 Incontro anche una biscia d'acqua enorme, grigiastra, ma non riesco a fotografarla perché, appena mi vede, fischiando si intrufola tra le rocce... Un altro segno dell'azione erosiva del torrente  mi si para davanti notando un pezzo di legno dalla forma a patata, arrotondato e levigato dall'acqua.

 Poco dopo raggiungo la zona del fosso che incrocia il sentiero, con il bel ponticello e proseguo dritto: andrò a sbucare alla rotonda di Fosso Iannace sulla strada. Le pareti di roccia anche qui si innalzano imponenti... il posto è davvero fiabesco, anche senz'acqua. Più in là si incontra il ponticello con i piloni di cemento e pietre, ormai diroccato, parte di un sentiero voluto dal Parco 15 anni fa ma ormai scomparso... Il sentiero è scomparso ma i due piloni restano,  in un posto selvaggio come appunto le gole; e ovviamente nessuno si preoccuperà di rimuoverlo... Ma bando alle preoccupazioni ambientaliste mi porto finalmente sulla rotonda e poi ritorno per il sentiero dei pellegrini.. anche in questo caso devo aprirmi la strada tra rovi e ginestre ( di manutenzione di sentieri nemmeno a parlarne...). Torno a casa per i boschi e mi fermo a raccogliere dei funghi... Trovo dei "lattaruoli", che dalle mie parti si consumano sott'olio e tre magnifici porcini che non mi aspettavo di incontrare...


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