La mattina di Pasqua sono salito per la prima volta sulla vetta del Monte Cerviero, una montagna del Pollino poco conosciuta e poco considerata come meta di escursioni che tuttavia ha sempre avuto per me una forte carica simbolica.
Infatti il monte Cerviero sovrasta la casa dei miei nonni materni che vivevano in contrada Fratta a Rotonda ed i suoi boscosi pendii che cambiavano aspetto con il succedersi delle stagioni erano il luogo mitico in cui ambientare le mie fantasie infantili piene di avventure ed incontri magici.
Il contesto nel quale il monte Cerviero veniva evocato nei discorsi dei miei nonni contribuiva ad ammantarlo di una carica di mistero: la mia bisnonna mi raccontava di fugaci avvistamenti di diabolici lupi dagli sguardi famelici che scacciati dai pastori della Valle si rifugiavano sul monte Cerviero pronti a sferrare d'improvviso micidiali agguati. Mia nonna Teresa ne scrutava con sguardo grave la mole imponente alla ricerca di quei segnali che per il suo occhio esperto erano presagi dell'incipiente Inverno o preludevano alla verdeggiante Primavera. Per lei il monte Cerviero era un vero e proprio "barometro" naturale: "Il tempo è cambiato: è scesa la neve sul Monte Cerviero!" : significava che era giunto il momento di conservare le ultime provviste dell'orto e tirare fuori dall' armadio coperte e cappotti...
...A Ovest Coppola di Paola e Serra del Prete...
La strada forestale che si trova di fronte al fortino di Campotenese, nei pressi della chiesetta, porta fino alla vetta attraversando un bosco misto di faggi e pini neri. Purtroppo numerosi sono i segni dell' inciviltà lasciati dal passaggio di sconsiderati amanti del picnic...chi dovrebbe rimuoverli? E perchè non lo fà? Domande assillanti che rimarranno senz'altro senza risposta...
L'ascesa alla vetta per fortuna non riserva solo brutte sorprese: qui e là nel bosco sono visibili spiazzi in cui i carbonai preparavano la carbonella e tra la vegetazione si scorgono i resti di suggestivi ricoveri costruiti con grosse pietre dai pastori.
Niente male come ricompensa per una passegiata durata in tutto poco più di un' ora! Tutto sommato non mi ero sbagliato: c' era davvero qualcosa di magico sul Monte Cerviero.
WERNER.
questo post mostra bene come sul pollino, al di là dei luoghi ufficiali percorsi dai turisti, esistano tanti altri posti di alto valore storico (pensiamo ai resti della carbonella) e paesaggistico...e anche simbolico, perchè no. Ma se si maltratta il giardino degli dei, figuriamoci le altre montagne.La superficialità da quete parti la fa da padrona...
RispondiEliminacari amici siamo alle solite:
RispondiEliminal'episodio di cui siete stati protagonisti è senza dubbio emblematico di una parte d' italia,"il SUD",troppe volte maltrattata e sottovalutata,ma non per questo meno bella.
é da napoletano amante della montagna che parlo e penso che l'associazione di ricordi infantili e storie tramandate da generazioni rappresentino un valore aggiunto per i nostri territori che non temono confronti con nessuno in termini di fascino e storia.
a tale proposito spero di aggiungermi alla prossima uscita sui monti del pollino sicuro di percorrere "la via giusta".
complimenti indio per il tuo blog,continua così
MARADONA
cari amici siamo alle solite:
RispondiEliminal'episodio di cui siete stati protagonisti è senza dubbio emblematico di una parte d' italia,"il SUD",troppe volte maltrattata e sottovalutata,ma non per questo meno bella.
é da napoletano amante della montagna che parlo e penso che l'associazione di ricordi infantili e storie tramandate da generazioni rappresentino un valore aggiunto per i nostri territori che non temono confronti con nessuno in termini di fascino e storia.
a tale proposito spero di aggiungermi alla prossima uscita sui monti del pollino sicuro di percorrere "la via giusta".
complimenti indio per il tuo blog,continua così
MARADONA
il nostro sud ha questa doppia natura. quella di regalare momenti esaltanti con la sua bellezza... accompagnati però dall'amarezza per ciò che va male, per quello che sembra configurarsi come un destino di abbandono e perdita delle proprie radici. ma la nostra terra ce la portiamo dovunque. è dentro di noi, anche se siamo lontani da essa. "come si può dimenticare la propria madre?", direbbe un indiano del nord america... questo ci obbliga però a non lasciarci andare e a lottare per il futuro dei nostri territori.
RispondiEliminaFaccio notare che una caratteristica paesaggistica della cima del monte Cerviero è la vista dei due mari,Jonio e Tirreno...
RispondiElimina