Anello del Monte Caramola in mountain bike
il percorso: in blu le strade asfaltate, in giallo lo sterrato |
Spesso sostengo che "il Pollino non si finisce mai di scoprire". Un esempio della validità di questa affermazione è l'itinerario di oggi, che ancora mi mancava tra quelli che ho percorso in mountain bike nell'arco di più di dieci anni. Il Monte Caramola, coperto da estese faggete, si può dire sia un po' snobbato, almeno per quanto riguarda la mountain bike. Spesso si preferisce andare in alta quota, ma questo percorso è la dimostrazione che nelle zone di bassa montagna del Pollino esistono percorsi di mountain bike spettacolari, per gli ambienti naturali (e rurali) che attraversano. Il pregio di questi sterrati è che attraversano per chilometri e chilometri una faggeta molto estesa, con tratti ancora vetusti: si va da quella delle Coste di Caramola, per arrivare alla Riserva Naturale del Bosco di Rubbio, dove compare anche l'abete bianco. L'anello del Monte Caramola è stato impegnativo, soprattutto nella prima metà del percorso, perché non c'è segnaletica e si incontrano numerosi snodi. Senza una carta, una bussola e l'aiuto del GPS non è facile districarsi in questi boschi così fitti con la mountain bike: ma il bello dell'escursione è stato proprio questo, la sensazione di scoperta e avventura. Come si vede dalla traccia GPS ho alcune volte sbagliato strada e son dovuto tornare indietro sui miei passi, come quando ho seguito una pista forestale che poi si è persa andando a finire sul crinale boscoso della montagna. Anche se queste sono faggete sfruttate, che cioè hanno subito vari tagli in passato, non posso non notare lungo il percorso maestosi esemplari di faggio, tipici delle faggete vetuste. Si notano i versi di picchi di varie specie. E' quasi tutta discesa ed è molto divertente. Ogni tanto bisogna scendere dalla sella per attraversare zone fangose create dai ruscelli che attraversano la strada. L'acqua comincia a scarseggiare, se non incontrerò presto una fontana dovrò ricorrere alle pastiglie potabilizzanti. Incontro altri bivi e devo sempre consultare carta e bussola per capire qual è la direzione migliore. Uno dei tratti più belli che attraverso è quello dei Piani di Caramola, dall'erba dorata e dalle verdi felci che lo popolano. Un'area intatta, frequentata solo da pastori e boscaioli: speriamo resti sempre tale... Sono sceso parecchio, l'obiettivo è raggiungere la strada asfaltata che mi porti verso il Rifugio La Caserma. Arrivo ad un'area pic-nic, mi disseto ad una fontana dall'acqua fresca e poi vado dritto per il rifugio (chiuso da molti anni come tanti altri). Da lì si incontra il Lago d'Erba e qui la strada - come giustamente dovrebbe essere in aree naturali delicate - è chiusa da un cancello di ferro. Si passa però a piedi da un cancelletto di legno. Da lì in poi si respira l'atmosfera della vera foresta e compaiono i primi abeti bianchi: siamo nel Bosco Rubbio. Non posso fare a meno di notare qualche inutile staccionata, ma nel complesso in quest'area, chiusa al traffico, si può godere la pace e il silenzio della natura. Bisogna ancora salire, ma Tre Confini non è lontana. Superato l'altro sbarramento mi porto sulla strada che va a Palladoro: qui mi chiamano alcuni paesani, che mi hanno riconosciuto e che mi invitano a bere con loro un bicchiere di vino. Mi fermo un po' a chiacchierare e poi riparto, godendomi la discesa su sterrato, senza interruzioni, che conduce fino alla Giostra di Holler... e da lì proseguo per Mezzana, chiudendo l'anello.
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