martedì 4 agosto 2009

Un bell'inferno... - Meridiano di sangue di Cormac McCarthy

"I libri mentono, disse.  Dio non mente. 
No disse il giudice. Lui no. E le sue parole sono queste. Sollevò un pezzo di roccia. Lui parla con le pietre e gli alberi, lo scheletro delle cose." 
(Cormac McCarthy)
 


"Meridiano di sangue" è uno dei grandi libri di Cormac McCarthy, il solitario scrittore di El Paso (noto anche per le trasposizioni cinematografiche tratte dalle sue storie come "Non è un paese per vecchi" e "La strada", non ancora uscito nelle sale) lontano dai riflettori e dalla vita mondana degli ambienti letterari. Il libro, un western dai contorni cupi e visionari, racconta le sanguinarie vicende di una banda di cacciatori di scalpi, le cui gesta creeranno una spirale di violenza e atrocità senza fine. Il romanzo si ispira alle gesta dei cacciatori di scalpi, bande di delinquenti che negli anni '40 dell' Ottocento venivano assoldati in Messico dai governanti per contrastare le scorrerie degli indiani, radendo al suolo i loro villaggi e trucidando uomini, donne e bambini. Il personaggio intorno a cui ruota la vicenda è il giudice Holden, il "filosofo" della banda Glanton (un antesignano se vogliamo della volontà di potenza tristemente nota nei gerarchi nazisti e in generale in tutti gli ideologi della supremazia di tipo razziale o culturale o anche antropocentrica), la personificazione di una lucida volontà totalitaria e di dominio, di quel Male e di quella violenza sulla cui natura in ultima analisi si incentra gran parte della rilessione di Cormac McCarthy, in tutti i suoi libri. I protagonisti di questa storia non sono solo gli uomini; anzi, nei libri di McCarthy è sempre lil paesaggio il "protagonista" principale. Sicuramente non siamo di fronte in questo romanzo, ad una visione romantica della natura... Nella natura si può trovare qualche tipo di consolazione, ma è sempre illusoria, perchè nella visione dello scrittore, la natura stessa è già pregna di violenza, che in questo caso appare quasi violenza allo stato primordiale. Nel libro la natura è simboleggiata dai paesaggi sconfinati del West: selvaggia, enigmatica e sempre capace di stupire, con la sua forza mortale e la sua bellezza senza fine; nè benigna e nè maligna, che guarda con indifferenza alle miserie e alle tragedie umane. Ma le mie parole non bastano per descrivere la grandezza di questo libro, che potrà comunque anche risultare all'inizio ostico e non di facile lettura. Bisogna abituarsi piano piano allo stile narrativo di questo scrittore, che risulta asciutto, essenziale, fortemente simbolico... uno stile che sembra quasi intessuto delle pietre o del vento o del sangue da cui le parole prendono corpo; piano piano ci si innamorerà della prosa evocativa e così originale di McCarthy...Voglio riportare un passo del libro, che è una lucida riflessione su come la volontà di conoscenza dell'uomo possa trasformarsi in un'azione totalitaria nei confronti della natura, per assogettarla alla propria sete di dominio. Le parole del giudice suonano purtroppo attuali, in un mondo dove l'individualismo sfrenato cerca di calpestare sotto di sè sia la libertà e la dignità degli uomini che quelle aree di "vita autonoma" del regno naturale... Che dire, invito tutti alla lettura di questo autore, che rappresenta davvero una bella novità negli ultimi dieci anni nel panorama della letteratura americana (e mondiale come comincia a riconoscere la critica). Ma adesso diamo la parola al giudice Holden...


Qualunque cosa esista, disse. Qualunque cosa esista nella creazione senza che io la conosca esiste senza il mio consenso. Si guardò intorno nella foresta scura dove bivaccavano. Accennò col capo agli esemplari che aveva collezionato. 
Queste creature anonime, disse, possono sembrare poco o niente nel mondo. Eppure l'esserino più piccolo può divorarci. Qualunque minuscola creatura stia sotto quella roccia, al di fuori della conoscenza umana. Solo la natura può rendere schiavo l'uomo, e solo quando l'esistenza di ciascun essere sarà stata snidata e denudata di fronte a lui, egli sarà davvero il sovrano feudale della terra.  
Cos'è un sovrano feudale?
 Un padrone. Un padrone o signore supremo. 
Perchè non chiamarlo padrone, allora? 
Perchè è un padrone di tipo speciale. Un sovrano feudale comanda anche dove altri comandano. La sua autorità revoca le sentenze locali.
Toadvine sputò. Il giudice appoggiò le mani a terra.Guardò il suo inquisitore. 
Questo è il regno cui ho diritto, disse. Eppure in esso ci sono ovunque nuclei di vita autonoma. Autonoma. Perchè esso mi appartenga non devo permettere che qualcosa vi accada senza il mio permesso.
Toadvine sedeva con gli stivali incrociati davanti al fuoco. Nessun uomo può arrivare a conoscere tutte le cose di questa terra, disse.
Il giudice piegò la grossa testa di lato. L'uomo che crede che i segreti del mondo resteranno nascosti per sempre vive nel mistero e nella paura. La superstizione lo trascinerà in basso. La pioggia eroderà gli atti della sua vita. Ma l'uomo che si assume il compito di individuare nell'arazzo il filo che tutto ordisce, in virtù di questa sola decisione si fa carico del mondo, ed è soltanto facendosene carico che egli può trovare il modo di dettare i termini del proprio destino. 
Non vedo cosa c'entri questo col fatto di catturare uccelli.
La libertà degli uccelli è un insulto per me. Li metterei tutti negli zoo.
Bell'inferno di zoo, sarebbe.  Il giudice sorrise. 
Sì, disse. Proprio così.

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