martedì 21 dicembre 2021

Diario - 20 dicembre 2021

 Neve, ghiaccio, luce: Monte Pollino dalla cresta nord, discesa dalla Via della Clessidra


L’intenzione è di ascendere al Monte Pollino dalla cresta nord, è da tanto tempo che non vi salgo in invernale. Abbandonato il sentiero, comincio a salire lungo il fianco della montagna, sui ripidi pendii. I faggi sono ghiacciati e ricoperti di neve, il silenzio bianco avvolge tutto. Sono solo in una distesa di alberi e neve, qualche piccola cincia mora appare sui rami, unica presenza di vita animale nella distesa innevata. Mi faccio largo in un tratto di bosco con faggi più maturi sfruttando lo spazio nei boschi, altrove è un intrico di piccoli faggi coi tronchi sepolti  che cerco di evitare La neve è alta e scivolosa, si sprofonda ad ogni passo, si procede lentamente,  la fatica nel salire è tanta: è la parte più impegnativa dell’escursione, perché appena uscito dal bosco so che incontrerò le creste ghiacciate, dove la neve è più compatta e potrò procedere agilmente e spedito coi ramponi. Esco nei prati di cresta e si fanno avanti i primi pini ricoperti di neve e galaverna, di colore azzurrino perché  ancora debolmente illuminati. Il versante è freddo e ancora in ombra, sono scosso da un vento gelido e procedo tra le scultoree forme ghiacciate dei loricati, con ramponi e piccozza. Mi tengo sulla destra per ammirare i tanti pini avvolti dalla neve, illuminati dal sole. Nei canali ovest sovrastati dalla cresta ce ne sono tanti, alcuni dalle forme bizzarre. Splende il sole e mi godo finalmente il suo calore,   lo spettacolo creato dagli elementi è suggestivo, anche se non durerà molto. Un pezzo di paradiso, una wilderness montana che resiste all’invadenza della civiltà umana. Anche la copertura nevosa a volte è come se fosse formata da tanti fiori di ghiaccio, mentre sulle pietre il ghiaccio forma stalattiti orizzontali, inclinati in base alla direzione del vento. Il cielo è sereno e il vento forma delle nebbie di neve fresca,  che si sposta e si diffonde nell’aria come sabbia. Arrivato in cima, decido di scendere lungo la Via della Clessidra: è in pratica il crinale che separa i due spettacolari circhi glaciali delle pareti est del Monte Pollino. C’è un bel tratto ripido e bisogna fare un po’ d’attenzione, mi capitano anche dei ponti di neve, che mi fanno sprofondare un paio di volte. Il versante è illuminato dai raggi del sole e lo splendido panorama si apre sui Piani di Pollino, Serra delle Ciavole e il Dolcedorme che si staglia con la sua imponente sagoma. Giunto nel bosco, non mi resta che scendere fino ai Piani. Mi fermo e faccio una sosta per un pasto frugale mentre osservo delle tracce di lepre sulla neve: non siamo soli, c’è chi su queste distese innevate ci vive, sopravvivendo alle avversità. La nostra è invece  una visita fugace, saliti in vetta non possiamo che scendere a valle, cacciatori di sensazioni, di immagini fugaci, di ombre e di luci…

Saverio "Indio" De Marco















































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