Monte Pollino dal "Canale nascosto"
Dopo giorni di pioggia e vento incessanti il Pollino ha avuto il 13 novembre un intermezzo di sole, e le montagne si sono mostrate nello loro veste invernale, coperte dalla prima neve. Era l'occasione buona per sfoderare le piccozze e percorrere una delle vie del Monte Pollino. Decidiamo con Maurizio, i fratelli Stimolo e Marco di ascendere lungo il "canale nascosto", la variante del canale sud-ovest. Già da anni avevo in mente di esplorarlo, ma poi per vari motivi avevo sempre rimandato l'escursione.
L'aria è secca, il freddo in questi casi fa bene, tempra l'organismo. Nella prima parte dell'escursione ripercorriamo il canale sud-ovest. Notiamo che si è accumulata un bel po' di neve sul valangone, asciutta e farinosa. Monumentali pini loricati cominciano ad affacciarsi appena usciamo dalla vegetazione, ricoperti di galaverna. Notiamo anche delle candele di ghiaccio su un pino loricato secco abbattuto dalle intemperie. Sembra una grande "pisciata" ghiacciata, ma ci accorgiamo che l'effetto è dovuto probabilmente alla resina.
Per accedere al canale nascosto dobbiamo procedere in diagonale, costeggiando pareti di roccia ricoperti di magnifici loricati.
Raggiungiamo il canalone e procediamo. Questa neve di novembre, ovviamente poca, è benvenuta; neve e ghiaccio creano quelle atmosfere uniche che maggiormente apprezzo del Pollino. Troviamo dei tratti di neve ghiacciata, bisogna scalciare e creare dei gradini. Abbiamo i ramponi ma nessuno ha voglia di metterseli; sarebbero utili ma non sono ancora indispensabili. Mi allontano dalla fila per non seguire le orme lasciate dai compagni, voglio affaticarmi e scalciare anch'io sulla neve ghiacciata, anche perché mi mancava da parecchio, viste le scarse o quasi nulle nevicate dell'inverno scorso. Ogni tanto mi creo dei gradini con la piccozza, o uso la becca: questo è un gioco che mi piace, non c'è niente di meglio. Il canale nascosto offre davvero scorsi unici e la scalata è facile. Le pietre del canalone, che in condizioni di non innevamento scivolerebbero giù, sono stabilizzati dalla neve ghiacciata.
Sbuchiamo nei pressi della cima, a breve dovrebbe arrivare un altro gruppo di amici della nostra Associazione, che però sono saliti per la via normale: Umberto, Santino, Vincenzo e Federico. Ci raggiungono e la foto in vetta con la nostra bandiera è d'obbligo. Una bandiera che simboleggia soprattutto legami umani, momenti di socialità e passione per la natura selvaggia e la propria terra.
Scendiamo senza percorso obbligato in direzione della dolina, che adesso è occupata da un bel laghetto. Fa quasi caldo, il versante è esposto a sud e scendendo la neve diventa sempre di meno. Per la discesa propongo di seguire la bella cresta che avevo percorso anni fa, quella che conduce al sentiero per il Pollinello. Anche qui regna un'atmosfera selvaggia, con pini loricati abbarbicati a rocce a strapiombo, che dominano impervi canaloni. E' la wilderness del Pollino, che rappresenta in qualche modo anche la sua "anima"...
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