venerdì 25 agosto 2017

Diario 25 agosto 2017

Alla Serra di Mauro da Visitone in mountain bike

 Itinerario: Visitone, Zaperna, Bosco Pertugio, Valle Egidio, cresta di Serra di Mauro (a piedi), Visitone, Valle dell'Auze, Conocchielle

La traccia GPS salvata durante il ritorno

Come ho detto altre volte, penso che le zone di bassa e media montagna del Pollino, e in particolar modo quelle meno conosciute, fuori mano o snobbate dal turismo, offrano molte più possibilità di scoperta ed esperienza di ambienti nuovi e in gran parte indisturbati, dove ancora si può respirare, anche in pieno agosto, quel senso di solitudine e immersione nella natura selvaggia. Parliamo di mountain bike, e quindi di stradine sterrate e piste forestali, ma inserite armonicamente nell'ambiente del bosco tant'è che si ha la sensazione di percorrere un sentiero, sebbene su due ruote. Tale è l'area del Pollino percorsa oggi in bici e nell'ultima  parte a piedi, posta nella parte nord-ovest del Massiccio. Parliamo delle estese faggete che si trovano tra Visitone e la Serra di Mauro. Sapevo che c'era una stradina che andando verso ovest portava proprio verso la cresta di Serra di Mauro e intendevo da tempo esplorare quell'area.


Il percorso parte da Visitone. Qui oggi è festa: si stratta della festa della Pita, antico rito arboreo risalente alle epoche precristiane che unisce e cementa l'identità della comunità viggianellese. Gli alberi ci hanno scaldato la gente di montagna, hanno dato lavoro, sono onnipresenti nel paesaggio delle valli: non potevano perciò che entrare a far parte della ritualità delle genti del Pollino, del loro rapporto con il "Sacro".  C'è tanta gente, la "cima", realizzata con un abete bianco, è ferma a Piano Visitone. Mi fermo un po' a parlare con dei paesani e poi, mentre si preparano i grandi buoi che trasportano il faggio che verrà unito all'abete, mi avvio verso la faggeta, lasciandomi alle spalle la gente e l'atmosfera festosa di Visitone.




Arrivo al bivio che consente di prendere la stradina che ancora non avevo mai fatto, e attraverso quel tratto di faggeta. Lungo il percorso ho potuto ammirare scorci superbi di una faggeta selvaggia, con alberi alti, di forma colonnare; una foresta dove la dimensione del silenzio predomina, dove non si incontra nessuno... Pace assoluta.





Quanto all'aspetto tecnico del percorso, la stradina sterrata offre divertenti saliscendi e un terreno non troppo impegnativo, morbido per le foglie in alcuni punti e in altri sassoso. In un punto si apre un panorama con la frazione di Prastio nella sua interezza, con lo sfondo di Serra dell'Abete.


La stradina si fa sempre più stretta e piena di sassi, che slittano sotto le ruote. La gran quantità di foglie secche non aiuta. Decido perciò di lasciare la bici qui e di arrivare alla cima di Serra di Mauro a piedi. Prima di arrampicarmi sul crinale boscoso noto un bell'esemplare di abete bianco: strano che sia qui, perarltro così solitario, visto che il suo areale tipico non è questo ma sta più a nord.


Arrivo finalmente verso la sommità di Serra di Mauro e mi godo il panorama. Non ero ancora stato su questa montagna.



Seguo la stessa strada fino a Visitone, poi decido di non tornare per la strada asfaltata ma di seguire la stradina panoramica che mi porterà a Conocchielle, seguendo quello che è il tratto di un antico percorso della transumanza, fatto decine di volte anche a piedi e accompagnado dei gruppi. Con la mountain bike è molto divertente: si susseguono buche, saliscendi, discese ripide. E' una zona popolata di cinghiali e infatti ne incontro quattro o cinque. Uno si fa anche fotografare mentre mi osserva dal folto della vegetazione.



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