Parco Nazionale del Gran Paradiso
by Indio, M. Lofiego, A. Mitidieri
by Indio, M. Lofiego, A. Mitidieri
Campeggio a Pont (Valsavaranche)
Il Rifugio
Lo storico Rifugio Vittorio Emanuele II, del CAI, sorge a 2800 metri circa. Una grande struttura che ospita centinaia di escursionisti e alpinisti ogni giorno. La prima impressione che ho è quella di un "avamposto di frontiera". Si sente parlare infatti il francese, il tedesco, l'inglese, lo spagnolo e... il dialetto del Pollino di noialtri. Per alcuni il rifugio è una meta, per altri il punto di partenza delle scalate al Gran Paradiso. Chi mi conosce sa che non amo molto i rifugi, per il loro affollamento. Tuttavia non ci si può lamentare, il rifugio è gestito bene. Anche qui incontreremo un lucano, come successe al rifugio "Guide del Cervino" due anni fa con il cuoco della Val d'Agri. E' un ragazzo di Nemoli, con cui ci mettiamo subito a parlare. Si dorme in una angusta stanzetta coi letti a castello. La notte bisogna aprire la finestrella, altrimenti manca l'aria.
Il Ghiacciaio Laveciau
I ghiacciai sono il vero, grande spettacolo di queste montagne. Ammassi di ghiaccio perenne che conducono alle sommità sacre delle vette più alte. Ma tanta bellezza ha i suoi pericoli: crepacci e scariche di pietre. La via normale è sconsigliata. Gli alpinisti vengono dirottati dal Rifugio Vittorio Emanuele verso la via dello Chabod, molto più crepacciata.
I Crepacci
Rocce e pietraie
In molti punti si attraversano grandi pietraie, sedimenti formati dalle morene glaciali. Molte pietre sono piatte, come quelle che si vedono sui tetti delle case. Si riconosce con facilità il granito, roccia di natura magmatica e intrusiva. Sono rocce scure, ben diverse dalla bianchezza dei calcari del Pollino a cui siamo abituati...
Animali
Il Gran Paradiso è uno dei regni della fauna alpina. Il logo del Parco riporta uno stambecco stilizzato. Anche se il Parco fu costiutito nel 1922, gli stambecchi, nel secondo dopoguerra, erano di nuovo a rischio di estinzione. Grazie all'Ente Parco Nazionale e all'opera di luminari come il direttore Renzo Videsott, la specie fu finalmente tutelata. Abbiamo incontrato camosci, stambecchi, marmotte, gracchi alpini, ma anche animali domestici come la bellissima capra camosciata valdostana, che ricorda un po' proprio gli stambecchi. Incontriamo gli animali al mattino, nei pascoli che delimitano le grandi pietraie. Non sembrano molto intimoriti dalla presenza dell'uomo. Ci hanno sicuramente visti ma non scappano. Evidentemente di turisti ne vedono tanti. Anche i versi delle marmotte si sentono spesso e alla fine ne avvistiamo una nei pressi del rifugio Chabod.
foto di Maurizio Lofiego |
foto di Maurizio Lofiego |
foto di Maurizio Lofiego |
Piante e alberi
Nelle boscaglie attraversate dai sentieri si può osservare il larice, l'abete rosso, i rododentri, il pino cembro. E nelle pietraie delle alte quote piante come margherite e semprevivi e altre che non conosciamo. Si nota anche quello che sembra un lichene, di colore bianco.
Ontano bianco (?) |
rododentro |
Torrenti
I torrenti sono alimentati dai ghiacciai. La mattina presto la loro portata è minima, la sera si ingrossano con lo scioglimento della neve. Acque scroscianti che scorrono tra rocce e pietraie; acque ghiacciate che corrono a valle superando dislivelli enormi. Il pomeriggio del primo giorno proviamo a immergere i piedi nell'acqua, che è ghiacciata, ma rigenerante.
La parete nord
La parete nord del Gran Paradiso. Selvaggia ed aspra. Un sogno per chiunque ami l'alpinismo. Ripida e scoscesa, è sconsigliata da scalare nel mese di settembre, per la presenza di ghiaccio vivo.
Paesaggi vari
Il paesaggio alpino del Gran Paradiso è austero. Non vi sono vie di mezzo. Si passa dalle vallette abitate ai pendii ripidi delle montagne. E' una continua ascesa, che porta fino alle vette elevate. E' il dominio della nuda pietra e dei ghiacciai sommitali. Persino i boschi sembrano associazioni vitali che stentano a sopravvivere. L'uomo, invece, ha dovuto adattarsi qui nei piccoli ritagli degli stretti valloni, giù, in basso...
by Indio |
Complimenti per la visita a questo straordinario parco.Mi piange il cuore a distanza di undici anni di come il ghiacciaio sia regredito in particolare osservando la foto della parete nord.Per quanto riguarda la fauna un piacevole ricordo di un incontro ravvicinato con un gipeto delle alpi dalla poderosa apertura alare che alla Schiena d'Asino ci ha sorvolati avvicinandosi quasi con aria minacciosa.Pensare che era estinto e successivamente reintrodotto.Comunque bravi.
RispondiEliminaGrazie! Un caro saluto...
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