foto by Indio
Un mare di neve - escursione a Serra delle ciavole
Un’escursione sulla neve è sempre faticosa. Il tempo impiegato per arrivare sulle cime raddoppia o quasi. Parto perciò prima dell’alba con la lampada frontale, anche se quasi non ce ne sarebbe bisogno visto che la luna piena illumina la stradina… Camminare al buio da solo mette sempre un po’ di soggezione. Forse quella del buio è una paura atavica o forse, ancora più plausibile, l’uomo contemporaneo si è disabituato all’oscurità, visto che è ormai avvezzo a vivere in città perennemente illuminate. Non incontro nessun animale selvatico; sento ogni tanto il rumore degli uccelli tra i rami dell’albero che ancora stanno dormendo, spaventati dalla mia presenza. Prendo la strada per il Piano di Jannace , nei pressi di Acquatremola. Comincia ad albeggiare quando arrivo al pianoro di San Francesco. Ho la luna di fronte e nuvole rossastre nella direzione dove sorge il sole. Davanti a me, lontani, i pini loricati di Serra Crispo, avvolti nella nebbia che avvolge i crinali delle montagne all’alba. La neve comincia via via ad ingombrare la strada forestale. Metto le ciaspole ai piedi e comincio a salire. Gli occhiali da sole in giornate di sole con la neve sono obbligatori. Piano Jannace è immerso nella neve. Fotografo le strane linee parallele che si sono formate sul bianchissimo manto nevoso. Arrivo alfine al Piano di Toscano. Qui la neve è ancora ghiacciata, quindi si sale senza difficoltà. Le racchette hanno anche i ramponi e perciò sono adatte anche ai pendii ripidi. I Piani di Pollino sembrano un mare di neve… in alcuni punti la neve arriva anche a un metro e mezzo. Prendo il sentiero che sale alla Serra delle Ciavole. Dato che è sommerso dalla neve riconosco di alcuni pini loricati che fanno da riferimento. I pini più in alto sono ancora pieni di neve e di ghiaccio… ricordano vagamente i coralli del mare. Seguo la cresta e arrivo alla cima. Mangio un po’ di fichi secchi e di cioccolata, cibi che danno molta energia. La sommità della serra è pianeggiante per un certo tratto poi, cominciano ad ergersi delle rocce rotonde attorniati da pini loricati secchi, che formano una visione molto suggestiva. Proseguo per un po’ nel seguire la cresta e fotografo i pini accasciati a terra che hanno assunto tale forma a causa del vento impetuoso delle creste. Lungo la cresta allungata di Serra delle Ciavole la neve ha formato delle cornici molto alte. Se andassi sopra di esse la neve non reggerebbe il mio peso e precipiterei giù per centinaia di metri. In questi casi bisogna stare attenti perché la neve ricopre tutto e spesso non si sa cosa c’è sotto. E’ ora di scendere, giù, per tornare ai piani di Pollino. I pendii sono ripidi e trovo difficoltà con le racchette a scendere, ma senza di esse sarebbe ancora peggio. Ai piani incontro dei giovani sciatori e un escursionista solitario come me che si dirige verso la Grande Porta. Avverto i primi segni di stanchezza. La neve col sole è diventata marcia e si sprofonda di più. Qui si che siamo davvero immersi nella natura e nel suo silenzio... altro che piste ed impianti di risalita! Proseguo per i boschi di faggio e abete. Ormai il pensiero è solo quello di arrivare a casa, perché sono molto stanco. Esco dal bosco di faggio e abete. Il paesaggio attorno al Monte Pilato è tutto segnato dal corso dei torrenti che discendono a valle e che portando giù la neve disciolta delle cime, di quel “mare di neve” che scomparirà con la fine della primavera…
Bella sa, ste foto so da paura...
RispondiEliminaCiao,
Bella savè, complimenti.
RispondiEliminaFoto da paura.
francesco fumarola