Veduta dalla dorsale nord-ovest del Dolcedorme, con lo sfondo del Monte Pollino - foto by Indio; sotto: dai Piani di Pollino lo spettacolare versante nord-ovest del Dolcedorme; 2. verso la cima; 3. un bellissimo pino incontrato lungo la discesa; 4. loricati caratteristici sulle rocce della dorsale ovest; 5. panoramica con il pino secco "segnavia" del crinale nord; 6. un panorama wilderness: il cuore selvaggio del Pollino dove nessun segno d'uomo è visibile; 7. autoscatto sulla cima
Per vari motivi non avevo ancora fatto un'escursione invernale sul Dolcedorme, o meglio non ero ancora salito sul Dolcedorme con la neve. Il versante meridionale della montagna è ripido e roccioso, spesso percorso dagli appassionati di montagna calabresi.
Il versante nord è molto più ondulato e facile da "scalare", mentre la difficoltà maggiore é nei tempi di avvicinamento. E' difficile cioé compiere un'escursione di una sola giornata in un mese dalle giornate molto corte, come può essere ad esempio, quello di dicembre. L'itinerario della dorsale nord che ho scelto per questa escursione è, a mio avviso, uno dei più belli in assoluto di tutto il Pollino. Parto molto presto, alle sei sono già a Colle Impiso. Fino ai Piani nulla da dire, il sentiero é solo ostacolato dai giovani faggi piegati ad arco dalla neve, i quali, prima sommersi, ora si rialzeranno lentamente quando i rami della cima si libereranno finalmente dalla neve, che ancora li avvinghia. La neve é abbastanza compatta, anche perché la pista é stata battuta spesso da sciatori ed escursionisti. Arrivato ai Piani, punto subito ai pini che sovrastano il Passo delle Ciavole, arrancando per i pendii. Eccomi alla bella radura che segna l'inizio del crinale nord. Il cielo é nuvoloso: non é il massimo per godere dei paesaggi, ma le nuvole se non altro riparano dalla violenta combinazione di sole e neve.
Adesso il prossimo obiettivo é raggiungere il pino secco isolato, distinguibile anche da molto lontano: é il vero protagonista dell'itinerario, perché, quando non c'è la neve, vi sbuca lo stretto sentiero che si tiene leggermente al di sotto della linea del crinale e perché con i suoi rami sembra indicare la cima a chi voglia puntarvi direttamente. Intanto il cielo si è liberato dalla cappa di nubi e il sole torna a splendere nel cielo. Mi tengo un po' al di sotto del crinale avanzando nel bosco dei "faggiolini"... d'estate é molto intricato ma con la neve si può procedere agevolmente, anche perché alcuni sono ancora quasi sommersi. Arrivato al pino segnavia mi libero delle ciaspole, calzo i ramponi e inizio la salita, puntando alla cima. La neve é qui più compatta, in certi tratti quasi ghiacciata. Il panorama é davvero superbo: sotto di me c'é il cuore wilderness del Pollino. Non si vedono né paesi né strade, ma solo montagne, pianori e foreste: le rocce della dorsale ovest, del Dolcedorme, il Pollino di fronte, i Piani, lontana la Serra di Crispo e per finire, a destra, il versante sud di Serra delle Ciavole, a chiudere in bellezza il quadro (vedi foto panoramiche sotto). Noto anche ad occhio nudo che sulla cima del Pollino c'é gente. Verso mezzogiorno sono in vetta al Dolcedorme.Qualche autoscatto, un po' di cioccolatini come pasto energetico e si riparte.
Per il ritorno decido di fare una discesa "esplorativa", alla ricerca di nuovi scorci da fotografare: invece di seguire il percorso classico costeggerò le rocce della dorsale ovest, attraversando una colonia di loricati e poi punterò dritto, per sbucare nei pressi dei grandi pini loricati che dominano, immersi nell'intrico della faggeta, i Piani di Pollino.
Seguire il percorso classico mi costerebbe invece molto più tempo. Fuoripista come questi sono possibili sempre quando c'é la neve: amo il paesaggio invernale della montagna anche per tale motivo... Infatti esso consente di andare in posti che d'estate sarebbero scomodi o anche pericolosi (canaloni di pietrisco, intrico della vegetazione); ma soprattutto l'escursionismo invernale é molto più ecologico: camminando sulla neve non si erode il terreno, non si danneggiano piante e alberi. Non c'è il rischio di incendi, nessuno bivacca accendendo fuochi. E in effetti una decisa azione di controllo sul territorio e di gestione delle attività umane come turismo e pastorizia andrebbe messa in atto soprattutto nei mesi estivi come luglio e agosto. La montagna d'iverno si "difende da sola" e "seleziona" gli escursionisti più motivati, disponibili al sacrificio e alla fatica. Ma lasciamo stare questi discorsi di ecologia e torniamo all'escursionismo. Mi immergo nell'atmosfera selvaggia della colonia di loricati che mi sovrastano e che posso ammirare adesso da vicino: un'altra piccola "scoperta" che immortalo con qualche foto.
E poi mi immetto nella faggeta, trovando la strada più comoda nell'intrico dei faggi. Senza il rumore dei propri passi qui il silenzio sarebbe "assordante", quasi ostile. Basta interrompere la marcia per un minuto per accorgersi di ciò.
Come avevo previsto sbuco tra i grandiosi loricati invasi dai faggiolini: un esempio palpabile dei cambiamenti climatici che hanno interessato il nostro massiccio negli ultimi millenni. I faggi competono con il pino loricato e spesso invadono quello che era probabilmente il loro antico habitat. Ritorno sulle mie tracce: mi aspettano ancora molte ore di marcia. A Colle Impiso incontro una decina di ragazze e ragazzi, molti con le divise del Soccorso Alpino. Mi vedono arrivare solo e stanco. Tra di loro noto Massimo, che conosco: "Solo tu potevi essere...", mi.dice e mi invita a bere con loro un bicchiere di vino. Un buon bicchiere di vino é sempre difficile da rifiutare...
Foto spettacolari...come sempre, complimenti!
RispondiEliminaGrazie.. l'unica foto brutta è quella dove ci son io... :-D
RispondiEliminaCiao Indio,
RispondiEliminache dici tra una settimana la trovo ancora un pò di neve o è meglio che mi metto l'anima in pace ed evito del tutto di portarmi gli sci?
A guardare le foto sembra che la neve stia andando via velocemente :-(
Tra una settimana la trovi eccome, è ancora tanta. La neve si sta sciogliendo ma prima che se ne vada ci vorrà molto tempo...
RispondiEliminaCiao.
Indio
Ottimo! Non che non mi fidassi ma mi sono fatto mandare una foto da un' "agente all'Avana" e vedo che la Serra del Prete è ancora imbiancata e pare esserci neve fin da colle Impiso.
RispondiEliminaQui al nord pare giugno, sabato c'era neve marcia sotto i 2600, per cui mi pareva strano ci fosse ancora neve :-)
Settimana prox razzolerò per il Pollino, magari ci si trova!