Giorgio fotografa la stupenda cascata delle Gole di Mauro - foto by Indio
Quando l'amico Giorgio mi propone un'escursione non me lo faccio ripetere due volte: con lui è sempre affascinante percorrere i sentieri del Pollino, per le sue conoscenze profonde del territorio e la sua esperienza di guida e naturalista. L'itinerario scelto si snoda nel suggestivo scenario del Fosso di Mauro e comincia nella bellissima atmosfera agreste della frazione "Scaldacane" di Rotonda.
Ci avviamo tra le roverelle della stradina che conduce all'imbocco del sentiero. Siamo in tutto sei persone, tra cui il giovanissimo Federico. Giorgio ci fa notare una vecchia casetta costruita a ridosso di un masso di roccia. Scopriamo un nido di processionaria, che fotografo subito. Passiamo accanto ad un recinto di cinghialetti, che si avvicinano alla rete come dei cagnolini... Comincia a profilarsi la visione selvaggia delle Gole, ammantate da una fitta vegetazione.
Il ripristino di questo vecchio sentiero, un tempo utilizzato dai pastori, è stato possibile grazie al lavoro di Giorgio e delle operaie/i che egli coordina, attraverso un'opera minima di pulitura dell'intricata vegetazione. Arriviamo al Fosso di Mauro e sopra di noi possiamo ammirare l'ambiente fiabesco delle cascatelle di un affluente che proviene da destra: Fosso Durante. Giorgio ci fa notare un piccolo albero levigato dall'acqua del torrente e degli enormi massi sorprendentemente rotondi e lisci.
Il gruppo si divide, io Braschi e Federico proseguiremo verso le Gole, in direzione di una cascata dal salto di circa quindici metri. La vegetazione si fa un po' più intricata, incontriamo lecci monumentali lungo il percorso, alcuni crescono tra i massi delle frane. Nei boschetti della gola il verde scuro dei lecci spunta dal verde chiaro delle altre specie. Giorgio ci fa notare un ramo che sembra tagliato da un'accetta: l'apparenza inganna, perchè in realtà il "danno" è stato fatto da un insetto, che lo ha reciso a spirale!
Sopra di noi si alzano le selvagge pareti della gola. Giorgio ci fa notare la differenza di colori - grigio e arancione - delle rocce a strapiombo che ci sovrastano: da quello che ho capito il grigio sarebbe dovuto da alcune alghe che si sviluppano sulle rocce soggette a bagnarsi, e che poi seccano...
Lasciamo il sentiero e subentra un percorso di facile torrentismo. Superiamo basse cascatelle e giungiamo finalmente alla spettacolare cascata che scende a zig-zag, con un salto di diversi metri...
La risalita potrebbe continuare e, da quello che si sa, ci sono altre meravigliose sorprese che attendono l'escursionista, come altre cascate, anche più alte. Ma ci fermiamo qui, anche perché é tardi e il resto del gruppo ci aspetta. La luce tersa del tramonto illumina i campi coltivati e le roverelle del villaggio di Scaldacane, mentre le pareti di Serra di Mauro si tingono della luce rossastra del tramonto...
Vincenzo A: Rotonda selvaggia e sconosciuta!!!
RispondiEliminaDovremo percorrere l'intero tragitto, il ripristino del sentiero è già completato?
Si arriva fino alla cresta di Serra Mauro? Da dove si parte?
Come ti avevo detto ho sempre pensato che questo sentiero potesse essere molto interessante, anche in estate. Un abbraccio, V.
Si parte da Scaldacane, in direzione delle casupole che si vedono nella foto sopra. Il sentiero c'è, ma poi diventa un percorso di torrentismo e bisogna risalire: si può arrivare fino a Pedarreto. Giorgio mi ha detto che si può, anche perchè è stato già fatto in discesa. Volendo quest'estate ci organizziamo (nonostante il caldo e i tafani) e facciamo la risalita integrale.
RispondiEliminaIndio
Molto interessante visto che a me questa attività piace molto.
RispondiEliminaUn abbraccio
Molto interessante visto che a me questa attività piace molto.
RispondiEliminaUn abbraccio
Tutto molto bello. Credo sia entusiasmante condividere una giornata escursionistica con un profondo conoscitore del Pollino quale è Giorgio. Ogni volta che incontro Giorgio, lo saluto dicendogli: "fatemi salutare il mio Maestro"...e grazie a lui che ho "scoperto" ed amato le montagne e gli angoli selvaggi del Pollino...quando da adolescente ero affascinato dalle immagini del suo libro che ho divorato e consumato nei primi anni di provetto escursionista.
RispondiEliminaUn abbraccio Savè.
Ciao Roberto, che dire, quello che dici vale anche per me... e anch'io lo chiamo spesso "Maestro"...
RispondiEliminaVolevo chiederti,da ciò che hai osservato se scendendo in doppia lungo i salti si "atterra" in pozze profonde,anche se mi sembra di no.Il salto maggiore è 15 metri completamente verticale o è frazionato?
RispondiEliminaUn caro saluto
Ciao Giuseppe... da quello che mi ha detto Giorgio, è una sorta di Raganello in miniatura, percorribile senza particolari accorgimenti tecnici. Quando sali ci dovrebbe essere anche una cascata più alta, oltrepassando il punto in cui noi siamo arrivati. La cascata è alta 15 metri, ma la puoi aggirare arrampicando senza difficolta per i pendii coperti dai lecci. Non esistono pozze profonde. Come dire, si tratta di un percorso di torrentismo di tipo escursionistico, anche se ti conviene comunque portarti corda e imbraco nel caso di una risalita/discesa integrale...
RispondiEliminaIndio
Lovely post
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