venerdì 20 dicembre 2019

Diario - 14 dicembre 2019

Fosso Scirocco, il canyon dorato

Una nuova incursione tra i "Fossi" del Sinni, di me e Maurizio, ci ha portati a Fosso Scirocco, un bellissimo canyon che scava i conglomerati del Sinni formati da una matrice di argilla e ciottoli di fiume, nei "calanchi" che si incontrano prima di arrivare ad Episcopia. Il fosso è lungo circa 300 metri, il più esteso tra quelli finora visitati e abbastanza accessibile. Un luogo isolato che ci ha fatti immergere in un' atmosfera wilderness: sembrava essere stati catapultati tra le alte pareti rossastre di un canyon remoto dell'Arizona o dello Utah. E invece no, siamo alle pendici del Pollino. Un piacevole incontro è stato quello con un picchio muraiolo che saltellava sulla ripida parete in alto, bellissimo uccello dal becco lungo e ricurvo, non così frequente nel Parco del Pollino e la cui presenza tra i conglomerati del Sinni è molto interessante (il nostro, ci dice un amico ornitologo, è il primo avvistamento documentato per questo sito). Sulle pareti sono evidenti vari posatoi di uccelli; abbiamo potuto osservare anche un rapace notturno (forse un allocco) svolazzare nel canyon. Interessante poi la parete che si incontra alla fine del fosso, alta una cinquantina di metri; qui si nota trasudare acqua sorgiva ed è evidente la linea della falda acquifera. Quanto alla flora, abbiamo potuto rilevare la presenza di specie come fichi selvatici, carpini, lentisco, leccio. Un luogo, Fosso Scirocco, veramente spettacolare, a poca distanza dalla Sinnica, non lontano da Episcopia. Unica azione impegnativa è stata dovere attraversare il Sinni in piena. L'acqua (molto fredda) era alta circa un metro e a poco sono serviti i nostri stivali, ma ne è valsa veramente la pena. 

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