Al cospetto del Monte Rosa: cima di Monte Barone
Il massiccio del Monte Rosa visto dal Monte Barone (Alpi Biellesi) - foto by Indio
sotto: 1. colori d'autunno; 2. salendo alla cima; 3. particolare:sommità rocciosa; 4. veduta panoramica dalla cima; 5.Pino, sullo sfondo del panorama del Monte Barone; 6. l'Indio, sullo sfondo del massiccio del M. Rosa.
Avendo il week-end libero ho approfittato per andare a trovare l'amico Pino, lucano di origini ma biellese d'adozione... compagno d'escursione appassionato della natura selvaggia del Pollino e in generale della montagna. Pino sa come la penso in termini di montagna, sa che mi piace la montagna selvaggia, naturalmente integra ; inoltre voleva farmi arrivare da una montagna da cui si vedesse un bel panorama.
Per questo ha optato per un'escursione al Monte Barone, bassa (per le Alpi) ma austera montagna di 2040 metri, da cui è possibile osservare uno dei panorami montani più belli che abbia finora mai visto. Il tempo è stato clemente regalandoci una (abbastanza rara da queste parti) limpida giornata di sole, grazie alla quale abbiamo potuto osservare il panorama della vetta in tutto il suo splendore. Si parte presto Il sentiero attraversa una rada boscaglia di abeti rossi, larici, e pini neri. E' un habitat floristico nuovo per me, visto che non ho mai visitato le Alpi. Ciò che salta subito agli occhi sono i larici, con i colori caratteristici dell' autunno... una classica immagine di tante foto e cartoline delle Alpi. Raggiungiamo un bel punto panoramico da cui si possono osservare le montagne lontane innevate, come il Monte Camino, per esempio. Il Monte Barone sta di fronte a noi; i torrenti scendono dalla montagna e le pendici sono coperte dalla boscaglia di betulle, larici, abeti rossi e pini neri. Molti pini sono secchi, a causa degli incendi di qualche anno fa. Il contrasto tra l'arancione dei larici e il verde degli abeti crea un bell'effetto scenico. Più in alta quota, sembra che solo le betulle siano capaci di resistere all'impervio clima alpino. Sopra di noi c'è il picco PissaVacca e comincia ad intravedersi il rifugio.
Dal rifugio seguiremo il crinale e poi ci inerpicheremo fin sulla cima del monte. Gli escursionisti oggi son tanti; è forse il bel tempo che ha indotto tanti a "saltare il cancelletto di casa" e andarsene in montagna. Ho trovato anche qui, in qualche insenatura nella roccia le invasive madonnine lasciate dai turisti.... Siamo all'ultimo tratto. Ce la prendiamo comoda, anche perchè la pasta fatta in casa col ragù di cinghiale si fa un po' sentire! Troviamo anche dei passaggi con un po' di neve che è ghiacciata.
L'inverno qui sarà dura, anche se si superano appena i duemila metri. Cominciano ad affacciarsi nuove catene di monti oltre i crinali del Barone. Luoghi impervi e selvaggi, dove non si vede traccia di esseri umani... Comincio a fantasticare di esplorazioni solitarie in quella desolazione selvaggia... Solo la cima reca segni di "colonizzazione", come croci, una cappelletta con campana (però storica) e altre installazioni del C.A.I. Pino mi spiega che una volta l'anno viene detta anche la messa... ma il prete arriva però... in elicottero... Sulla cima il panorama si apre in tutta la sua maestosità: la nebbia non si è alzata, è rimasta sulla bassa pianura, e così le lontane catene di monti si alzano con i loro profili accidentati, occupando l'itera visuale dell'orizzonte, dal Monviso,
L'inverno qui sarà dura, anche se si superano appena i duemila metri. Cominciano ad affacciarsi nuove catene di monti oltre i crinali del Barone. Luoghi impervi e selvaggi, dove non si vede traccia di esseri umani... Comincio a fantasticare di esplorazioni solitarie in quella desolazione selvaggia... Solo la cima reca segni di "colonizzazione", come croci, una cappelletta con campana (però storica) e altre installazioni del C.A.I. Pino mi spiega che una volta l'anno viene detta anche la messa... ma il prete arriva però... in elicottero... Sulla cima il panorama si apre in tutta la sua maestosità: la nebbia non si è alzata, è rimasta sulla bassa pianura, e così le lontane catene di monti si alzano con i loro profili accidentati, occupando l'itera visuale dell'orizzonte, dal Monviso,
la cui cima spunta dalle nebbie, al Massiccio del Rosa, fino all'estremità di catene di monti sconosciuti, guardando verso la Lombardia. E' d'obbligo fare più inquadrature dello scenario che si profila davanti che poi provvederò ad incollare, in modo da fare un'unica foto. Pino ha scelto bene dove portarmi oggi e mi spiega che è stato anche un giorno fortunato, visto che non sempre il cielo è così terso e libero da nubi. Resto un po' a contemplare il paesaggio. Mangiamo qualcosa e ci avviamo lungo la strada del ritorno, mentre il sole cala lentamente tingendo di luce rossastra e brillante gli alberi, l'erba secca e le rocce che ci circondano...