Alla Serra di Mauro da Visitone in mountain bike
Itinerario: Visitone, Zaperna, Bosco Pertugio, Valle Egidio, cresta di Serra di Mauro (a piedi), Visitone, Valle dell'Auze, Conocchielle
La traccia GPS salvata durante il ritorno |
Come ho detto altre volte, penso che le zone di bassa e media montagna del Pollino, e in particolar modo quelle meno conosciute, fuori mano o snobbate dal turismo, offrano molte più possibilità di scoperta ed esperienza di ambienti nuovi e in gran parte indisturbati, dove ancora si può respirare, anche in pieno agosto, quel senso di solitudine e immersione nella natura selvaggia. Parliamo di mountain bike, e quindi di stradine sterrate e piste forestali, ma inserite armonicamente nell'ambiente del bosco tant'è che si ha la sensazione di percorrere un sentiero, sebbene su due ruote. Tale è l'area del Pollino percorsa oggi in bici e nell'ultima parte a piedi, posta nella parte nord-ovest del Massiccio. Parliamo delle estese faggete che si trovano tra Visitone e la Serra di Mauro. Sapevo che c'era una stradina che andando verso ovest portava proprio verso la cresta di Serra di Mauro e intendevo da tempo esplorare quell'area.
Il percorso parte da Visitone. Qui oggi è festa: si stratta della festa della Pita, antico rito arboreo risalente alle epoche precristiane che unisce e cementa l'identità della comunità viggianellese. Gli alberi ci hanno scaldato la gente di montagna, hanno dato lavoro, sono onnipresenti nel paesaggio delle valli: non potevano perciò che entrare a far parte della ritualità delle genti del Pollino, del loro rapporto con il "Sacro". C'è tanta gente, la "cima", realizzata con un abete bianco, è ferma a Piano Visitone. Mi fermo un po' a parlare con dei paesani e poi, mentre si preparano i grandi buoi che trasportano il faggio che verrà unito all'abete, mi avvio verso la faggeta, lasciandomi alle spalle la gente e l'atmosfera festosa di Visitone.
Arrivo al bivio che consente di prendere la stradina che ancora non avevo mai fatto, e attraverso quel tratto di faggeta. Lungo il percorso ho potuto ammirare scorci superbi di una faggeta selvaggia, con alberi alti, di forma colonnare; una foresta dove la dimensione del silenzio predomina, dove non si incontra nessuno... Pace assoluta.
Quanto all'aspetto tecnico del percorso, la stradina sterrata offre divertenti saliscendi e un terreno non troppo impegnativo, morbido per le foglie in alcuni punti e in altri sassoso. In un punto si apre un panorama con la frazione di Prastio nella sua interezza, con lo sfondo di Serra dell'Abete.
La stradina si fa sempre più stretta e piena di sassi, che slittano sotto le ruote. La gran quantità di foglie secche non aiuta. Decido perciò di lasciare la bici qui e di arrivare alla cima di Serra di Mauro a piedi. Prima di arrampicarmi sul crinale boscoso noto un bell'esemplare di abete bianco: strano che sia qui, perarltro così solitario, visto che il suo areale tipico non è questo ma sta più a nord.
Arrivo finalmente verso la sommità di Serra di Mauro e mi godo il panorama. Non ero ancora stato su questa montagna.
Seguo la stessa strada fino a Visitone, poi decido di non tornare per la strada asfaltata ma di seguire la stradina panoramica che mi porterà a Conocchielle, seguendo quello che è il tratto di un antico percorso della transumanza, fatto decine di volte anche a piedi e accompagnado dei gruppi. Con la mountain bike è molto divertente: si susseguono buche, saliscendi, discese ripide. E' una zona popolata di cinghiali e infatti ne incontro quattro o cinque. Uno si fa anche fotografare mentre mi osserva dal folto della vegetazione.
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